Batman Il Cavaliere Oscuro n.6 – Recensione Lion Comics

Pubblicato il 28 Ottobre 2013 alle 14:40

Le nuove origini del Cappellaio Matto firmate da Gregg Hurwitz e Ethan Van Sciver ! Un viaggio nel mondo dei sogni nel Batman & Robin di Tomasi e Gleason ! Batwing contro tutti nella nuova run di Nicieza e Fiorentino ! Le Birds of Prey alle prese con i terroristi di Basilisco, l’ex Artiglio Strix e l’urlo sonico incontrollabile di Black Canary !!!

rw-lion-batman-il-cav-oscuro-6Batman Il Cavaliere Oscuro n.6

Autori: Gregg Hurwitz, Ethan Van Sciver, Peter Tomasi, Patrick Gleason, John Layman, Andy Clarke, Fabian Nicieza, Fabrizio Fiorentino, Duane Swierczynski, Romano Molenaar

Casa editrice: RWLion Comics

Provenienza: Stati Uniti

Genere: Supereroistico, 16,8×25,6, S. col., 96 pp.

Prezzo: 4,95 euro

Anno di pubblicazione in Italia: 2013

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Il secondo antologico Lion dedicato all’Uomo Pipistrello è giunto alla sesta uscita e possiamo dunque formulare un primo giudizio sulle serie finora proposte….

A partire dal numero quattro la testata ha iniziato ad ospitare anche la serie da cui prende il nome, ovvero Batman Il Cavaliere Oscuro, in coincidenza con l’arrivo del disegnatore Ethan Van Sciver, artista molto amato dai Dc-fans, soprattutto per le miniserie Green Lantern: Rebirth e Flash: Rebirth, in coppia con Geoff Johns. Lo story-arc in questione è scritto da Gregg Hurwitz e ridefinisce un noto villain del Cavaliere Oscuro come il Cappellaio Matto, uno dei tanti strampalati e grotteschi freak che infestano le strade di Gotham City.

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La versione del personaggio che ci propone Hurwitz è particolarmente sadica e violenta, complici anche particolari miscele di tè che lo alterano al pari delle droghe, ma la sua attuale condizione viene giustificata da una serie di flashback, sparsi durante il racconto, che ne mostrano il passato e i problemi che ha dovuto affrontare durante l’adolescenza. Il quadro che alla fine viene fuori è quello di un ragazzino un tempo felice, che però vede sgretolarsi davanti a sé ogni certezza e ambizione a causa di un difetto fisico, che purtroppo lo condizionerà per il resto della vita…

Lo scrittore riesce a delineare in maniera convincente la figura del Cappellaio Matto, senza troppe verbosità o analisi psicologiche, ma con un linguaggio semplice e diretto, in tipico stile pulp. L’impostazione narrativa di questa serie sembra rifarsi al Batman cinematografico di Tim Burton, più ironico e grottesco, ma allo stesso tempo dark e violento. Non mancheranno neanche risvolti sentimentali importanti ( e inaspettati ) per la vita di Bruce Wayne, ma ciò che colpisce maggiormente della gestione di Hurwitz è proprio quel pizzico di humour presente in ogni storia, mai esagerato o forzato, anche se decisamente atipico per un character come l’Uomo Pipistrello.

Al tavolo da disegno Van Sciver continua a sfoggiare un tratto pulito e dettagliato, sempre di grande impatto, oltre a un’impostazione dinamica e moderna della tavola. Il suo Batman è sufficientemente aggressivo e “animalesco”, mentre il Cappellaio ha un look sostanzialmente identico alla sua versione classica, anche se un occhio strabico e l’espressività che riesce a conferirgli il disegnatore lo rendono ancora più schizzato e minaccioso.

Peter Tomasi e Patrick Gleason invece restano ancora saldi al timone di Batman & Robin, serie che si propone di analizzare principalmente il rapporto tra Bruce Wayne e suo figlio Damian, attuale Robin. In questo numero abbiamo a che fare con una storia autoconclusiva che potremmo definire “onirica”, in quanto ci fa letteralmente entrare nel mondo dei sogni di Batman, Robin e il maggiordomo Alfred, i quali rivivranno alcune delle loro paure più recondite, come nei peggiori incubi, ma che gli saranno utili per capire meglio loro stessi e i propri sentimenti.

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Damian è un ragazzino che nasconde le sue fragilità e insicurezze con un atteggiamento aggressivo e scostante, dovuto anche alla sua rigida formazione nella Lega degli Assassini di sua madre Talia, ma in più di un’occasione ha dimostrato che farebbe di tutto pur di guadagnarsi la stima e il rispetto del padre, anche a costo di sacrificare la sua vita.

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Tomasi riesce a descriverci questo particolare legame tra padre e figlio in maniera delicata e divertente, senza mai scadere nel paternalismo o in stucchevoli quadretti familiari. Dal punto di vista grafico, Gleason traspone perfettamente su matita le sceneggiature sempre molto vivaci e adrenaliniche di Tomasi, con uno stile semplice e un po’ cartoonesco, dinamico ed efficace.

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Passiamo poi alle due serie

sicuramente meno gradite da buona parte dei lettori, i quali non hanno mancato di sollevare diverse polemiche per il loro inserimento in questo antologico: sto parlando di Batwing e Birds of Prey.

Con l’arrivo ai testi dello scafato scrittore Fabian Nicieza, la testata dedicata al vigilante africano ha sicuramente assunto una svolta più interessante. Dopo aver fatto arrestare il rampollo di un potentissimo uomo d’affari locale, infatti, Batwing è diventato il bersaglio di una serie di killer professionisti assoldati per ucciderlo, ma anche il suo alter ego David Zavimbe si è messo contro tutti i suoi colleghi poliziotti, già sul libro paga dell’industriale.

In sostanza, Batwing adesso si trova a combattere una guerra contro uno degli uomini più potenti dell’Africa e le stesse forze di polizia, ormai corrotte fino al midollo. Riuscirà a portare avanti da solo la sua missione di giustizia in un paese dove l’illegalità e la corruzione sono all’ordine del giorno ?! Dall’esito di questa battaglia probabilmente dipenderà anche il futuro del supereroe, visto che metterà a dura prova le sue capacità, sia fisiche che psicologiche.

Dopo una partenza un po’ in sordina, l’avventura del componente africano della Batman Inc. sembra aver ingranato e si spera che il suo cammino continui ad essere in salita…. Ai disegni troviamo l’italiano Fabrizio Fiorentino, che conferisce una buona dinamicità sia alle tavole che ai personaggi, con un tratto plastico ed energico che si sposa alla perfezione con le rocambolesche storie ideate da Nicieza.

Concludiamo con la serie effettivamente più debole dell’antologico, ovvero Birds of Prey. Il supergruppo al femminile guidato da Black Canary per adesso ci ha regalato ben poche emozioni e continui cambi di formazione che, insieme a una serie sconclusionata di baruffe da bar, tentano di sopperire ad una sostanziale mancanza di idee.

Gli ultimi acquisti del gruppo, tra l’altro, sono alquanto discutibili, in quanto uno è il supereroe giapponese Condor, e non si capisce cosa c’azzecchi un uomo in un supergruppo di sole donne…. mentre l’altro è l’ex Artiglio della Corte dei Gufi, Strix, che di fatto ricopre il ruolo un tempo appartenuto a Katana, cioè della combattente agile, integerrima e taciturna, oltre a riproporre nuovamente la trovata del “nemico fra noi” già sperimentata all’inizio della serie con Poison Ivy. In poche parole, la solita minestra, perdipiù riscaldata….!

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Speriamo che Duane Swierczynski riesca a risollevare in qualche modo le sorti di questa serie, infarcendola con trovate un po’ più originali e interessanti, altrimenti possiamo augurarci solo un cambio di scrittore in tempi brevi, come avvenuto per Batwing. Romano Molenaar ai disegni ha uno stile piuttosto convenzionale ma comunque apprezzabile, che valorizza senza esagerare le curve sinuose delle protagoniste, e riesce a non essere troppo confusionario anche nelle sequenze più affollate di personaggi.

Nel complesso, Batman Il Cavaliere Oscuro continua ad essere una lettura consigliata per tutti gli appassionati dell’Uomo Pipistrello e del suo universo, non imprescindibile come l’altro antologico ( più che altro per la serie di Snyder e Capullo ), ma comunque una buona “integrazione” per chi vuole essere sempre aggiornato sulle gesta del Crociato Incappucciato.


Voto: 7  

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