Stormwatch, la recensione del volume 3 della nuova serie di Milligan
Pubblicato il 27 Dicembre 2013 alle 12:10
Ritorna Stormwatch con la prorompente conclusione della run di Peter Milligan! Cosa succederà alla task force cosmica con sede nell’iperspazio quando si troverà alle prese con imprevedibili tradimenti e con la minaccia del demone Etrigan? Scopritelo in questo volume!
Stormwatch n. 3
Autori: Peter Milligan (testi), Will Conrad, Cliff Richards (disegni)
Casa Editrice: RW-Lion
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Prezzo: € 13,95, 16,8 x 25,6, pp. 160, col.
Data di pubblicazione: novembre 2013
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Con il reboot la DC ha riproposto alcuni personaggi della defunta linea Wildstorm, inserendoli nel DCU canonico. È il caso di Grifter e di Voodoo, per esempio; e specialmente degli Stormwatch, la squadra cosmica che agisce nell’iperspazio ideata da Jim Lee. In passato la loro serie aveva avuto un discreto riscontro, apprezzata in particolare per la run del visionario Warren Ellis. L’attuale serial è stato tenuto a battesimo da Paul Cornell con una nuova formazione che in principio contava un character storico come Martian Manhunter.
Il team agisce seguendo le direttive del misterioso Comitato Ombra e si intuiva che era collegato ad altre squadre che nel corso dei secoli agivano in difesa dell’umanità, sovente manipolandola. Il tradimento di uno dei membri, Harry Tanner, dava il via a vicende complesse e articolate che Cornell non ha avuto però modo di approfondire, poiché sostituito da Peter Milligan, trasgressivo autore di Shade The Changing Man, The Extremist, X-Statix e altri gioielli.
Milligan è versatile e sa scrivere sia fumetti for mature readers sia mainstream ma la qualità dei suoi lavori è altalenante e nell’ambito del reboot, per esempio, la sua Red Lanterns non è niente di che. Ma con Stormwatch le cose vanno meglio e, pur non raggiungendo i livelli di estremismo di altri suoi lavori, ha firmato un ottimo mensile di fantascienza. Milligan ha ripreso tutti gli elementi narrativi introdotti da Cornell e con questo terzo tp che include i nn. 13-18 della testata originale nonché lo speciale n. 0 conclude la sua story-line, risolvendo parecchie questioni in sospeso.
La situazione della squadra è infatti preoccupante. Dopo l’abbandono di Martian Manhunter, qualcosa di strano sta accadendo alla piccola Jenny Quantum e, come se non bastasse, la leader Engineer rivela una progressiva perdita di umanità che non fa presagire nulla di buono. Inoltre, il Comitato Ombra non rinuncia a far valere la sua autorità e il perfido Harry Tanner, coadiuvato da Projectionist, si rifarà vivo, dal momento che le sue macchinazioni sono lungi dall’essersi concluse. Ma è davvero così? Nel n. 0, Milligan rivela notizie impensabili su Jenny Quantum e si scoprirà che esistono legami tra gli Stormwatch e i Demon Knights, con tanto di Merlino e minacce occulte da affrontare.
Ma questo non è che il semplice preludio alla sequenza finale della gestione Milligan che spingerà la coppia gay Midnighter e Apollo ad andare a Londra per confrontarsi con il demone Etrigan, in episodi dai toni horror che possono far pensare a certe storie di Hellblazer scritte dallo stesso Peter. Tra condomini abitati da serial killer, omicidi efferati e possessioni demoniache, quindi, gli Stormwatch se la vedranno con un pericolo immane. Ed è qui che lo sceneggiatore si sbizzarrisce con i colpi di scena: Harry Tanner ha tradito il gruppo, d’accordo; ma il tradimento è realmente motivato da intenti malvagi? E se esistessero altri traditori all’interno della squadra? Senza spoilerare, specifico che nell’ultimo capitolo lo status quo degli Stormwatch subirà un drastico mutamento. Per giunta, Milligan si diverte a giocare, oltre che con Demon, con un’altra creazione dell’immortale Jack Kirby e cioè Omac. E farà apparire pure l’aggressiva Zealot, ben nota ai fan della Wildstorm.
Stormwatch non è una serie rivoluzionaria ma vanta ottimi testi, dialoghi incisivi e trame dal ritmo serrato e avvincente. E i disegni non sono affatto disprezzabili. A rappresentare le situazioni sci-fi immaginate da Peter ci sono i bravi Will Conrad e Cliff Richards. Entrambi in possesso di uno stile realistico e graffiante, riescono a visualizzare le immense distese dello spazio siderale, le pazzesche ambientazioni hi-tech del quartier generale degli Stormwatch, gli oscuri appartamenti londinesi pieni di cadaveri in cui agiscono i seguaci di Etrigan o le desolate lande dell’Antartide in cui finiscono Midnighter e Projectionist con indubbia eleganza. E bisogna altresì segnalare il lay-out inventivo. Insomma, Stormwatch è un buon fumetto supereroico e ha il merito di aver messo sotto la luce dei riflettori personaggi non privi di potenzialità.