Una Nuova Vita – Dylan Dog n. 325 – Recensione
Pubblicato il 3 Ottobre 2013 alle 15:00
Il nuovo cammino dell’Indagatore dell’Incubo inizia con una buona storia, che presenta qualche piccola novità in attesa dei grandi cambiamenti del 2014.
Dylan Dog 325 – Una nuova vita
Autore: Carlo Ambrosini (testi e disegni).
Casa Editrice: Sergio Bonelli Editore.
Genere: Horror
Provenienza: Italia.
Prezzo: 2,90 Euro.
Data di pubblicazione: Ottobre 2013.
Alla fine il giorno è arrivato. Quello atteso a lungo, quello tante volte indicato come l’inizio. L’inizio di che? Ma della nuova vita editoriale di Dylan Dog, è chiaro! Del resto, il titolo dell’albo numero 325 della serie regolare parla chiaro. O no?
“Una nuova vita” fa subito pensare a grandi cambiamenti nell’Indagatore dell’incubo, la cui attesa è aumentata anche per l’enfasi data all’uscita dell’albo. Ma in realtà, come è stato detto e ribadito, la vera e propria rivoluzione comincerà solo fra dodici mesi. Insomma, ci sarà da aspettare. Per ora, copertina rinfrescata, Dylan Dog Horror Club nuovo con le parole del nuovo curatore, Roberto Recchioni, forte di nomina dall’alto, direttamente da Tiziano Sclavi, titoli ai paragrafi narrativi e niente più “voi”: Dylan adesso dà del lei.
Sì, ma la storia? Beh, la storia parla di una nuova vita, ma non certo quella dell’Old Boy, che resta pressappoco la stessa di prima. A chiedere – e ottenere – un’esistenza rinnovata è Jeffrey Walcott, che grazie a un intervento demoniaco e a un paradosso dello spazio-tempo, si ritrova nel corpo di un altro uomo, a vivere una vita completamente nuova.
Una storia di debolezze, grandi dolori e inganni, quella che mette su carta Carlo Ambrosini, autore di testi e disegni dell’albo inaugurale della Fase Uno del rinnovamento editoriale del personaggio di Sclavi. Una storia che sicuramente regala piacevole intrattenimento, per come è costruita, per i personaggi che mette in scena, per l’uso degli storici comprimari della serie, per i disegni che accompagna alla vicenda.
Una storia che intriga con il mistero che ammanta gran parte delle pagine, che procede con un buon ritmo e alla fine lascia anche con qualche dubbio il lettore, il che non è mai un male se i dubbi non sanno di raffazzonato.
Da dire, poi, che si tratta di un albo “riveduto e corretto”, nel senso che questo – come del resto i prossimi, lo ha sottolineato lo stesso Recchioni – era già in cantiere prima dell’avvicendamento dei curatori ed è stato mantenuto, salvo qualche piccola modifica funzionale alla rivoluzione che sarà. Della revisione e correzione, ad ogni modo, non c’è traccia evidente nell’albo: mancano, ossia, segni palesi e stridenti di cambiamenti posticci.
Certo, chi si aspettava una storia che lasciasse il segno, con novità roboanti e fuochi d’artificio, resterà deluso. Del resto, l’Old Boy, nella bella copertina di Angelo Stano, si sta togliendo le bende, non ha certo finito di farlo. E poi perfino una rivoluzione prevede all’inizio semplici, piccoli passi.