Suicide Squad n. 2 – Recensione Lion Comics
Pubblicato il 12 Ottobre 2013 alle 10:00
Continuano le adrenaliniche avventure della Suicide Squad alle prese con la terribile organizzazione del Basilisco! Ma c’è un traditore tra i loro ranghi! Chi sarà? Scopritelo nel secondo volume della serie scritta da Adam Glass e disegnata da artisti del calibro di Federico Dallocchio e Fernando Dagnino!
DC Edge n. 10 – Suicide Squad n. 2
Autori: Adam Glass, Dan Abnett, Andy Lanning (testi), Federico Dallocchio, Fernando Dagnino, Jesus Saiz, Andres Guinaldo, Cliff Richards (disegni)
Casa Editrice: RW-Lion
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Prezzo: € 14,95, 16,8 x 25,6, pp. 180, col.
Data di pubblicazione: settembre 2013
Con il reboot la DC ha varato il mensile della Suicide Squad, squadra di criminali che agiscono per conto del governo americano in cambio di un consistente sconto della pena, impegnata in missioni ad alto rischio e guidata dalla burbera Amanda Waller. Ma nel New 52 diverse cose sono cambiate, a cominciare dalla stessa Waller, più magra rispetto alla versione classica, e propensa ad agire in prima persona se le circostanze lo richiedono. E la line-up della Suicide Squad è diversa e soggetta a mutamenti anche perché la maggior parte dei componenti è pronta a tradire i compagni, benché ad ognuno di essi sia stata impiantata una micro bomba che potrebbe esplodere, appunto, nel caso di un tentativo di tradimento o di fuga.
Sono queste le premesse impostate da Adam Glass che ha delineato una trama veloce e adrenalinica, mutuata dagli action movies e valorizzata da acre ironia che può far pensare alle pellicole di Quentin Tarantino. Nel primo tp non erano mancati colpi di scena e avvenimenti drammatici e ora la Suicide Squad conta tra le sue fila il tormentato Deadshot; la schizoide Harley Quinn; il fanatico religioso El Diablo; il cannibale Re Squalo; il misterioso Ragno Nero e l’inclassificabile Iceberg. Ma in questo volume che include i nn. 8-13, nonché il n. 0, della testata originale ci saranno sorprese e torneranno in gioco altri ex membri del team.
Per giunta nel tp è presente pure il n. 9 di Resurrection Man, scritto dalla collaudata coppia Abnett/Lanning e illustrato da Jesus Saiz. La Suicide Squad se la vedrà infatti con Mitch Shelley. Amanda Waller è interessata a lui e vorrebbe averlo con sé ma ciò è in contrasto con i piani di un’altra agenzia governativa che decide di bloccare la Waller utilizzando le letali Body Doubles. L’atmosfera narrativa è tipica delle spy stories con un tocco supereroico. Il crossover tra Suicide Squad e Resurrection Man non è male ma l’episodio andrebbe letto dopo il secondo tp di Mitch Shelley, non ancora tradotto, e forse RW-Lion avrebbe dovuto compiere una scelta più oculata.
La parte preponderante del volume è comunque imperniata sullo scontro tra la Suicide Squad e la terribile organizzazione terroristica denominata Basilisco, gestita dall’inquietante Regulus. Glass imbastisce una trama divertente e avvincente, ricca di azione, pathos e ironia, con cliffhanger ben costruiti e una buona delineazione psicologica dei character (vale in particolare per Amanda Waller e per Harley Quinn). Inoltre chiarisce che c’è un traditore all’interno della squadra e tutto sembrerebbe convergere proprio su Harley; ma la risposta non sarà scontata. Tra tribù Maya dedite ai sacrifici umani, inseguimenti, esplosioni, omicidi e così via, Suicide Squad si conferma un prodotto mainstream ma realizzato con professionismo.
Nel n. 0 poi Glass racconta ciò che è accaduto ad Amanda Waller dopo la sua esperienza con il Team 7, le cui storie sono attualmente in corso di pubblicazione nell’apposita serie, e crea i presupposti che porteranno alla nascita della Suicide Squad. Glass approfondisce ulteriormente il personaggio, rendendola sfaccettata e tridimensionale: in pratica, una donna apparentemente forte e sicura di sé ma non priva di fragilità emotive e di problemi mai del tutto risolti con il suo background familiare.
La parte grafica di Suicide Squad è ottima e tutti i penciler coinvolti si dimostrano all’altezza. A mio avviso, il bravissimo Andrea Dallocchio è di parecchie spanne superiore agli altri e la costruzione delle tavole, la rappresentazione sopraffina dei personaggi e delle ambientazioni e i suggestivi giochi d’ombra e prospettici fanno di Suicide Squad un comic-book da tenere d’occhio. Ma nemmeno Jesus Saiz, Fernando Dagnino e Cliff Richards sono da trascurare. Insomma, questa non è una serie rivoluzionaria ma se cercate una buona lettura scacciapensieri è perfetta.