Punk Rock Jesus – Recensione Lion Comics
Pubblicato il 23 Ottobre 2013 alle 12:00
Cosa succede quando un clone di Gesù Cristo diventa protagonista di un reality show? Ce lo spiega Sean Murphy con Punk Rock Jesus, irriverente miniserie Vertigo caratterizzata da toni sarcastici, ironici e dissacranti inclusa in un tp della linea Vertigo Library!
Punk Rock Jesus
Autore: Sean Murphy (testi e disegni)
Casa Editrice: RW-Lion
Genere: Fantascienza
Provenienza: USA
Prezzo: € 19,95, 16,8 x 25,6, pp. 224, b/n
Data di pubblicazione: ottobre 2013
Quando Garth Ennis realizzò Preacher molti lettori americani furono colpiti dalla blasfemia e dall’irriverenza che caratterizzavano le vicende di Jesse Custer e soci. Il fatto che fosse pubblicato dalla DC, anche se nella divisione Vertigo, non era un dettaglio di poco conto, considerando che pochi anni prima Rick Veitch aveva abbandonato Swamp Thing perché la casa editrice gli aveva censurato una vignetta raffigurante Gesù Cristo, temendo che la suddetta vignetta potesse offendere i credenti. Ma il successo di Preacher modificò tante cose e nel corso del tempo sono usciti comic-book che prendevano in giro tematiche e concetti religiosi o si ponevano in maniera critica nei confronti della fede.
Alla categoria appartiene Punk Rock Jesus, miniserie Vertigo scritta e disegnata da Sean Murphy che parecchi ricorderanno per Hellblazer o Joe The Barbarian ideato dal folle Grant Morrison. E in Punk Rock Jesus la follia non manca. Ci troviamo in un’America del futuro in cui regnano il materialismo e il consumismo più sfrenati. Il business è forse l’unico vero Dio o perlomeno è il Dio di un manager televisivo che ha deciso di realizzare un reality show sconvolgente con protagonista un clone di Gesù Cristo. Secondo le sue affermazioni, ha preso parti del dna presenti sulla Sacra Sindone e con l’aiuto di una scienziata esperta di clonazione e di genetica ha fatto impiantare un ovulo nel ventre di una vergine. E il reality in questione diventa perciò la celebrazione, in diretta televisiva, di un secondo avvento.
Come è facile intuire, l’opinione pubblica va fuori di testa. Alcuni si esaltano e non possono fare a meno di seguire lo show; i fondamentalisti si infuriano e fanno di tutto per bloccare il programma, ricorrendo anche alla violenza; i commentatori e gli opinionisti dei diversi network si scatenano e dedicano ore ed ore di trasmissione alle polemiche suscitate da questa provocazione. In poche parole, tutti cercano di trarre vantaggio dalla faccenda, riducendo la religione, la fede e, last but not least, il bambino e sua madre a semplici opportunità di guadagno.
Tuttavia, la situazione non è semplice. Il bambino, chiamato Chris, crescendo comprende di non poter avere una vita normale; i suoi spostamenti sono rigidamente controllati ed è prigioniero del mondo mediatico che lo vede protagonista. La madre, dal canto suo, non sta meglio di lui; e persino la scienziata che si è resa responsabile della sua creazione ha parecchi problemi. E i problemi assillano pure la guardia del corpo di Chris, un ex terrorista dell’IRA tormentato da un passato traumatico. E quando, una volta adolescente, Chris scopre il punk, si ribella, sfugge al controllo del network e diventa leader di una rock band, rinnegando Dio e la fede e decidendo di distruggere l’ordine costituito con conseguenze devastanti.
Punk Rock Jesus non è un fumetto blasfemo poiché in realtà Sean Murphy ha voluto attaccare non tanto la religione quanto la sua strumentalizzazione da parte di gente senza morale. Condanna il capitalismo, il cinismo della televisione pronta a mercificare persone e sentimenti; la scienza deviata che non si pone limiti etici; l’odio provocato da una distorta concezione della fede vista più come strumento di offesa che come spiritualità; l’uso indiscriminato delle armi da fuoco. In poche parole, descrive una società impazzita che, al di là del labile sfondo fantascientifico, assomiglia spaventosamente a quella contemporanea.
Non mancano però difetti: per esempio, il collegamento tra la religione e il punk rock mi pare piuttosto forzato, onestamente. Murphy ha ragione quando scrive che Gesù Cristo a suo modo è stato un ribelle che si opponeva alla società dei suoi tempi ma l’idea in sé, cioè inserire un personaggio simile in un contesto improprio, è risaputa (già in Loaded Bible della Image avevamo a che fare con un clone del Messia) e malgrado i testi siano ben impostati e i dialoghi efficaci, l’autore ha voluto affrontare troppi argomenti, dilatando in maniera eccessiva la trama e forse una maggiore stringatezza avrebbe giovato all’opera.
La parte grafica è senz’altro migliore della sceneggiatura e Murphy svolge un buon lavoro ricorrendo a un bianco e nero sporco e suggestivo adatto alle atmosfere distopiche della trama e la costruzione della tavola è certamente inventiva. Punk Rock Jesus è quindi un esperimento interessante ma non un capolavoro. Potrà però forse piacere agli estimatori del punk e ai fan della produzione Vertigo.