The Massive n. 1 di Brian Wood – Recensione Panini Comics
Pubblicato il 1 Ottobre 2013 alle 12:00
Inizia la nuova serie dell’acclamato autore di DMZ, Brian Wood! Ecco a voi The Massive, comic-book distopico targato Dark Horse e illustrato da Kristian Donaldson: cosa succede quando una catastrofe globale distrugge l’intero ecosistema? Scopritelo in questa nuova proposta della Panini Comics.
Panini Premium n. 11 – The Massive n. 1
Autori: Brian Wood (testi), Kristian Donaldson (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Genere: Fantascienza
Provenienza: USA
Prezzo: € 1,99, 17 x 26, pp. 48, col.
Data di pubblicazione: settembre 2013
Brian Wood è considerato uno degli sceneggiatori di punta del comicdom americano. L’acclamata DMZ è la serie che l’ha fatto entrare nel gotha degli autori statunitensi e gli si deve dare atto che è in grado di proporre fumetti molto vari nel genere e nelle ambientazioni. Dalla distopia di DMZ, infatti, Wood è passato alle vicende arcaiche dei vichinghi di Northlanders, per esempio; e si trova a suo agio in contesti sword & sorcery con Conan The Barbarian così come in quelli supereroici, dal momento che si occupa anche degli X-Men.
Wood è quindi poliedrico e nessuno può negarlo. Tuttavia, è discontinuo e persino la celebrata DMZ non era esente da difetti. Partita con un’idea graffiante (un’area di New York che dopo una guerra civile si è staccata dal resto degli USA divenendo nazione sovrana), si era poi a tratti rivelata cervellotica e macchinosa con digressioni e lungaggini prive di autentica funzionalità narrativa; perciò alcuni episodi di DMZ erano di grande impatto e altri mediocri.
Attualmente Dark Horse sta utilizzando Wood nella nuova versione di Conan rivolta alle attuali generazioni di lettori che forse non riuscirebbero ad apprezzare uno stile verboso alla Roy Thomas, con risultati tutto sommato buoni; e per la casa editrice del cavallo nero ha ideato The Massive che molti potrebbero reputare una specie di seguito ideale di DMZ. Le analogie in effetti non mancano. Anche in questo caso l’autore immagina un contesto apocalittico e distopico; stavolta però l’azione non si svolge nell’area di una grande città come New York ma su scala globale.
C’è stato un terribile evento denominato Crollo che ha distrutto l’assetto geo-politico mondiale e per giunta ha provocato mutamenti climatici. Molte città sono sommerse dagli oceani, il denaro non ha più valore, i sopravvissuti cercano di tirare avanti come possono. Insomma, abbiamo a che fare con il catastrofismo tipico di tanta fantascienza e da questo punto di vista non c’è niente di originale. Conoscendo Wood, sicuramente non sapremo mai qualcosa sul Crollo (così come in DMZ non ci furono mai spiegazioni sui motivi che portarono alla guerra civile) e tale dettaglio serve quindi solo da pretesto per far partire la serie.
Il fumetto è imperniato su un gruppo di attivisti chiamati Ninth Wave, ecologisti guidati dal tormentato Callum Israel, che solcano i mari con un peschereccio riconvertito in cerca di alcuni compagni ufficialmente dispersi a bordo di una nave, la Massive del titolo. Le premesse sono queste e Wood nei primi due episodi delinea una story-line con il consueto ritmo lento e dilatato che sembra essere il marchio di fabbrica di buona parte della sua produzione.
The Massive è noioso e banale nell’ispirazione, con personaggi monodimensionali privi di carisma. Non escludo che le cose possano migliorare in futuro ma almeno per il momento l’impressione è questa. Sembra essere rilevante Mary, membro della Ninth Wave che Wood descrive come la tipica donna aggressiva e spietata costretta ad agire in un mondo impazzito e che oltre ad essere stereotipata è odiosa e antipatica. I dialoghi sono piatti e inconcludenti e le sequenze d’azione stucchevoli.
Le cose non vanno meglio nemmeno sul versante dei disegni. Kristian Donaldson che aveva già collaborato con Wood in alcuni numeri di DMZ è funzionale ma ha uno stile standardizzato e poco inventivo. È convincente quando rappresenta gli sfondi, gli skyline urbani delle metropoli abbandonate a se stesse, le navi, i mezzi di locomozione; ma le figure umane evocano staticità e sostanziale incertezza nella concezione visuale. La prima uscita di The Massive, dunque, è trascurabile.