Il Moschettiere di Ferro – Le Storie Bonelli n. 13 – Recensione
Pubblicato il 28 Ottobre 2013 alle 11:43
Giovanni Gualdoni, all’esordio sulla collana, dà vita a una storia che è un vero e proprio atto d’amore nei confronti dell’avventura più pura.
Le Storie n. 13 – Il moschettiere di ferro
Autori: Giovanni Gualdoni (testi), Giorgio Pontrelli (disegni).
Casa Editrice: Sergio Bonelli Editore.
Provenienza: Italia.
Genere: Avventura.
Prezzo: 3,50 Euro.
Data di pubblicazione: Ottobre 2013.
Con “Il moschettiere di ferro” si inaugura il secondo anno di vita editoriale de Le Storie Bonelli. Lo si fa con un’avventura scritta da Giovanni Gualdoni e disegnata da Giorgio Pontrelli, ambientata nella Francia del 1642, quella delle guerre di religione, del Cardinale Richelieu, dei moschettieri, degli intrighi di palazzo, delle spade.
E della fantasia di Gualdoni, ovviamente, che dà vita a una storia varia e intensa, dal ritmo costantemente alto. Una storia che mescola noti elementi storici ad altri di natura letteraria, ad altri ancora del tutto nuovi, figli appunto della fantasia dell’autore.
Gualdoni parte dai libri di storia e dai romanzi del grande Dumas per seguire un percorso tutto personale, fatto di riscrittura, stravolgimento e libero gioco con le fonti. Un gioco che riesce ad ammaliare il lettore, a tenerlo col fiato sospeso, complice anche la grande orchestrazione della sceneggiatura, i dialoghi efficaci, i disegni di Pontrelli.
Questi, dal canto suo ha un gran da fare a seguire l’intera evoluzione di una vicenda intricata e concitata, ma sa svolgere bene il proprio compito, adattandosi con successo alle pompose sale nobiliari quanto ai cunicoli delle miniere, alle squallide locande quanto agli ampi spazi aperti.
Insomma, “Il moschettiere di ferro” parte per il verso giusto, prosegue bene, ma perde punti a causa di un finale troppo denso, che non offre tempi e spazi giusti agli episodi che caratterizzano la conclusione dell’avventura.
Del resto, l’universo a cui gli autori hanno dato vita è così vasto, che meriterebbe ulteriori passaggi, approfondimenti, storie, pagine. Sì, perché quella sorta di Altroquando ideato da Gualdoni e messo su carta da Pontrelli è davvero ben costruito, ricco di spunti e profondità narrativa. Godibilissimo, in una parola, eccezion fatta per le accelerazioni imposte dal formato.
Il tredicesimo albo de Le Storie, collana che dal prossimo anno si arricchirà di un volume Speciale a colori, merita per come il gioco di riscrittura è stato condotto da chi ha tessuto le trame, ma è penalizzato dal numero di pagine, che non bastano per dare degna conclusione alla vicenda che vede protagonista anzitutto l’automa metallico e il duca di Enghien, ma che mette in scena diversi altri comprimari, che avrebbero meritato maggior approfondimento psicologico.