Dragonero n. 3 – Gli impuri – Recensione
Pubblicato il 7 Novembre 2013 alle 18:00
Continua il mini-ciclo narrativo che serve a far ambientare i nuovi lettori nel mondo di Ian Aranill, sullo sfondo di una situazione sempre più tesa e preoccupante.
Dragonero n. 3 – Gli impuri
Autori: Luca Enoch, Stefano Vietti (testi) e Giuseppe Matteoni (disegni).
Casa Editrice: Sergio Bonelli Editore.
Provenienza: Italia.
Genere: Fantasy.
Prezzo: 3,30 Euro.
Data di pubblicazione: Agosto 2013.
Con “Gli impuri” la serie di Dragonero prende una piega decisamente più attiva. Neanche il tempo di aprire l’albo, infatti, e si comincia con lo scontro che vede Ian, Sera e Gmor da una parte e gli Impuri dall’altra, scontro che, per il fatto stesso che è stato atteso un bel po’, promette molto, senza tuttavia mantenere, visto che in verità fila via in maniera troppo veloce, evitando di mettere in scena quella che sarebbe stata la parte più interessante della lotta.
A ogni modo, però, la missione dei tre ha successo e i nostri recuperano il segreto del suanin. Si passa così dal cuore della montagna alle stanze del potere, nelle quali si discutono i provvedimenti da adottare per scongiurare la guerra contro gli ochi ribelli. Il protagonista della saga di Luca Enoch e Stefano Vietti si sposta da un luogo all’altro mantenendo immutato il proprio carisma e le proprie capacità.
Immutata, del resto, è anche la qualità dei disegni di Giuseppe Matteoni, che impreziosiscono una storia capace di alternare ritmi, punti di vista e sfondi differenti, mantenendo però sempre la coerenza e la linearità del racconto.
Dopo un confronto con le alte sfere, Ian, ricongiuntosi alla sorella Myrva, oltrepassa le linee del nemico per tentare di scoprire chi c’è dietro la rivolta degli orchi, ma anche come arrestare la minaccia del fango pirico. Noi con lui approdiamo nelle turbolente terre controllate dalla Signora Nera, approfondiamo il rapporto dell’inquietante figura con l’elfa nera, ma non fatichiamo a immaginare chi in realtà possa nascondersi dietro i suoi abiti.
Il piano che ha elaborato è complesso, ma sembra non incontrare particolari difficoltà e minaccia l’intero universo narrativo approntato dal duo Enoch-Vietti. L’idea che ne è alla base è affascinante, ma sulla piena godibilità grava la sensazione di mancata sorpresa.
In chiusura dell’albo, infine, un consiglio degli orchi, sullo sfondo di una situazione che diventa sempre più complessa e minacciosa, ma che mantiene aperte tante possibilità e motivi di interesse. Del resto, nonostante la gravità della vicenda, gli autori hanno buon gioco nell’inserire gli intermezzi comici costituiti dai battibecchi tra l’orco Gmor e l’elfa Sera, che quasi sempre raggiungono il loro obiettivo.
Insomma, l’impressione è che, nel proseguire il percorso del mini-ciclo narrativo che apre la prima serie fantasy bonelliana, si sia in questo albo dato maggior peso all’azione, senza particolari contraccolpi sulla comprensione di eventi, mentalità e ambientazione, ma senza neanche essere ancora riusciti a trovare il giusto equilibrio che potrebbe significare per la storia e il mondo di Ian Aranill una vera e propria consacrazione.