Orfani n. 3: Primo Sangue, La recensione della serie Bonelli
Pubblicato il 17 Dicembre 2013 alle 11:30
Era abituato a domare i tori nell’arena, Ringo. Prima della luce bianca, del tuono e delle fiamme. Prima dell’apocalisse. Ora è lui la testa calda da domare, sfrontato e indisciplinato membro degli Orfani, addestrati per recarsi sul pianeta che ha attaccato la Terra e ingaggiare in combattimento gli alieni ostili. Ringo non china il capo neanche dinanzi alla morte finché non scoprirà di avere anche lui un punto debole.
Orfani n. 3 – Primo Sangue
Autori: Roberto Recchioni (soggetto e sceneggiatura), Luigi Cavenago (Disegni), Massimo Carnevale (copertina)
Casa Editrice: Sergio Bonelli Editore
Genere: Fantascienza
Provenienza: Italia
Prezzo: 4,50 euro
Data di pubblicazione: 17 dicembre 2013
La nuova miniserie a colori della Bonelli, scritta da Roberto Recchioni, giunge al terzo numero, finora senz’altro il più avvincente ed intrigante per dinamiche narrative e tematiche proposte insieme alla solita abbondante dose di action. Dopo l’albo d’esordio che presentava situazione e personaggi, ed il secondo dedicato alla bella Juno, qui il protagonista è Ringo, giovanissimo toreador prima dell’apocalisse.
Come di consueto, la storia è divisa in due differenti linee temporali che tornano ad essere equamente distribuite dopo lo sbilanciamento dello scorso numero raccontando rispettivamente l’addestramento dei giovanissimi Orfani sulla Terra e le loro vicissitudini da adulti sul pianeta che ha (o avrebbe) attaccato la Terra.
Nella prima parte, Ringo viene condannato a morte dal Colonnello Nakamura per la sua insubordinazione. Solo facendo leva sul suo punto debole, sui suoi sentimenti, Ringo potrebbe chinare il capo di fronte all’autorità superiore. Un risvolto narrativo efficacissimo nella sua semplicità poiché va a complicare non poco l’interrelazione tra i personaggi per il prosieguo della serie.
Memorabile la scazzottata nelle docce che ricorda quella vista nel film di fantascienza Ender’s Game, uscito lo scorso ottobre e tratto dal romanzo di Orson Scott Card. La sequenza è resa con gran dinamismo, tra onomatopee e linee cinetiche, dall’ottimo Luigi Cavenago il cui stile non si discosta da quello dei disegnatori che l’hanno preceduto nei primi due numeri, un mix riuscito tra realismo e cartoon con una colorazione mai puramente accessoria ma atta al coinvolgimento emotivo del lettore.
Nella seconda parte dell’albo, Recchioni ci scaraventa in piene Star Wars, saga cinematografica di cui è cultore e che cita riproponendone alcune tipiche inquadrature nella grande battaglia d’apertura. Esplicita e gradita strizzata d’occhio a L’Impero Colpisce Ancora quando Ringo precipita col suo caccia in una zona paludosa e deve uscirne coadiuvato da un astrodroide fluttuante. L’incontro con una bestia aliena vedrà Ringo, in qualche modo, rispecchiarsi col suo passato, esattamente come accadeva a Juno nel secondo numero.
La struttura della serie ormai sembra essere ben delineata. La narrazione è sempre molto immediata e ficcante, dialoghi asciutti privi di fronzoli, personaggi fortemente concettuali e memorabili con una cura estetica sempre ricercata e di ottimo livello. Un andirivieni tra passato e futuro, bambini costretti ad essere adulti, soldati generati da un’innocenza perduta in una guerra ancora tutta da decifrare.