Cronache Birmane di Guy Delisle – Recensione Rizzoli
Pubblicato il 4 Ottobre 2013 alle 11:00
Guy Delisle, uno dei maggiori esperti di Graphic Journalism, ci porta in Birmania. Passando le giornate a prendersi cura del figlio di pochi mesi ci narra le vicissitudini degli abitanti di questo paese, elencandoci pregi e difetti di un popolo dominato e sottomesso da una dittatura onnipresente e soffocante.
Cronache Birmane
Autore: Guy Delisle
Casa Editrice: Rizzoli Lizard
Genere: Graphic Journalism
Provenienza: Canada, Francia
Prezzo: 18.00 €, 17×24, pp. 265, b/n.
Data di pubblicazione: Maggio 2013
Guy Delisle è un professionista nel campo del fumetto e dell’animazione e ha lavorato in molti paesi europei e asiatici. È l’autore di Pyongyang e Cronache di Gerusalemme che ha vinto al festival di Angouleme del 2012 il premio come miglior opera. Quando mi capita di leggere un volume che è stato premiato sono sempre carico di interesse e molto attento durante la lettura, ora, non ho letto il volume in questione ma sono stato incaricato di recensire questo volume che a quanto pare ricalca le orme del precedente. Ne deriva quindi una aspettativa molto alta e per nulla banale. Purtroppo così non è stato, ma andiamo ad analizzare nello specifico il volume.
Il protagonista della nostra storia è proprio l’autore in questione, un racconto completamente biografico, che per un periodo lungo più di un anno si trasferisce in Birmania per seguire sua moglie in missione per Medici senza frontiere, insieme a loro figlio che ha soltanto pochi mesi. Guy, essendo esperto di fumetto e di animazione, ama disegnare e osservare tutto ciò che lo circonda raccontandola con estrema semplicità, forse troppa. Così tra un disegno e una fotografia ci racconta la sua vita in Birmania alle prese con una nuova cultura e una realtà politica e sociale pressante e incombente, alternate alle problematiche che un bambino piccolo, di soli pochi mesi, crea al proprio padre.
La narrazione si districa con una serie di vignette molto brevi e molto semplici dove ci vengono raccontati aneddoti della vita socio-politica del paese, delle sue disavventure con il figlio Louis, e altri episodi di vita quotidiana legati alle persone li conosciute.
Arido e troppo semplice. Alla fine del volume si rimane annoiati e mai coinvolti. Credevo che in un paese di questo tipo ci fosse molto da dire e molto su cui riflettere, ma l’autore non sembra interessato alla riflessione. I racconti si susseguono senza nessun legame tra loro, semplici strisce poco divertenti che messe insieme danno un senso al tipo di società che si sta esaminando ma non suscita nessuno stimolo nel lettore. Le illustrazioni, anzi gli scarabocchi, sono lineari e abbozzati. Vignette scarse prive di dettagli e sfondi inesistenti, una disposizione classica senza alcun dinamismo. Lento e tedioso.
Mi rendo conto che con questa recensione andrò contro tutto e tutti ma l’opera a mio avviso risulta noiosa, di nessun apporto importante o quantomeno innovativo al mondo del fumetto e dell’illustrazione, con uno stile narrativo sincopato e poco armonioso.
Voto: 4