Sandman Mystery Theatre, la recensione del secondo volume
Pubblicato il 5 Gennaio 2014 alle 11:30
Ritorna Wesley Dodds, alias Sandman, con il secondo tp dedicato alla serie Vertigo dai toni noir scritta dal leggendario Matt Wagner! Non perdetevi una delle pietre miliari del fumetto americano, illustrata dall’ombroso Guy Davis!
Sandman Mystery Theatre n. 2
Autori: Matt Wagner, Steven T. Seagle (testi), R.G. Taylor, Guy Davis (disegni)
Casa Editrice: RW-Lion
Genere: Noir
Provenienza: USA
Prezzo: € 16,95, 16,5 x 25,2, pp. 204, col.
Data di pubblicazione: dicembre 2013
Dopo il successo di Sandman, Karen Berger, inaugurando la linea editoriale Vertigo, decise di varare un mensile imperniato su un glorioso personaggio dallo stesso nome appartenente alla Golden Age. A differenza del dio dei sogni Morfeo, il primo Sandman era Wesley Dodds, vigilante che combatteva il crimine indossando una maschera antigas e usando una pistola soporifera. Sandman era anche componente della Justice Society e a prima vista sembrava fuori posto in un albo for mature readers. La Berger già in precedenza aveva pensato di riproporlo, offrendo il progetto a Neil Gaiman che però preferì introdurre un altro Sandman con i risultati che tutti conoscono. Tramite Sandman Mystery Theatre, quindi, la Berger ebbe l’opportunità di riprendere l’idea di partenza. Del resto, la DC aveva fatto fortuna affidando personaggi considerati minori a sceneggiatori trasgressivi che ammaliarono i fan con serial dai toni adulti e provocatori e perciò il comic-book si inserì in un trend preesistente.
E Matt Wagner, osannato scrittore di Grendel, era certamente provocatorio e accettò di occuparsi del comic-book. Wagner fece agire Wesley Dodds nel contesto che in fondo gli era naturale, quello degli Stati Uniti della Grande Depressione, un paese devastato dal crimine, dalla corruzione e dalle disparità sociali. In pratica, il mondo descritto da mostri sacri del noir come Raymond Chandler, Dashiell Hammett e Mickey Spillane. Sandman Mystery Theatre fu infatti uno dei fumetti noir più dirompenti e incisivi del periodo e nel giro di pochi mesi venne giustamente annoverato tra le pietre miliari della Vertigo.
RW-Lion lo sta ristampando e siamo giunti al secondo tp che include i nn. 9-16 della testata originale e coloro che non hanno ancora avuto modo di leggerlo dovrebbero colmare la lacuna, dal momento che si tratta di un prodotto non banale. Wesley Dodds, dunque, agisce nei panni del vigilante Sandman e si occupa della compagnia lasciatagli in eredità dal padre. È ricco ma non è una specie di Bruce Wayne. Pur sensibile al fascino femminile, non vive da playboy e non è animato da uno spirito di vendetta o da particolari sensi di colpa. La sua missione si basa semplicemente sulla fede nei confronti della giustizia. E la giustizia, nell’universo torbido di Sandman, non è quasi mai rispettata.
Wagner ha concepito la serie in vari story-arc e in questo volume ce ne sono due. Nel primo, Wesley avrà a che fare con pugili disperati, uomini d’affari apparentemente irreprensibili ma coinvolti in storiacce di mafiosi e di traffici di droga e non mancano tematiche scottanti, a cominciare da quella della pedofilia. Sandman Mystery Theatre affronta spesso argomenti scabrosi e la violenza ai danni dei minori e in generale dei più deboli è ricorrente. L’America di Sandman è violenta e schiaccia gli indifesi. È profondamente razzista e discriminatoria e ogni personaggio ha pregiudizi nei confronti di qualcuno ed è vittima a sua volta di pregiudizi. Ecco quindi Wagner descrivere un microcosmo di ricchi contro poveri; uomini contro donne; studenti agiati contro poliziotti ignoranti; poliziotti di origine italiana che disprezzano i neri e sono altresì disprezzati dai bianchi anglosassoni perché figli di siciliani.
In un simile inferno esistenziale, Wesley cerca di fare la cosa giusta e un ruolo di primo piano è giocato dalla bella Diane Belmont, co-protagonista di Sandman Mystery Theatre. Figlia del Procuratore Distrettuale di New York, è forte e sicura di sé, degna rappresentante delle ‘flappers’ raccontate da Scott Fitzgerald nei suoi libri. È colta, libera, sessualmente disinvolta, ribelle; non certo un angelo del focolare o una donna sottomessa; anzi, la sua autodeterminazione la mette spesso nei guai e, per ciò che concerne le story-line, ha sovente un’importanza determinante. In questo volume i rapporti tra Wesley e Diane diventano più stretti e tutto fa pensare a un’imminente love story.
Lo si intuisce nel secondo story-arc, uno dei più sconvolgenti della testata. Wagner, coadiuvato dall’altrettanto bravo Steven T. Seagle, concepisce una trama agghiacciante riguardante efferati omicidi di ragazzi ricchi e viziati. Una donna li seduce per poi ammazzarli, infierendo sugli organi genitali. Il particolare inquietante è dato dal fatto che le vittime facevano parte di una confraternita universitaria. Stanno forse pagando per una colpa passata? Sandman e Diane, ognuno per proprio conto, indagano sulla faccenda e dovranno affrontare una realtà fatta di perversione, lesbismo e malattie mentali. Con testi malinconici, lirici e al contempo di secca impronta hard-boiled, Wagner e Seagle delineano una storia degna di James Ellroy, avvincente e mozzafiato.
I disegni del primo story-arc sono appannaggio di R..G. Taylor che, pur efficace, ha uno stile poco rifinito e a volte tirato via. Le cose vanno invece meglio con Guy Davis che con il suo tratto ombroso, sporco e crepuscolare rappresenta degnamente le ambientazioni tenebrose, claustrofobiche e perturbanti di Sandman Mystery Theatre: loschi locali jazz in cui si fuma marijuana; squallide stanze ad ore, sede di torridi incontri lesbo; e bassifondi e quartieri degradati contrapposti alle lussuose ville della classe dominante, spesso non dissimile dalla peggiore criminalità. In poche parole, Sandman Mystery Theatre è un must. Non perdetelo.