Un anno con Le Storie Bonelli – Un bilancio

Pubblicato il 27 Settembre 2013 alle 18:00

Ecco qualche dato sui primi dodici mesi di vita editoriale della collana bonelliana.

Con l’arrivo di ottobre si avvicina il momento dell’uscita de “Il moschettiere di ferro”, che inaugurerà il secondo anno di vita editoriale de Le Storie Bonelli. Il volume firmato da Gualdoni e Pontrelli sarà il tredicesimo della collana, e giunge dopo dodici numeri variegati e interessanti.

Proviamo a tracciare un breve bilancio della vita della collana fino a questo momento, partendo anzitutto dagli autori.

In dodici albi l’unica costante è stato il copertinista, il sempre in forma Aldo Di Gennaro. Per il resto, dieci diversi autori ai testi: Barbato, Recchioni, De Nardo, Ruju, Bilotta, Morales, Accattino, Simeoni, Cajelli e Di Gregorio. Tra questi, solo Paola Barbato e Alessandro Bilotta hanno fatto il bis, presentando due diverse storie.

Ancora più alto il numero di disegnatori, ben dodici: Casertano, Accardi, Brindisi, Ambrosini, Mosca, Morales, De Cubellis, Simeoni, Cremona, Vitrano, Ripoli e Freghieri. Solo il primo, Giampiero Casertano, ha firmato due albi (“Il boia di Parigi” e “La pattuglia”).

Un unico albo, invece, ha avuto due illustratori: si tratta di “Ritorno a Berlino”, illustrato da Davide De Cubellis e Paolo Morales, con quest’ultimo autore anche dei testi. L’unico albo a firma unica, invece, è “Amore nero”, affidato a testi e disegni di Gigi Simeoni.

Vediamo adesso le ambientazioni spazio-temperali: con “Il boia di Parigi” siamo nella Francia rivoluzionaria del 1790, con “La redenzione del samurai”, invece, nel Giappone medievale. Con “La rivolta dei Sepoy” si approda nell’India di metà Ottocento. Col quarto numero della collana si va invece negli Stati Uniti, precisamente nella Chicago del 1936, ambientazione di “No Smoking”. “Il lato oscuro della Luna” è ambientato nel 1963, in orbita. “Ritorno a Berlino” è ambientato invece nella capitale tedesca, nel 2012. “La pattuglia” conduce i lettori nel Vietnam del 1967.

“Amore nero” è l’unica storia ambientata in Italia, precisamente a Milano nel 1912. Si torna in America con “Mexican Standoff, ambientata in un Messico che è presumibilmente quello dei giorni nostri. “Nobody” racconta invece  di un lungo viaggio per mare verso la Malesia, ambientato probabilmente agli inizi dell’Ottocento. Con “Il lungo inverno” si arriva nella Lapponia degli anni Trenta del Novecento. Con “La pazienza del destino”, infine, si ritorna negli States di metà Novecento.

Tra i continenti, dunque, per ora mancano Africa, Sud America e Oceania, con le dodici avventure distribuite più o meno equamente tra America centrosettentrionale, Europa e Asia.

E veniamo adesso ai generi. Anche in questo caso c’è davvero una bella ricchezza: si va da albi più propriamente storici (Il boia di Parigi, La rivolta dei Sepoy) alla fantascienza (Il lato oscuro della Luna, Mexican standoff), dal giallo coniugato nelle sue diverse varianti (Il lungo inverno, Amore nero, Ritorno a Berlino) al noir (La pazienza del destino), passando, ovviamente per l’avventura più pura (La redenzione del samurai, Nobody). Spazio anche al genere gangsteristico (No Smoking, Mexican Standoff) e all’horror (La pattuglia). Come si nota, per ora, niente West.

E cosa vedremo in futuro? Beh, il mese prossimo si torna in Francia, ma questa volta quella del Seicento, con “Il moschettiere di ferro”. Altro ritorno, poi, sarà quello nel Giappone medievale, con la coppia Recchioni-Accardi.

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