User, la recensione del volume Vertigo disegnato da John Bolton e Sean Phillips
Pubblicato il 23 Dicembre 2013 alle 12:38
Se la vita quotidiana fa schifo ci si può sempre rifugiare in quella virtuale. È ciò che decide di fare Meg, l’incasinata protagonista di User, miniserie Vertigo scritta da Devin Grayson e illustrata da John Bolton e Sean Phillips! Ma è davvero una soluzione? Scopritelo in questo tp targato RW-Lion!
User
Grandi Opere Vertigo
Autori: Devin Grayson (testi), John Bolton, Sean Phillips (disegni)
Casa Editrice: RW-Lion
Genere: Fantascienza
Provenienza: USA
Prezzo: € 17,95, 16,8 x 25,6, pp. 160, col.
Data di pubblicazione: novembre 2013
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Internet ha grandi potenzialità ma implica anche lati negativi. L’uso ormai smodato del pc e la tendenza a trascorrere ore di fronte a uno schermo visitando siti di vario tipo e frequentando chat e community ha fatto nascere numerose patologie come per esempio l’Internet Addiction Disorder, provocata dall’uso eccessivo della rete, appunto, e che impedisce a coloro che ne sono affetti di allontanarsi dal mondo virtuale che li ha sedotti. E la miniserie User affronta proprio questa tematica. Scritta da Devin Grayson, è incentrata su Meg, una ragazza normale e tranquilla, esperta di informatica, che lavora in una piccola ma intraprendente società.
La sua vita privata non è il massimo, dal momento che la madre se n’è andata, e lei vive con un padre dal carattere debole e una sorellina incasinata, per giunta continuamente molestata da un amico di famiglia. Forse è per questo motivo che un giorno decide di evadere partecipando ad un gioco online ispirato al fantasy. Ogni giocatore può creare un personaggio e interpretarne il ruolo, rispettando alcune regole. All’inizio Meg non è molto convinta ma poi si appassiona alla cosa, identificandosi in maniera sempre più preoccupante con il suo alterego, il cavaliere in armatura Guillame De La Coeur, giovane, affascinante, coraggioso, desiderato sia dalle donne che dagli uomini.
E ciò che era nato come semplice passatempo si trasforma in ossessione e la vita reale di Meg ne risente. Trascura il lavoro fino al punto di farsi licenziare, non pensa alla sorellina, non riesce più a distinguere il mondo vero da quello virtuale. E lo stesso vale per gli altri giocatori. Internet diviene quindi un universo alternativo in cui ci si può nascondere dietro un nickname, scegliere il sesso di appartenenza e, in maniera distorta e deviata, sperimentare amicizie o dissapori e vivere storie d’amore e avventure sessuali.
Devin Greyson analizza le contraddizioni dei social network che poi di ‘sociale’ non hanno assolutamente nulla poiché costringono gli utenti a rimanere di fatto chiusi ed isolati nelle loro stanze, spesso per giornate intere. E User descrive altresì l’aridità e l’indeterminatezza dei nostri tempi internettiani. La storia è leggibile ma un po’ cervellotica e non mancano illogicità (per esempio, non riesco a spiegarmi come sia possibile che un padre rimanga impassibile quando scopre che la figlia è insidiata dal suo migliore amico e non senta la necessità di intervenire) e in varie sequenze i testi risultano troppo sperimentali poiché Devin Greyson opta per uno slang cyber che, benché appropriato per l’argomento, risulta ostico.
User mi ha fatto pensare a un romanzo di Dennis Cooper, God Jr., tradotto in Italia da Fazi Editori, in cui un padre decideva di partecipare a un gioco online fantasy amato dal figlio defunto, assumendone l’identità fittizia allo scopo di comprenderlo meglio e tenerne vivo il ricordo, e non riuscendo poi più a fare una distinzione tra la sua esistenza quotidiana e quella popolata da maghi, guerrieri e streghe. In User accade qualcosa di simile e ci sono due trame parallele: quella incentrata su Meg e i suoi problemi; e quella riguardante Guillame, impegnato in una estenuante guerra al servizio di una nobile principessa.
La parte grafica è l’elemento più interessante ed è appannaggio di due ottimi penciler: John Bolton e Sean Phillips, ben noti ai fan Vertigo. Bolton si occupa delle pagine ambientate nel mondo fiabesco di Guillame e realizza tavole pittoriche di grande bellezza formale, con la raffinatezza e l’eleganza che contraddistinguono le sue produzioni, valorizzate da splendidi colori. Phillips invece illustra le pagine relative alla vita reale di Meg e pure lui sceglie soluzioni pittoriche, rivelandosi all’altezza di Bolton. Dal punto di vista visivo, quindi, User è omogeneo. Nel complesso, è una miniserie interessante che coinvolge e fa riflettere, forse con una story-line non pienamente riuscita ma tuttavia tipica del nostro tempo e perciò attuale. Da provare.