Topolino e i pirati – Recensione Rizzoli Lizard
Pubblicato il 26 Settembre 2013 alle 15:00
Quanto di buono visto sul volume inaugurale della collana dedicata al grande Floyd Gottfredson è riscontrabile anche nel secondo volume, che tra l’altro ripropone le tavole di Guasta, il primo Disney italiano, su Il Popolo di Roma.
Topolino e i pirati
Autore: Floyd Gottfredson.
Casa Editrice: Rizzoli Lizard.
Provenienza: Italia.
Prezzo: 26,00 Euro.
Data di pubblicazione: Giugno 2013
Il gioioso Orazio Cavezza che fa bella mostra di sé sulla copertina di “Topolino e i pirati”, secondo volume della collana dedicata al maestro di fumetti a stelle e strisce Floyd Gottfredson, è un’immagine in cui si possono rispecchiare altre due.
Da una parte quella dell’intero tomo di 280 pagine, il cui spirito è appunto possibile tradurre con la gioia che prova il cavallo che presenta il volume. Sì, lo spirito che permea le strisce e gli articoli è gaio, leggero, e questo sia grazie alla maestria dell’autore-icona, sia grazie alle avventure del protagonista, che indaffarato in mille faccende diverse, a volte anche pericolosissime, non manca mai di regalare un sorriso a chi legge.
Topolino è così: anche quando la situazione è dura, quando è costretto a misurarsi con biechi ladri, temibili pirati e cannibali, folli scienziati senza scrupolo, predatori dell’aria, non rinuncia mai a una battuta, a un espediente comico, al suo sorriso che, a suo modo, ha fatto bene agli USA della Grande Depressione.
Sì, perché le storie riproposte nel volume portato in Italia da Rizzoli Lizard sono quelle stese sulle strisce quotidiane tra il gennaio del 1932 e lo stesso mese del 1934. Anni duri, come dure sono le avventure che il protagonista si trova a vivere.
Diciamolo subito: a dispetto di una certa contiguità temporale, c’è una bella differenza tra il giovane topo che si è dato da fare sulle strisce riportate in “Topolino nella Valle Infernale” e questo. Niente più liti con il Gatto Nip, né sfide contro i pretendenti di Minni: abbandonate le mansioni presso il circo o la pensione di Clarabella, ora il topo si immischia in vicende ben più complesse. E stavolta non si tratta soltanto di salvare la fattoria dei genitori di Minni, bensì le sorti del mondo intero, come in “Topolino e Orazio nel castello incantato”.
Insomma, Topolino ne ha fatta di strada, anche nel cuore dei lettori. E veniamo così alle seconda immagine che può rispecchiarsi nell’Orazio felice che saltella in apertura del tomo, quella del lettore, appunto. Leggere le pagine in bianco e nero e a colori della seconda parte della collana dedicata all’opera di Gottfredson, infatti, regala piacere, gioia e conoscenza. Sì, perché oltre alle vicende avventurose ben orchestrate da un Floyd che continua a percorrere la strada della propria completa maturità artistica, padroneggiando sempre più il formato seriale, le pagine propongono anche articoli ricchi di interessanti informazioni. Su Topolino, i suoi autori, ma anche sul suo pubblico e il suo paese, cartaceo e reale.
Vincitore del Premio Eisner Awards 2012, “Topolino e i pirati” è un altro passo sicuro ed elegante nella strada della ricostruzione della vita autoriale di Gottfredson, che per più di quarant’anni ha fatto vivere al topo indimenticabili avventure.
Ed è forse questo, oltre alla caratterizzazione del personaggio, ai disegni, alle trovate narrative, che colpisce di più: la capacità delle strisce di uscire dall’orizzonte temporale nel quale sono state realizzate per farsi opera senza tempo, capace di regalare ancor oggi divertimento e spensieratezza grazie a un’edizione restaurata sicuramente encomiabile.
Edizione da encomiare, inoltre, anche per la riproposizione dei dipinti dell’autore e per la sezione finale, che ospita – in esclusiva sull’edizione Lizard – le tavole di Guglielmo Guastaveglia, le prime dedicate all’eroe Disney a essere apparse in Italia, mai finora ripubblicate.