I Bambini Inchiodati, da Cyrano Comics la recensione del volume a fumetti di denuncia sociale
Pubblicato il 30 Novembre 2013 alle 14:45
Affinché il fumetto possa elevarsi a denuncia sociale e possa illuminare coloro che non sanno cosa succede al di fuori del proprio paese, viene pubblicato: I bambini inchiodati. Una storia che racconta dei bambini del nord dell’Albania in costante ricerca di felicità e libertà.
I bambini inchiodati
Autore: Nicola Bernardelli e Luca Falesiedi (Illustrazioni), Enrico Bante (Sceneggiatura)
Casa Editrice: Cyrano Comics
Genere: Drammatico
Provenienza: Italia, Albania
Prezzo: 3.80 €, pp. 80, b/n
Data di pubblicazione: Maggio 2013
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Da uno spettacolo teatrale alla trasposizione in fumetto. I bambini inchiodati si serve delle diverse arti per poter arrivare a più persone possibili. Questo può avvenire grazie al progetto On The Stage Arti e comunicazione sociale per l’impegno giovanile a Scutari, ideata dall’associazione Dora e Pajtimit in collaborazione con IPSIA e cofinanziata dal Comune di Milano all’interno del bando Milano per il co-sviluppo.
L’opera in questione si occupa di denunciare una pratica arcaica, eppure ancora in uso, in Albania veramente atroce: il Kanun, che risulta essere l’equivalente della legge del taglione con la differenza che qui si trattano le vite dei famigliari comprese donne e bambini. Ed è proprio di questi ultimi che tratta il nostro volume. Queste barbarie pongono l’attenzione sui bambini costretti alla reclusione forzata, alle volte, senza nessuna possibilità di sfogo, per paura che questi possano essere bersaglio della vendetta reclamata dal Kanun. Queste povere e innocenti vittime delle ritorsioni familiari, sono così lacerate e strappate dai propri diritti che dovrebbero accompagnare ogni singolo bambino, nessuno escluso.
Una narrazione scorrevole e molto incisiva. Le atmosfere sono da fiaba dark che mano a mano sfociano in ambienti più ricchi di luce e di speranza. Gli illustratori sono tra loro molto diversi, il primo si adatta di più ad uno stile onirico, fiabesco e dai toni scuri e ovattati che cede il posto ad un illustratore invece più dinamico, pulito e realistico. Il passaggio tra le due espressioni non risulta tanto ostico grazie alla strategia narrativa utilizzata. Devo dire che preferivo nettamente le ambientazioni più liriche e annebbiate non sentivo la necessità di cambiare completamente registro per sottolineare l’arrivo della speranza e della libertà.
Le metafore utilizzate sono veramente azzeccate ed efficaci, l’utilizzo di volatili che danno un senso di controllo dall’alto totale e di sottomissione, l’impiego di rapaci notturni e diurni per definire il male e il bene e molti altri simboli che fanno riflettere sul tema. Caratterialmente i personaggi non sono di spicco ma fanno da contorno ad un tema che viene urlato dal profondo dagli abitanti e da tutti coloro che chiedono la conclusione definitiva di questo stupido e inutile spargimento di sangue. Ricordiamo inoltre che queste pratiche disumane e ingiuste non fanno altro che trasformare questi bambini in adulti pieni di odio e avversione verso il prossimo.