Dylan Dog, la recensione del numero 327
Pubblicato il 10 Dicembre 2013 alle 09:54
Il sonno che di solito rigenera può portare anche morte e dolore.
Dylan Dog 327 – I sonnambuli
Soggetto e sceneggiatura: Andrea Cavalletto
Disegni: Luca Dell’Uomo
Copertina: Angelo Stano
Casa Editrice: Sergio Bonelli Editore.
Provenienza: Italia.
Prezzo: 2,90 Euro.
Data di pubblicazione: Novembre 2013
Questo numero di Dylan Dog regala emozioni e atmosfere tipiche del Dylan Dog degli anni ’90. Sin da subito sembra di legger una delle storie migliori. Ritmo incalzante, presenza delle spalle del protagonista in splendida forma e casi interessanti su cui l’old boy deve indagare.
La storia inizia con un omicidio avvenuto tra le mura domestiche con protagonista un avvenente donna che avrebbe ammazzato l’amato marito durante il sonno. L’indagata chiede l’aiuto di Dylan Dog perché ritiene d’esser stata posseduta da una creatura e di esser in tranche durante l’omicidio. Inoltre tutti confermano che la coppia fosse molto affiatata. L’old boy chiede aiuto all’ispettore Bloch, che però non ha dubbi sulla colpevolezza della ragazza. Questa sicurezza però viene meno quando si presentano in città altri casi di omicidio perpetrati da persone in stato catatonico, quasi fossero sonnambuli.
Da qui le indagini si fanno sempre più intricate e piano piano il bandolo della matassa verrà sciolto non senza notevoli colpi di scena.
Nella prima parte si tratta più di un giallo a tinte forti con la ricerca di informazioni da parte dell’investigatore dell’incubo e di Bloch per far luce sugli omicidi, ma andando avanti con la lettura aumenta la tensione che esplode poi nel finale che regala un colpo di teatro molto apprezzato.
Ci sono riferimenti anche ad altre opere della serie, in particolari a Gli Uccisori, e saranno molto apprezzati dagli amanti di Dylan Dog i ruoli di Bloch e Groucho che qui sono sfruttati molto bene soprattutto nella prima parte.
Giudizio positivo sui disegni di Dell’Uomo, che ha disegnato alcuni tra i primi numeri della serie come appunto Gli Uccisori e che richiama in alcune tavole il grande Magnus. Il tratto è molto classico, ma estremamente adatto nel trasmettere la giusta tensione al lettore.