Right State – Recensione Lion Comics
Pubblicato il 15 Ottobre 2013 alle 11:00
Qualcuno vuole uccidere il secondo presidente afroamericano della storia e solo un commentatore televisivo potrebbe forse salvarlo! Ma è realmente così? Scopritelo in Right State, thriller fantapolitico della Vertigo scritto da Mat Johnson e disegnato da Andrea Mutti!
Right State
Autori: Mat Johnson (testi), Andrea Mutti (disegni)
Casa Editrice: RW-Lion
Genere: Thriller
Provenienza: USA
Prezzo: € 12,95, 16,8 x24,0, pp. 144, b/n
Data di pubblicazione: settembre 2013
William Burroughs definì l’America il regno del Male, considerandola un paese che al di là di una superficiale patina di democrazia nascondeva la più feroce dittatura. In effetti è così e la popolazione statunitense è manipolata e controllata da un sistema politico, mediatico, comunicativo e finanziario che contamina ogni settore della società. Il bluff rappresentato da Barak Obama, per esempio, è significativo. Diventato Presidente grazie a un’astuta campagna di marketing, venduto come un prodotto di mercato e in realtà al soldo delle lobbies, né più né meno dei suoi predecessori, ha rappresentato una delusione per parecchi, a cominciare dagli ingenui che l’hanno votato.
E lo stesso avviene in Right State, one shot Vertigo scritto dal romanziere Mat Johnson, già messosi in luce con Incognegro, Dark Rain e la miniserie Papa Midnite. Johnson è polemico e affronta spesso tematiche politiche. Nel caso specifico di Right State, immagina un’America futura, non diversa dall’attuale. C’è un secondo Presidente afroamericano a capo del governo federale e una parte consistente del paese, quella più conservatrice, non l’apprezza particolarmente.
Tra coloro che non amano l’amministrazione in carica c’è Ted Akers, commentatore televisivo di destra molto gradito dai repubblicani. Non stima la sinistra, nutre scarsa simpatia nei confronti dei democratici; ma nel complesso è una brava persona e tutto sommato corretta. Ama il suo paese e ritiene che un Presidente repubblicano potrebbe fare meglio di un democratico. Ma all’improvviso una sua ex che lavora per i servizi segreti lo contatta chiedendogli aiuto. Un pazzo, Beeker, ha organizzato un gruppo di miliziani, fanatici che si considerano patrioti e intendono uccidere il Presidente per instaurare un ordine sociale più in linea con le loro idee. Beeker considera Akers il suo idolo e i servizi segreti gli chiedono di infiltrarsi nella milizia allo scopo di ottenere informazioni.
Beeker vuole infatti compiere un attentato in occasione di un comizio del Presidente e la situazione è senz’altro preoccupante. Malgrado un’iniziale incertezza, Akers accetta di aiutare i federali, pur consapevole del pericolo. Lui non va pazzo per il Presidente, ovvio, ma non può accettare l’assassinio e il terrorismo. Di conseguenza, riesce a farsi accettare dalla milizia, approfittando del suo status di commentatore di destra, e incontra personalmente Beeker. Ma le cose prendono una brutta piega e il contesto, già di per sé ambiguo, diventa complesso. Chi sono i buoni e chi i cattivi? Beeker e i suoi accoliti sono privi di scrupoli, certamente; ma non sono mostri, hanno le loro motivazioni; amano l’America e Akers può comprenderli.
E c’è da fidarsi dei servizi segreti? E della ex di Akers? E dello stesso Presidente? E i candidati repubblicani che sono pronti a sfidarlo alle imminenti elezioni sono davvero migliori di lui? Qual è il bene? E qual è il male? E chi stabilisce a priori ciò che è giusto o sbagliato? Non sarà solo una questione di punti di vista? Di differenti prospettive? E se invece i cittadini, repubblicani e democratici, fossero semplicemente stati ingannati? Tormentato dai dubbi, Akers inizia a mettere in discussione le sue convinzioni e rimane implicato in un complotto degno di un romanzo di fantapolitica in cui non c’è nulla che sia bianco o nero.
Con il pretesto di un thriller, Johnson descrive le pulsioni più inquietanti dell’America profonda e paranoica, ossessionata dalle teorie della cospirazione, dal concetto di Nuovo Ordine Mondiale e oppressa da un potere invisibile, nascosto, pronto a distruggere chiunque pur di mantenere lo status quo. L’autore delinea con abilità le psicologie dei personaggi non esimendosi dal condannare non solo l’eversione delle milizie ma anche le cause che ne hanno provocato la nascita: il consumismo, il business spietato, l’avidità, il carrierismo, le disparità e le ingiustizie sociali. Non mancano riflessioni sulla libertà d’espressione, sull’uso delle armi da fuoco, sulla violenza dei media e Right State, con il suo gioco di parole (si potrebbe rendere con ‘stato giusto’ ma anche con ‘stato di destra’), non è affatto banale.
Se testi e dialoghi sono di buona fattura, lo stesso si può affermare per i disegni del bravissimo Andrea Mutti. Il suo stile è realistico e appropriato per la crudezza della trama e il penciler caratterizza degnamente ogni personaggio, rivelandosi efficace sia nelle sequenze d’azione che in quelle più riflessive. Utilizza piacevoli giochi d’ombra, con un bianco e nero suggestivo che contribuisce a rendere ancora più interessante il fumetto. Right State è perciò un buon prodotto che piacerà agli estimatori dei thriller ma pure a coloro che amano trovare spunti di ragionamento. E in questo caso, grazie alla disamina impietosa di quello che reputo uno dei peggiori paesi del mondo, di ragionamenti se ne possono fare parecchi.