Fanfulla, la recensione dell’opera di Hugo Pratt e Mino Milani

Pubblicato il 10 Gennaio 2014 alle 16:30

Un viaggio nel turbolento Cinquecento italico attraverso uno dei suoi personaggi-simbolo, il mercenario Fanfulla, esempio di violenza e follia, ma anche di innegabili capacità belliche.

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Fanfulla

Autori: Mino Milani (testi), Hugo Pratt (disegni), Patrizia Zanotti (colori).
Casa Editrice: Rizzoli Lizard.
Provenienza: Italia.
Genere: Storico/Avventura.
Prezzo: 27 Euro.
Data di pubblicazione: 30 ottobre 2013.

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È una coppia d’eccezione del fumetto italiano quella che ha firmato Fanfulla, volume targato Rizzoli Lizard uscito a fine ottobre dello scorso anno. Si tratta di una storia poco nota al grande pubblico, che, si spera, attraverso questa iniziativa editoriale, possa imparare a conoscere. E ad apprezzare, ovviamente, anche se, date firme, qualità della storia e della veste editoriale, c’è da scommettere che quest’ultima cosa non sarà affatto difficile.

È vero che le firme, da sole, non bastano a fare di un fumetto un fumetto lodevole. Ma se le firme rispondono a quelle di Hugo Pratt e Mino Milani, indiscussi maestri del fumetto nostrano, beh, in parte si può andare a fiducia.

Fiducia, del resto, ampiamente ripagata dalle lettura di “Fanfulla”, storia apparsa per la prima volta sul “Corriere dei piccoli” tra il 1967 e il 1968 ma poi ammantata da tenebre che, finalmente, la Lizard ha rischiarato grazie a questo volume ad andamento orizzontale che si presenta cartonato con cofanetto e con una copertina dall’impatto tattile pregevole. E qui sta il primo merito della casa editrice di Milano.

Il secondo, è quello di aver presentato il lavoro di Pratt con la doppia striscia a piena pagina, che rende appieno giustizia alla piccola perla grafica dell’autore di Rimini e permette ai lettori di cogliere senza fraintendimenti la costruzione anticonvenzionale della striscia, rotta con vignette ora più larghe ora più strette, ora perfettamente geometriche, ora asimmetriche, spesso cucite su personaggi e scene rappresentate, quando non del tutto infrante dal loro stesso contenuto. Qualcosa, insomma, che fa di “Fanfulla” un’opera moderna e valida ancora oggi, e non solo per questioni legate alla storia dell’evoluzione delle nuvole parlanti italiane.

A guardare bene, è questo uno degli elementi più significativi di una storia approntata in maniera magistrale da Mino Milani, capace di prendere un personaggio storico della nostra Italia, il soldato di fortuna Bartolomeo Tito Alon, e presentarlo al grande pubblico con una vicenda che oltre ad avere il merito di ricostruire un’epoca, quella del Cinquecento nostrano provato da guerre e conflitti vari, riesce anche ad avvincere e affascinare con i suoi personaggi davvero significativi.

Uno su tutti? Il mercenario che dà titolo al volume, violento e generoso, attaccabrighe e coraggioso, pazzo, se vogliamo. E, non ci vuole troppo a indovinarlo, parente assai prossimo del Rasputin che nascerà di lì a poco. Protagonista dei principali fatti d’arme della penisola nella prima metà del Cinquecento, Fanfulla da Lodi è qui presentato durante il sacco di Roma operato dai lanzichenecchi di Carlo V e poi in seguito in una vicenda legata all’assedio di Firenze da parte degli stessi uomini, finanziati dal papa Clemente VII ansioso di vedere il ritorno dei Medici al governo della città.

Nonostante le basi storiche solide, la vicenda non manca di dare il giusto spazio all’avventura attraverso tavole vigorose e dinamiche, impreziosite dalla colorazione di Patrizia Zanotti, a suggello di una grande operazione di recupero e riproposizione firmata Rizzoli Lizard.

Voto: 8,5

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