Shade l’Uomo Cangiante n. 3 – Recensione Vertigo RW Lion Comics
Pubblicato il 23 Novembre 2013 alle 12:30
Continuano le folli e visionarie vicissitudini di Shade l’Uomo Cangiante narrate da Peter Milligan e disegnate da Chris Bachalo! La guerra contro l’Urlo Americano si fa più avvincente che mai e non potete perdere il nuovo tassello di una delle più celebrate serie Vertigo!
Shade l’Uomo Cangiante n. 3
Autori: Peter Milligan (testi), Bryan Talbot, Chris Bachalo (disegni)
Casa Editrice: RW-Lion
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Prezzo: € 14,95, 16,5 x 25,2, pp. 160, col.
Data di pubblicazione: novembre 2013
L’America è un virus. L’America è un cancro. L’America è il Male. Sono i concetti espressi da Peter Milligan nella dirompente serie che gli ha dato fama e successo, Shade The Changing Man, dedicata a un classico personaggio degli anni settanta inventato dal grande Steve Ditko. Shade è un alieno proveniente dal pianeta Meta giunto sulla terra per sventare le macchinazioni del terribile Urlo Americano, entità che ha reso gli Stati Uniti un immenso manicomio. Ad ogni regione statunitense corrisponde una differente patologia o almeno erano questi i presupposti all’inizio della saga. Con il proseguire delle trama, però, Shade si è reso conto che la follia è presente non solo in determinate aree del paese ma anche nei comportamenti, nella psiche delle persone e in qualsiasi altro elemento (politico, sociale, mediatico) esistente negli USA.
Coadiuvato dalla bella e alcolizzata Kathy con cui ha una relazione e dalla bisessuale e cleptomane Lenny, Shade è stato finora impegnato in un incredibile viaggio on the road, seguendo il flusso di follia. Ma la situazione è complicata. Kathy, ancora traumatizzata dall’assassinio dei genitori e del suo fidanzato ad opera di un serial killer, è tormentata dai sensi di colpa. Per giunta Shade occupa il corpo di Troy Grenzer, l’omicida in questione, e un residuo della sua personalità a volte prende il sopravvento. Ed è accaduto proprio quando Shade e Kathy hanno fatto l’amore per la prima volta. Kathy non ne è consapevole ma cosa accadrebbe se scoprisse l’agghiacciante verità?
E in questo terzo tp che include i nn. 14-19 della testata originale i nodi vengono al pettine e le cose non saranno più le stesse. Per giunta, l’Urlo Americano colpirà ancora e stavolta il dissidio con Shade giungerà forse a una conclusione sconvolgente. Milligan, con intelligenza, finora aveva inserito enigmi e misteri nei vari episodi senza chiarirli ma ora darà alcune risposte. Cos’è veramente l’Urlo Americano? Qual è la sua natura? Quali sono le sue origini? E che ruolo avrà un non meglio identificato Spirito, una creatura che afferma di essere parte della Meta-veste utilizzata da Shade? E soprattutto cosa nasconde Wizor, il mentore di Shade, e che rapporti ha con l’altrettanto misterioso Stringer, il rappresentante dei servizi segreti che insegue l’alieno sin dal primo episodio?
Con una struttura narrativa sincopata e burroughsiana, Milligan gioca con gli intrighi senza scordarsi di denunciare per l’ennesima volta le devianze a stelle e strisce. In questa occasione se la prende con il fondamentalismo religioso e la ristrettezza mentale dei bigotti in un episodio illustrato dall’efficace Bryan Talbot; poi attacca le grandi catene di ipermercati che distruggono i piccoli negozianti, utilizzando la metafora delle sparatorie da Far West (e non mancano gli archetipi dei cowboy, tanto cari agli americani di destra, personificati dall’Urlo) ed evidenzia la realtà orribile dei senzatetto e degli sbandati che vivono nel degrado, esclusi e trascurati dalla maggioranza della società ‘rispettabile’. E attacca persino l’ipocrisia consumistica delle festività natalizie.
In un episodio inoltre c’è un accenno ad Elvis Presley. In realtà, Milligan e Bachalo avevano realizzato un intero episodio sul re del rock’n’roll, da essi considerato elemento imprescindibile dell’immaginario americano. Tramite Elvis, Peter intendeva fare una satira dello star system e di tutto ciò che comporta (le droghe, l’ansia di guadagno delle corporation, la perdita dell’equilibrio psichico dei divi, il giovanilismo dilagante e così via) ma gli eredi di Elvis annunciarono querele. Peter fu perciò costretto a modificare l’episodio, riducendo la story-line di Elvis a pochi, brevi riferimenti inseriti nel contesto di una lettera che Shade scrive a Kathy.
I testi di Milligan sono anche in questo terzo volume visionari e inventivi come non mai. Provocatori al punto giusto, risentono degli esperimenti linguistici post-moderni, con echi della Beat Generation e della controcultura e pieni di riferimenti, a cominciare da Kafka. È in questi episodi poi che Chris Bachalo abbandona lo stile alla Art Adams degli inizi, piuttosto grezzo e incerto, e si avvicina all’impostazione graffiante che i suoi fan conoscono. Anche il lay-out è più inventivo e strano, in linea con le situazioni destabilizzanti partorite dall’immaginazione di Milligan.
Shade The Changing Man rimane attuale e, oltre ad essere una delle più incisive serie Vertigo di sempre, è l’analisi impietosa di un paese, creato e dominato dagli Illuminati (c’è un palese riferimento alle logge massoniche e ai gruppi occulti di potere in alcune vignette), che contamina il mondo intero. Come un virus, appunto. Come un cancro.