La Via Raggiante del Kung Fu Infinito – Recensione Panini 9L
Pubblicato il 1 Ottobre 2013 alle 15:00
Vi piacciono i film di arti marziali? Allora La Via Raggiante del Kung Fu Infinito è ciò che fa per voi! Non perdete l’opera dell’autore rivelazione Kagan McLeod, presentata in versione integrale in un corposo volume targato Panini Comics!
La Via Raggiante del Kung Fu Infinito
Autore: Kagan McLeod (testi e disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Genere: Arti Marziali
Provenienza: USA
Prezzo: € 29,00, 17 x 24, pp. 464, b/n
Data di pubblicazione: luglio 2013
Quando negli anni settanta uscirono i film interpretati dal leggendario Bruce Lee, il successo ottenuto in Europa e negli Stati Uniti fu importante dal punto di vista mediatico e comunicativo.
Naturalmente il genere delle arti marziali non nacque con lui e in precedenza c’erano state pellicole analoghe ma è con Lee che assunse una rilevanza internazionale. Ciò non mancò di influenzare il mondo dei fumetti e nello specifico americano tutti certamente ricordano i comic-book Marvel dedicati a Shang-Chi, i Figli della Tigre e Pugno d’Acciaio.
Pure i lettori statunitensi, quindi, si fecero avvincere da storie imperniate su abili combattenti esperti di kung-fu e altre tecniche di lotta orientali.
Sarebbe interessante anche ragionare sull’influenza che questa cinematografia ha avuto in altri generi. Negli ultimi anni, per esempio, Quentin Tarantino ha realizzato Kill Bill che deve moltissimo ai film di kung-fu; e le suggestioni mutuate dagli action movies orientali non sono assenti nella trilogia fantascientifica di Matrix dei fratelli Wachowski, e la lista potrebbe continuare. Tra coloro che si sono fatti conquistare dall’universo delle arti marziali c’è il canadese Kagan McLeod che ha realizzato per la Top Shelf questo La Via Raggiante del Kung Fu Infinito.
L’opera ha suscitato l’entusiasmo di autori del calibro di Warren Ellis e Geoff Darrow e Panini Comics ha deciso meritoriamente di pubblicarla nella sua interezza in un volume di oltre quattrocento pagine. E specifico che potrà interessare gli estimatori dei manga, gli appassionati di arti marziali ma pure quei lettori che amano leggere storie avvincenti e di ampio respiro.
La vicenda infatti è articolata e complessa e coinvolge numerosi personaggi; tuttavia si mantiene sempre comprensibile e leggibile ed è inoltre imprevedibile, considerando che pressoché in ogni capitolo i vari character a turno raccontano, tramite efficaci flashback, episodi del loro o dell’altrui passato, rendendo perciò il libro una straordinaria miscellanea di storie. In questa maniera McLeod ha espresso tutto l’amore che prova nei confronti delle arti marziali e della cultura in cui sono nate e leggendola capirete che le sue conoscenze non sono superficiali.
Riassumere la trama è difficile e mi limiterò solo ad evidenziare alcuni elementi. Ci troviamo in un mondo ancestrale, piuttosto fantasy nell’impostazione, dominato da un crudele imperatore. Costui comanda ben cinque armate di guerrieri esperti di kung fu e ognuna di esse è affidata alla guida di un maestro. L’imperatore ha pessime intenzioni nei confronti del mondo e il giovane Yang Lei Kung si infiltra in uno di questi eserciti, ufficialmente per diventare un soldato. Ma il suo scopo è un altro: fermare in qualche modo i folli piani dell’imperatore.
Un ruolo importante nella vicenda lo giocano i cosiddetti otto immortali, esseri potentissimi protagonisti di molte leggende cinesi, dotati di enormi poteri e in possesso di conoscenze irraggiungibili dai semplici umani. A modo loro, pur non intervenendo sempre direttamente, manipolano e condizionano i vari guerrieri.
Come se non bastasse, il mondo è tormentato da orde di zombi famelici che rappresentano un pericolo costante. McLeod quindi delinea una story-line legata all’immaginario cinese e al kung-fu ma non priva di influssi fantasy e horror. E non manca nemmeno un curioso citazionismo pop. Uno dei guerrieri, per esempio, assomiglia ad Isaac Hayes e afferma di voler cercare il ‘funk’; alcuni personaggi femminili non sfigurerebbero in una storia hard-boiled e così via.
Naturalmente abbondano lotte, armi da taglio, mutilazioni, visioni immaginifiche, streghe centenarie e malvagie, assassini spietati e soprattutto l’incubo del tradimento. Lei Kung infatti comprende che c’è un traditore tra i suoi alleati e quando alla fine del libro si confronterà con lui McLeod si diverte a mimare la drammaticità e il pathos dei western di Sergio Leone.
Testi e dialoghi sono ottimi e lo stesso si può affermare per il tratto dell’autore, sporco, graffiante, sovente grezzo ma dotato di una sorprendente cineticità che emerge nelle sequenze degli inseguimenti e delle battaglie prive di testo basate solo sulla forza espressiva dell’immagine. Insomma, questa proposta è pregevole e non va trascurata.