Gli Archivi Bonelli: la recensione del volume dedicato a Tiziano Sclavi
Pubblicato il 24 Novembre 2013 alle 14:30
Che sia sulle pagine di Zagor o su quelle di un altro nolittiano, Mister No, o ancora su quelle di casa, di Dylan Dog: le caratteristiche di Tiziano Sclavi restano inconfondibili. E apprezzabilissime.
Gli Archivi Bonelli – Tiziano Sclavi
Autore: Tiziano Sclavi.
Casa Editrice: Rizzoli Lizard.
Provenienza: Italia.
Genere: Horror, fantascienza
Prezzo: 28,00 Euro.
Data di pubblicazione: Settembre 2013.
Leggi l’anteprima
Diciamo “Gli Archivi Bonelli Volume 2” e parliamo di un tomo mastodontico, di circa 550 pagine, tutte dedicate a uno degli autori più importanti della casa editrice milanese, quel Tiziano Sclavi che i più conoscono solo come creatore di Dylan Dog, ma che questo volume ci insegna ad apprezzare anche come autore di altre storie, di altri personaggi.
Dopo Guido Nolitta, Rizzoli Lizard omaggia Tiziano Sclavi attraverso tre dei personaggi per i quali ha scritto: Dyaln Dog, Zagor e Mister No. Tre serie per cinque storie che tornano a brillare tra le pagine di quest’elegante volume, ricco di interessanti approfondimenti e chicche inedite capaci di conquistare non solo gli amanti di Sclavi, ma in generale tutti i cultori delle nuvole parlanti.
“Memorie dall’invisibile”, “Gli orrori di Altroquando”, “Gli inquilini arcani”, “Ufo” e “Il tesoro maledetto”: queste le storie firmate dallo scrittore di Broni riproposte nel volume che prosegue la straordinaria collana dedicata ai grandi autori della Sergio Bonelli Editore. Una grande penna ai testi, ma firme altrettanto valide ai disegni: Casertano, Micheluzzi, Roi, Civitelli e Ferri. Insomma, basta fare i nomi.
E le chicche? Anzitutto la storia inedita frutto della collaborazione di Sclavi e Lorenzo Mattotti, “Il fantasma del west”, storia breve, sì, ma molto interessante, non solo perché permette di farsi un’idea sugli esordi – già promettenti! – del disegnatore bresciano, ma anche perché mostra una storia presentata in maniera moderna e innovativa, il cui protagonista è un cacciatore di indiani chiamato Dylan Dog, inizialmente nome standard dei personaggi sclaviani.
Il volume contiene anche le prime pagine della sceneggiatura originale de “L’alba dei morti viventi”, la prima storia in assoluto che vede come protagonista un altro Dylan Dog, quello più famoso, con alcune tavole a matita di Angelo Stano e una lettera che Sclavi inviò al disegnatore per presentare alcuni comprimari della serie: Sybil e Xabaras.
Il volume, a cura di Michele Ginevra con prefazione di Giulio Giorello, ha dunque molteplici motivi di interesse. Tra i principali, i personaggi che il papà dell’Indagatore dell’Incubo è stato capace di realizzare. Dalla splendida Bree Daniels all’uomo invisibile protagonista della stessa storia, dai grotteschi personaggi che danno vita agli orrori di Altroquando agli arcani inquilini che popolano gli altrettanto arcani appartamenti di uno dei tanti palazzi londinesi, passando per cacciatori di tesori, morti che ritornano, testardi e divertenti cosmonautici sovietici: una galleria di umanità – e disumanità – assurda e credibile al tempo stesso, ma anche indimenticabile, che avvince e fa riflettere.
Se a ciò aggiungiamo le bellezza delle atmosfere che permeano le pagine del volume, che impreziosiscono le storie, ora stranianti ora inquietanti, ora sognanti ora struggenti, si capisce appieno la portata di un volume il cui maggior pregio è quello di aprire nuovi sbocchi, alcuni davvero inconsueti, sulla poetica sclaviana, sulle realtà altre e diverse che sono sempre a portata di mano ma che si preferisce non vedere. A meno che non sia Tiziano Sclavi a illuminarle.