Tex il cavaliere solitario di Joe Kubert – Recensione Rizzoli Lizard
Pubblicato il 4 Ottobre 2013 alle 16:20
La collana Rizzoli Lizard che ristampa le avventure di Tex realizzate da grandi autori si arricchisce di un’altra opera da repertorio.
Tex – Il cavaliere solitario
Autori: Claudio Nizzi (testi), Joe Kubert (disegni).
Casa Editrice: Rizzoli Lizard.
Provenienza: Italia.
Genere: Western.
Prezzo: 22,00 Euro.
Data di pubblicazione: luglio 2013.
Tex è un fumetto eccezionale. Non solo per la sua lunghissima vita editoriale o per i risultati delle vendite, ma anche per quello che esso ha rappresentato per il fumetto italiano e per la sua capacità di attrarre presso la propria corte artisti di calibro internazionale, veri e propri mostri sacri del fumetto mondiale.
Come Joe Kubert, che firma il terzo volume della serie che Rizzoli Lizard ha dedicato ai grandi autori del ranger bonelliano. Dopo “Tex – La Valle del Terrore” e “Tex – Sangue sul Colorado”, la serie si arricchisce dunque di un altro straordinario capitolo: “Tex – Il cavaliere solitario”.
È un Tex cupo e arrabbiato quello che percorre le circa 230 tavole del tomo riproposto dalla Lizard. La sceneggiatura approntata da Claudio Nizzi per il disegnatore statunitense è davvero quanto di più adeguato possa immaginarsi per lui e per il suo stile. Siamo di fronte a una versione del ranger molto americana, tant’è che sono assenti – tranne che per un accenno nel finale, esclusivo, del resto, della versione italiana – i riferimenti alla carica di capo navajo di Aquila della Notte.
Si tratta di una storia che inizia in maniera terribile e si conclude con un finale altrettanto duro, dopo essersi sviluppata sul tema della vendetta e dopo che il protagonista è stato pestato come raramente (mai?) si è visto prima.
Sfogliando le pagine de “Il cavaliere solitario”, che originariamente fu pubblicato nel quindicesimo Texone del giugno 2001, si respira l’aria inquietante e al tempo stesso affascinante che emana un Tex diverso da come si è abituati a vederlo. Certo, è il solito eroe tutto d’un pezzo, ma sembra micidiale e inesorabile, sfiancante e cattivo come di rado è apparso altre volte.
Un vendicatore solitario, senza la compagnia dei suoi pards – e senza le battute distensive che la loro presenza assicurava – cerca i quattro assassini che hanno sterminato una famiglia di coloni suoi amici: una lunga e difficile caccia all’uomo tra sabbia e deserto, villaggi sperduti e case disabitate, capanne indiane e piste polverose.
La matita di Kubert è abile nel rendere al meglio i cambi di ambientazione e nel trasformare una storia tutto sommato classica per il genere in un’avventura memorabile. Avversari e luoghi tipici della mitologia western rifulgono di nuova luce grazie ai disegni de “Il cavaliere solitario”, ma non solo: si apprezza anche la costruzione delle tavole in maniera così inusuale per la Bonelli e l’alternanza tra azioni che vengono rallentate oltremodo – la caduta di Tex e del suo cappello dal dirupo, a esempio – e altre, invece, veloci, concitate, concentrate in pochi, magistrali tratti.
A corredo del volume, poi, una sezione che presenta alcuni bozzetti preparatori realizzati nel corso della lunga lavorazione da Joe Kubert e la conversazione di Michele Ginevra con lo sceneggiatore Claudio Nizzi e con Ervin Rustemagić, agente e grande amico del disegnatore americano, che recitò un ruolo fondamentale nel portare Kubert alla casa editrice milanese, così come fortemente richiesto da Sergio Bonelli.