Marvel Omnibus Fantastici Quattro di John Byrne – Recensione Panini Comics

Pubblicato il 4 Novembre 2013 alle 11:30

Panini Comics propone un Omnibus dedicato al più importante supergruppo della Marvel: i Fantastici Quattro! Non perdete una pietra miliare della Casa delle Idee realizzata da uno dei maestri del fumetto mondiale: il grande John Byrne!

omnibus fantastici 4 john byrneFantastici Quattro di John Byrne

Autori: Chris Claremont, Marv Wolfman, Bill Mantlo, John Byrne (testi), John Byrne (disegni)

Casa Editrice: Panini Comics

Genere: Supereroi

Provenienza: USA

Prezzo: € 59,00, 18,3 x 27,7, pp. 768, col.

Data di pubblicazione: ottobre 2013

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La serie Fantastic Four ha un’indiscutibile importanza nell’ambito del fumetto americano. Al pari infatti delle versioni moderne di Flash e Lanterna Verde impostate alla DC da Julius Schwartz, è l’opera che diede il via alla Silver Age dei comics riportando in auge il genere supereroico. Ma il primo numero del comic-book, uscito nel novembre 1961, realizzato dagli immortali Stan Lee e Jack Kirby, rappresentò il punto di partenza del Marvel Universe, ponendo quindi le basi di un vasto pantheon narrativo che ancora oggi avvince i lettori. Ci sarebbero molte cose da dire sui personaggi, sull’innovazione che Fantastic Four rappresentò nell’ambito dei fumetti di supereroi, ma mi occorrerebbe uno spazio più ampio di quello necessario per una recensione. Specifico solo che sin dal principio il Favoloso Quartetto ottenne un successo di pubblico e critica senza precedenti e negli anni sessanta il loro mensile fu il più importante della Casa delle Idee.

Ciò fu dovuto a Lee e Kirby che crearono character e concetti fondamentali del Marvel Universe: cattivi come il Dr. Destino, esseri cosmici come Galactus, la razza degli Inumani, gli alieni Kree e Skrull e centinaia di altre mirabolanti invenzioni. Secondo una scuola di pensiero, la run di Lee e Kirby è la migliore in assoluto e ciò vale specialmente dal punto in cui le matite di Kirby furono inchiostrate da Joe Sinnott. Quando, però, alla fine dei sixties il Re Jack abbandonò la Marvel le cose cambiarono. La popolarità dei quattro era sempre elevata ma la testata divenne meno innovativa, sebbene i numerosi autori che se ne occuparono realizzarono spesso episodi convincenti.

Ma c’è un altro periodo della storia editoriale di Fantastic Four reputato imprescindibile e che a detta di molti va messo sullo stesso piano della run di Lee e Kirby e cioè quello di John Byrne. Panini Comics pubblica un corposo Omnibus che include non solo i primi episodi della gestione anni ottanta di Byrne ma pure altri disegnati in anni precedenti. Già, perché Byrne non iniziò ad occuparsi di Fantastic Four a partire dal n. 232 della testata originale. Il volume si apre con i nn. 61-62 di Marvel Team-Up, mensile dedicato alle alleanze dell’Uomo Ragno. Scritti dal leggendario Chris Claremont con cui Byrne lavorò nell’acclamata run di Uncanny X-Men, è imperniato sull’Arrampicamuri alle prese con il terribile Super Skrull, aiutato prima dalla Torcia Umana e poi da Ms. Marvel. Le storie sono divertenti e godibili e il lettore avrà modo di ammirare l’interpretazione grafica che il penciler fa di Johnny Storm.

omnibus fantastici 4 john byrne recensione 2

C’è inoltre il n. 50 di Marvel Two-In-One che invece era dedicato ai team-up della Cosa. Byrne firma sia i testi che i disegni e perciò l’albo rappresenta il suo primo, vero contributo narrativo alla saga del Quartetto. Tra realtà alternative e situazioni sci-fi Byrne analizza lo stato d’animo della Cosa, l’incapacità di accettare la sua mostruosità e nello stesso tempo la scarsa voglia di tornare alla normalità (elemento che diventerà dominante negli anni ottanta e che Byrne approfondirà sia in Fantastic Four che in The Thing).  Dopodiché si passa ai nn. 209/221 di Fantastic Four. In questo story-arc il penciler divenne l’illustratore regolare del comic-book e le storie furono scritte da Marv Wolfman e Bill Mantlo. Inoltre, le matite di John vennero inchiostrate dal mitico Joe Sinnott, habitué della testata, che però rese lo stile byrniano più classico e kyrbiano nell’impostazione.

Le storie sono pregevoli,

benché di livello discontinuo. Wolfman opta per atmosfere cosmiche e fantascientifiche, delineando una story-line che vede tra i protagonisti i New Champions di Nova, il crudele Terrax, la Sfinge e il robottino Herbie al suo esordio. Mantlo invece si limita ad opporre la squadra contro i Terribili Quattro. Le storie hanno più che altro un interesse storico essendo le prime di Byrne ma dal punto di vista narrativo risultano convenzionali.

E poi si arriva al piatto forte del libro: la gestione anni ottanta di Byrne, appunto. Il volume include i nn. 232/250 e sono uno dei momenti qualitativamente più alti della Marvel. Stavolta Byrne si occupò sia dei testi che dei disegni e quando giunse al timone del mensile era il cartoonist più acclamato degli Stati Uniti, avendo disegnato gli episodi spettacolari di Uncanny X-Men di Claremont, compreso il seminale story-arc della Fenice Nera. Tuttavia, stanco dei mutanti, con l’approvazione dell’allora editor in chief Jim Shooter, preferì Fantastic Four. A suo avviso, la serie aveva perso le caratteristiche che l’avevano resa un gioiello e si attenne a un personale motto: ‘Back To The Basics’, ritorno alle origini, che peraltro fu anche il titolo della prima storia.

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Nelle mani di Byrne, i Fantastici Quattro tornarono ad essere una famiglia e le interazioni tra Reed, Sue, Ben e Johnny divennero il fulcro delle trame, con intrecci degni di una soap opera, inserite nell’ambito della classica fantascienza di impostazione kyrbiana. E, come vent’anni prima avevano fatto Lee e Kirby, John escogitò una serie esasperata di colpi di scena e di avvenimenti di grande rilevanza essenziali per l’intero Marvel Universe.

Byrne diede il via alla sua gestione con una lotta tra il Quartetto e l’alchimista Diablo e dopo un piacevole omaggio a Strange Tales, comic-book dei sixties imperniato sulle vicende della Torcia Umana, partì subito in quarta. Senza spoilerare, specifico solo che il gruppo affronterà nello spazio il mostruoso Ego; contrasterà un piano pazzesco del Dottor Destino e del Burattinaio in una storia tuttora annoverata tra le più belle della Marvel; rinnoverà il personaggio di Frankie Ray, una delle tante ragazze di Johnny, che diverrà il nuovo araldo di Galactus.

E non bisogna trascurare gli episodi in cui Mr. Fantastic salverà la vita del Divoratore di Mondi (e le ripercussioni si faranno sentire!), i misteriosi Inumani si trasferiranno nella Zona Blu della Luna (con tanto di nascita della figlia di Crystal e Quicksilver), si alleeranno con Pantera Nera (altro omaggio all’era Lee-Kirby), aiuteranno addirittura Destino a riottenere il trono perduto e il Gladiatore, leader della Guardia Imperiale Shi’ar, giungerà sulla terra con pessime intenzioni nei loro confronti.

I testi di Byrne non hanno perso smalto e Byrne è in grado di raccontare una storia, dosando abilmente dramma, azione, momenti introspettivi e ironia con maestria. E lo stile di Byrne, con le sue figure plastiche e fluide, è una gioia per gli occhi. Byrne riesce a visualizzare il carisma inquietante del Dr. Destino, la maestosità intimidente di Galactus, la delicata bellezza di Sue Storm, il tormento interiore di Ben, la giovanile esuberanza di Johnny e la seriosità di Reed con perizia. Senza contare gli omaggi ai grandi del passato: il suo Dr. Strange ricorda quello di Ditko; il ghigno del Burattinaio sembra uscito pari pari dai primi albi di Kirby e così via. E non va trascurata la cura certosina dimostrata nella visualizzazione degli sfondi e delle ambientazioni: la giungla insidiosa del Wakanda; le pazzesche e labirintiche lande desolate del Pianeta Ego; le regioni siderali della Zona Blu; le architetture arcaiche di Latveria e così via. Insomma, questo Marvel Omnibus è da non perdere.

Coloro che già conoscono queste storie sono consapevoli del loro valore e quelli che non hanno avuto modo di leggerle potranno colmare la lacuna.

Voto: 8

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