Shaman King Zero, la recensione del prequel del manga di Hiroyuki Takei

Pubblicato il 7 Gennaio 2014 alle 16:30

 Per nuovi adepti e rigorosi collezionisti edito da Star Comics arriva in fumetteria il prequel di Shaman King

ShamanKingZero1Shaman King Zero

Storia e Disegni: HiroYuki Takei

Casa Editrice: Star Comics

Provenienza: Giappone 2011 ( volume unico)

Target e Genere: Shounen, Commedia,Azione, Soprannaturale

Prezzo: €5,90, 13×18, B, 192 pp, b/n e col.

Data di pubblicazione: 2 Novembre 2103

Lo Shaman King è colui che grazie a i suoi poteri straordinari diventa un Dio vincendo lo Shaman Fight, una serie di battaglie che si svolgono ogni cinque secoli tra sciamani: coloro in grado di comunicare con gli spiriti. Shaman King Zero di Hiroyuki Takei può definirsi l’episodio pilota – anche se scritto a posteriori – della famosa serie Shaman King pubblicata in Italia  da Star Comics dal 2003 al 2005, dove i cinque protagonisti che diverranno in futuro guerrieri leggendari che cambieranno il mondo, sono descritti mentre muovono i primi passi nel mondo dello sciamanesimo.

Yoh, il protagonista della prima delle cinque storie di cui il volume si compone è pieno di odio verso tutti e teme che se uno come lui diventerà un Dio potrebbe sterminare l’intera umanità. Il suo odio si scaglia contro il conformismo dilagante e contro coloro che agendo come pecore vogliono eliminare a tutti i costi ciò che va oltre la loro comprensione.

Il secondo capitolo, collegato al primo dal personaggio di Jotaro Shimamuro ci presenta un altro candidato allo Shaman Fight: Ren, un ragazzino di nove anni che appare davvero spietato e alquanto squilibrato. La terza storia ci immerge in un’atmosfera molto spirituale e segue le vicende di Horohoro e della sua amica Damuko, ragazza malvista dagli abitanti di Okkaido poiché figlia di un costruttore di dighe. La storia ha un sapore agrodolce e un finale inatteso.

Nel quarto capitolo ci si sposta a Londra; il candidato in questione è Lyserg Diethel, vive in una specie di orfanotrofio, opera di carità gestita dal conto Oknox, ha un amico e servitore, Watt Hudson e possiede un pendolo che ospita Morphin: uno spirito che può trovare qualunque cosa grazie alla rabdomanzia. La sua è la storia più triste  e toccante tra quelle raccontate nel volume; anche qui odio e vendetta giganteggiano con un toccante finale. Il volume si chiude con la presentazione di Hao, sciamano un po’ hippy che ha raccolto intorno a sé degli adepti molto particolari. Il capitolo è una sorta di inno alla libertà e allo sviluppo sostenibile.

Pur essendo il prequel della serie originale Shaman King Zero può essere letto benissimo anche da chi non ne hai mai sentito parlare. Anzi, è un’occasione ghiotta per appassionarsi a quei personaggi che lotteranno nei 27 volumi di Shaman King. Le storie, tutte diverse e originali sono davvero interessanti da leggere. Mai banali, ciascuna di esse sviluppa una peculiarità del personaggio di cui parla, non mancando di un messaggio di fondo. L’odio, il valore dell’amicizia, l’inutilità della vendetta, lo sfruttamento minorile, le radici familiari e infine l’importanza di essere liberi; ogni capitolo di Shaman King Zero schiude una porta su uno dei tanti problemi che affliggono la nostra società. E quel pizzico di magia rende i temi trattati più leggeri, regalando sogni e speranze.

Voto 7

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