Quelle 12 storie: riflessioni sulla dignità e sulla legittimità del Fumetto in Italia

Pubblicato il 2 Dicembre 2013 alle 14:00

Il Fumetto in Italia ha una proprio dignità e legittimità?

C’è una piccola fetta di appassionati che oltre leggerli i fumetti li promuove.

Cosa significa oggi promuovere il fumetto?

Significa in teoria barcamenarsi in discussioni più o meno colte con interlocutori più o meno colti sulla dignità del medium, sulla sua efficacia, sulla sua storia.

In pratica significa imprecare furiosamente quando nelle librerie di varia i fumetti vengono accatastati in maniera casuale in un misero scaffale magari fra altri prodotti della cultura italiana media per teenager troppo cresciuti e biografie di calciatori con al massimo la terza media.

Sulla efficacia del medium fumetto potremmo discutere all’infinito o quasi ma sulla sua dignità, oggi, nel nostro paese?

E’ indubbio che la sua dignità passi attraverso il filtro della sua percezione che è quella prettamente sociologica, il cosplay ad esempio, o commerciale, la trans-medialità, su cui però andrebbe aperta una discussione a parte volta ad evidenziare come negli ultimi anni il “fumetto” sia stato il bacino creativo da cui Hollywood e l’industria videoludica, solo per citare le due più grosse, abbiano attinto con più avidità.

Ma la dignità deve passare anche dalla sua legittimità.

Ogni lettore che fuori dal coro grida il valore universale di opere come Sandman e From Hell o di autori come Kirby o Miller è solo ed è altrettanto semplice “spiegare” questa solitudine.

Chiunque vi dica che Verne, Dickens, Poe, Doyle ad esempio abbiano scritto capolavori legittimi non mente: andate in una qualsiasi libreria ed acquistate una qualsiasi edizione delle opere dei suddetti autori, leggetela e fatevi una vostra idea. Potrà piacervi più Verne di Poe ma questo non intacca la loro legittimità né tanto meno la loro dignità.

Se si volesse compiere la medesima operazione con il fumetto l’impresa sarebbe pressoché impossibile.

Tutti noi lettori ci siamo imbattuti in fumetteria almeno una volta in un neofita, un lettore alle prime armi, a cui amorevolmente abbiamo consigliato questo o quel volume: “devi leggere The Killing Joke è una storia imprescinbile!” ad esempio.

La parola chiave qui è imprescindibile proprio perché significa che non se ne può fare a meno e in tal senso queste opere sono quelle che legittimano il fumetto, lo parificano alla letteratura in prosa e alle altre forme d’arte nei contenuti e nella forma.

Ma imprescindibile significa anche che non possono mancare giusto? Per un lettore alle prime armi è un peccato veniale non possedere una copia di suddette opere “fondamentali” ed allora il lettore “anziano” potrà sgolarsi ma cosa succede se queste opere mancano fisicamente?

Qualche giorno fa il noto sito statunitense comicbookresources.com ha aggiornato la sua TOP 100 Comicbook Storylines ovvero la classifica, stilata dai lettori sia ben chiaro, con cui si premiano le 100 migliore “storie” del fumetto.

Scorrendo la classifica, che è corredata da motivazioni puntuali sul perché la storyline è lì in quella posizione, notate anche voi quello che noto io nelle prime 12 posizioni?

  1. Watchmen
  2. X-men – The Dark Phoenix Saga
  3. Daredevil – Devil Born Again
  4. All-Star Superman
  5. The Dark Kinght Returns
  6. Batman Year One
  7. Kingdom Come
  8. Sandman – Season of Mist
  9. Maus
  10. Crisis on Infinite Earths
  11. Batman – The Long Haloween
  12. Teen Titans – Judas Contract

Attualmente in Italia sono disponibili: The Dark Knight Returns, Daredevil – Born Again, All-Star Superman e Maus.

Delle 8 rimanenti, 2 sono “quasi recuperabili” ovvero Watchmen in 12 spillati (che dovrebbero però essere in esaurimento) e The Dark Phoenix Saga contenuta però in un omnibus dal prezzo importante.

Le altre 6 mancano dagli scaffali, da poco o da tanto tempo non ha importanza, mancano!

Se un lettore, casuale o non, entra in una libreria o negozio specializzato e non ha la libertà di chiedere una copia di Watchmen quali speranze ci sono di poter mutare la percezione del fumetto in Italia?

Così come il Canto di Natale o Lo Studio in Rosso sono sempre disponibili sugli scaffali così queste opere della Nona Arte lo devono essere e lo devono essere in edizioni dignitose nella forma e nei contenuti senza alcun tipo di manipolazione o impoverimento.

Attenzione però questa non è una critica alla componente pop-olare del fumetto senza la quale il medium in sé cesserebbe di esistere, la fruizione digitale in tal senso non è ancora a mio modo di vedere una fruizione popolare nel nostro paese, quanto piuttosto al suo eccessivo sfruttamento anche e soprattutto in termini grossolani ed inadeguati.

Leggete, leggete tanto e bene ma chiedete alla case editrici, chiedete tanto e chiedete bene.

D’altronde oggi la casa editrice non è “solo” il “mezzo” che hanno disposizione i lettori per leggere e far leggere? E se questo “mezzo” non soddisfa non è compito del lettore sensibilizzare la casa editrice affinché la macchina lavori a pieno regime commercialmente, eticamente e culturalmente?

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