Devil & i Cavalieri Marvel n.21 – Recensione Panini Comics
Pubblicato il 17 Ottobre 2013 alle 11:00
Il Devil di Waid e Samnee stavolta dovrà vedersela con Superior Spider-Man ! Giunge poi a conclusione la miniserie Punisher: War Zone di Rucka e Di Giandomenico, con lo scontro finale tra Frank Castle e gli Avengers, mentre continuano le scorribande dei nuovi Thunderbolts di Way e Dillon. Chiude l’albo la prima parte di un What if ?! con protagonista Devil !
Devil & i Cavalieri Marvel n.21
Autori: Mark Waid, Chris Samnee, Greg Rucka, Carmine Di Giandomenico, Daniel Way, Steve Dillon, Rick Veitch, Tommy Lee Edwards
Casa editrice: Panini Comics
Provenienza: Stati Uniti
Genere: Supereroistico, 17×26, S., 80 pp., col.
Prezzo: 3,50 euro
Anno di pubblicazione in Italia: 2013
Devil e Spider-Man sono due personaggi piuttosto diversi a livello caratteriale, ma molto simili per altri aspetti: entrambi, ad esempio, possiedono una rigida integrità morale e sono particolarmente legati alla loro città, tanto da essere identificati come due degli eroi metropolitani per eccellenza di casa Marvel.
Era inevitabile dunque che i due si sarebbero incrociati prima o poi, visto che pattugliano la stessa metropoli ( New York ), e infatti il loro primo incontro risale al lontano 1964, su The Amazing Spider-Man n.16, quando il Cornetto indossava ancora il suo costume giallo. In tempi più recenti invece è stato proprio Mark Waid a farli lavorare assieme, con una storia in due parti ( Il Diavolo nei Dettagli ) che si dipanava sulle rispettive testate dei protagonisti, mentre solo pochi mesi dopo si ritroveranno a spartire la scena col Punitore, nella saga The Omega Effect, presentata interamente su questo antologico Panini.
La vera particolarità dell’ennesimo team-up che vedrete in questo numero, però, sta tutta nel fatto che lo Spider-Man di adesso non è più lo stesso di prima, ma la sua versione “superiore”, come ben sanno i lettori del Ragno. Per dirla in parole povere, si tratta in realtà del perfido Otto Octavius, meglio noto come Dott. Octopus, sotto mentite spoglie, in quanto è riuscito a trasferire la sua mente dentro il corpo di Peter Parker !
Purtroppo i sensi ipersviluppati di Devil non riescono a notare subito il cambiamento, visto che le funzioni corporee dell’attuale Spider-Man sono esattamente le stesse di sempre, ma a un uomo scaltro e attento come Matt Murdock non può certo sfuggire un atteggiamento e un modo di comportarsi diverso da quello abituale del suo compagno di avventure….
Mark Waid continua ad omaggiare il passato, confezionando un classico team-up vecchio stile, in cui sono presenti tutti i cliché del caso: s’inizia con uno scontro tra i due supereroi, ovviamente nato da un malinteso, che verrà poi bruscamente interrotto ( e risolto ) dal supercriminale di turno, in questo caso Stilt-Man, storico villain di serie B del Diavolo Rosso. Stavolta però avranno a che fare con una sua versione aggiornata e potenziata, che trae ispirazione ( guarda caso ) proprio dalla tecnologia del dott. Octopus !
Si tratta di una storia molto leggera e movimentata, in puro stile “sixties”, che subirà una brusca sferzata drammatica solo nel finale, con un colpo di scena che riguarderà un importante comprimario della serie…. Ai disegni troviamo il fresco vincitore dell’Eisner Award Chris Samnee, perfetto per quel gusto un po’ retrò che continua a caratterizzare questa serie, reso anche a livello visivo grazie al suo tratto semplice e pulito, supportato dalla colorazione basilare di Javier Rodriguez.
Passiamo poi a Punisher: War Zone, miniserie in cinque parti che funge da epilogo alla breve gestione dello scrittore Greg Rucka sul personaggio. Proprio in questo numero assistiamo allo scontro finale tra il Punitore e gli Avengers, decisi a catturare sia lui che la sua nuova partner Rachel Cole-Alves, accusata ingiustamente dell’omicidio di tre agenti di polizia.
Questa miniserie, soprattutto all’inizio, è impostata un po’ come gli schemi di un videogioco, dove il Punitore deve affrontare ogni volta un Vendicatore diverso, per poi arrivare al culmine dell’episodio finale, quando se li troverà davanti tutti, in un duello apparentemente impossibile ! Frank Castle infatti non è dotato di alcun superpotere, ma in compenso può contare su una formazione militare che lo rende un avversario ostico da abbattere, sia per le sue doti fisiche ed atletiche che per le sue conoscenze in campo tattico-strategico, senza contare la sua perfetta padronanza nel maneggiare qualsiasi tipo di arma.
Dopo una serie di sedici numeri, forse troppo lenta e diluita, Rucka porta a termine il viaggio del suo Punitore, realistico e noir, con una miniserie decisamente più “Marvel-style”, all’insegna dell’azione e del ritmo serrato. E’ evidente che supereroi e super-scazzottate non sono il punto di forza dello scrittore, molto più avvezzo a racconti polizieschi e intimisti, ma in questo caso riesce comunque a chiudere dignitosamente la sua gestione del personaggio, con una storia scorrevole e divertente.
Al tavolo da disegno troviamo il nostro Carmine Di Giandomenico, giunto in sostituzione del buon Marco Checchetto, il quale ricopre comunque il ruolo di cover artist della miniserie. Nonostante i tempi stretti di consegna, Di Giandomenico riesce a svolgere un lavoro egregio, conferendo la giusta dinamicità alle tavole e ai personaggi, con interpretazioni molto convincenti sia di Frank Castle che degli Avengers. Il suo tratto flessuoso e meno realistico rispetto a quello di Checchetto è sicuramente azzeccato per questo tipo di storia, più incentrata su azione e supereroi.
Passiamo infine al punto debole di questo antologico, ovvero la nuova serie dei Thunderbolts scritta da Daniel Way e disegnata da Steve Dillon. L’attuale cast della serie è effettivamente molto particolare e interessante, visto che parliamo di Hulk Rosso, Elektra, Deadpool, Venom e il Punitore, ovvero tutti personaggi generalmente solitari e autoctoni, che mai ci saremmo sognati di vedere riuniti in un gruppo…
Nelle mani di autori brillanti come Warren Ellis o Rick Remender, una formazione così stramba ed eterogenea avrebbe sicuramente fatto scintille, ma purtroppo la serie è stata affidata a Way, autore che di certo non brilla per inventiva e originalità…. Non a caso, tutto ciò che è riuscito a fare ( almeno per adesso ) è stato imbastire una scorribanda armata sullo stile de I Mercenari, per far crollare la “solita” dittatura nella “solita” minuscola nazione in un angolo remoto del Paese…. Promotore e improbabile capo della missione è il generale Thaddeus “Thunderbolt” Ross, alias Hulk Rosso, il quale si è preso la briga di riunire questo gruppo di “mine vaganti”, accumunate da una naturale tendenza all’omicidio !
Nonostante l’enorme potenziale fornito dal cast, Way porta avanti una trama piatta e scontata, infarcita con violenza e scene sanguinolente spesso inutili o forzate, buttate lì giusto per dare quel tocco “scorretto” che una serie di questo tipo dovrebbe avere…. Purtroppo anche i disegni di Steve Dillon peggiorano ulteriormente la situazione, o meglio, si allineano perfettamente al tono generale della serie, in quanto freddi e ripetitivi, sia nelle pose che nelle espressioni dei personaggi. Un disegnatore dal tratto più sporco e particolare probabilmente sarebbe stato più adatto, anche se non avrebbe risollevato una sceneggiatura priva di mordente.
Chiude l’albo la prima parte di un What if?! ripescato dal 2006, che ci racconta di un Devil alternativo nato ai tempi dell’antico Giappone feudale, tra guerrieri, spade e samurai. Una visione sicuramente originale e interessante, scritta da Rick Veitch e impreziosita dalle illustrazioni di Tommy Lee Edwards.