La Pazienza del Destino – Le Storie Bonelli n. 12 – Recensione
Pubblicato il 19 Settembre 2013 alle 15:00
Si chiude il primo anno con la stessa firma che lo aveva aperto: Paola Barbato, autrice di un’altra prova notevole.
Le Storie n. 12 – La pazienza del destino
Autori: Paola Barbato (testi), Giovanni Freghieri (disegni).
Casa Editrice: Sergio Bonelli Editore.
Provenienza: Italia.
Genere: Noir hard-boiled.
Prezzo: 3,50 Euro.
Data di pubblicazione: Settembre 2013
Con “La pazienza del destino” si chiude il primo anno della collana bonelliana “Le Storie”. Firme dell’albo di settembre sono Paola Barbato e Giovanni Freghieri, con la prima che, dunque, apre e chiude l’anno d’esordio della serie. Lo fa nel migliore dei modi.
La storia è sistemata nelle centodieci pagine dell’albo in maniera magistrale: non ci sono passaggi troppo affrettati né momenti che sembrano dilatati inutilmente. Ci sono, invece, tutte le caratteristiche di un noir hard-boiled che si rispetti: le sigarette, le telefonate, gli incontri appartati, le pistole, il detective duro, i giornalisti.
Eppure nonostante i tanti stereotipi, che ci stanno tutti in un genere così canonizzato, “La pazienza del destino” riesce ad attrarre il lettore. Lo fa per l’atmosfera che si respira nelle tavole, per come la Barbato architetta l’intero volume.
Nella parte iniziale oltre alla curiosità per ciò che accadrà emerge anche un senso di incompletezza, come se mancassero dei dettagli, come se le suggestioni e i suggerimenti disposti qua e là dessero vita a un quadro incompleto, contraddittorio per certi versi.
Ma poi arriva la spiegazione finale che mette ogni dettaglio al proprio posto. Lo fa in una trentina di pagine, ma nonostante le dimensioni del cosiddetto “momento spiegotto” non si appesantisce la lettura, anzi, la stella di Douglas Monroe, l’indiscusso protagonista della vicenda, brilla ancor più.
Doug è un induttore, bravo a far sì che qualcuno commetta qualcosa. È un vero duro cacciato dalla polizia per i suoi metodi poco ortodossi. Ed è il motore e il conduttore di una storia concentrica che si svolge illuminata da una luce intermittente: l’indagine del detective apparentemente sconclusionata si staglia sulla tragica e tante volte vista parabola discendente dell’attore che è arrivato lontano grazie a qualche scheletro nell’armadio.
E di scheletri il duro Monroe è un cacciatore perfetto. Pagina dopo pagina, lui così antipatico, finisce per attirare le simpatie dei lettori. Sì, “La pazienza del destino” piace per questo personaggio, piace per come è scritta. Certo, ci sono i personaggi stereotipati, quasi banali a volte, ci sono le situazioni già viste, ma anche un’atmosfera che fa da sfondo adeguato alla vicenda, supportata com’è dai disegni di Giovanni Freghieri apparso più in forma rispetto ai suoi ultimi lavori.
Insomma, una chiusura degna di un’annata per la serie sicuramente da promuovere, con albi sempre sopra la sufficienza e con diverse punte di eccellenza.