Alice Nel Mondo Reale – Recensione Panini 9L

Pubblicato il 20 Settembre 2013 alle 11:30

Si può affrontare un tema doloroso come il cancro con leggerezza e solarità? Certamente e ce lo dimostrano Isabel Franc e Susanna Martìn con la graphic novel Alice Nel Mondo Reale, tradotta da Panini Comics per la linea Panini 9L!

Alice nel mondo realeAlice Nel Mondo Reale
Panini 9L

Autori: Isabel Franc (testi), Susanna Martìn (disegni)

Casa Editrice: Panini Comics

Genere: Intimista

Provenienza: Spagna

Prezzo: € 18,00, 17,2 x 24,6, pp. 144, bicr.

Data di pubblicazione: luglio 2013

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Ci sarebbero tante cose da dire su Alice Nel Mondo Reale, graphic novel di Isabel Franc e Susanna Martìn tradotta da Panini Comics per la linea editoriale 9L, dal momento che gli spunti di riflessione che offre sono molteplici, a cominciare dall’argomento affrontato che non può lasciare indifferente nessuno: la malattia e, nello specifico, il cancro. Suscita, comprensibilmente, sgomento e angoscia e, come scriveva anni fa Oriana Fallaci in un suo libro, si tende a non nominarlo, alla stregua di un tabù. Infatti, quante volte, sentendo la notizia di qualche personaggio famoso morto di tumore, abbiamo avuto a che fare con l’espressione: ‘deceduto dopo una lunga malattia’?

alice nel mondo reale recensione 1

Isabel Franc va contro il tabù e usa invece i termini cancro e tumore nel corso dell’intera storia. Il fumetto è da considerare in parte autobiografico e la protagonista della vicenda, Alice, può essere ritenuta una specie di alter-ego della scrittrice. Alice è una donna professionalmente appagata. Lavora come giornalista per una rivista di tendenza, scrive, ha molte amiche. È orgogliosamente lesbica e il mondo gay in cui si muove è fatto di ragazze tranquille, sicure di sé, pronte a darsi una mano a vicenda. A modo loro sono una famiglia, per usare una definizione della stessa Alice. Ma che succede se le viene diagnosticato un cancro al seno? Tutto cambia e ciò che fino a ieri pareva scontato assume una valenza differente.

Per fortuna, il cancro è operabile ma Alice dovrà accettare la perdita del seno sinistro, vivere da menomata e sopportarne il peso psicologico, nonché gli esami invasivi, le terapie defaticanti e l’atteggiamento delle persone che la circondano. Sì, perché alcuni medici possono risultare comprensivi, altri meno, più propensi a ritenere i pazienti una fonte di guadagno nel migliore dei casi o un fastidio nei peggiori. E le amiche? Certo, le sono vicine e cercano di trasmetterle forza, amore e coraggio (tranne una che si dimostrerà falsa ed egoista). Ma è un amore a tratti soffocante e difficile da gestire.

E la direttrice della rivista per cui lavora Alice? Vede il cancro come un’occasione per spingere la sua dipendente a scrivere un libro, magari graffiante. E se Alice contempla il suicidio? Meglio. Ma che si ammazzi dopo averlo scritto, però, e in ogni caso è più facile vendere l’opera di una suicida. Tra echi di Virginia Woolf, citazioni poetiche (il volume si apre con i versi di Kostantino Kavafis, poeta greco influenzato dall’omofilia) e un citazionismo esasperato riguardante libri, film e dischi, Isabel Franc parla di tematiche dolorose con il sorriso sulle labbra. Sì, poiché la graphic novel è divertente, grazie a dialoghi ironici e a situazioni che, pur nella loro tragicità, fanno pensare a una sit-com cattiva girata da Almodovar.

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La Franc delinea inoltre uno spaccato di società

che ai bigotti d’accatto potrebbe dar fastidio: quello della comunità lesbica ispanica dell’era Zapatero. Quella, in poche parole, di un paese civile che non strepita per i matrimoni gay o per il testamento biologico, a differenza della nostra repubblica delle banane.

Tuttavia, malgrado la graphic novel sia godibile e apprezzabile pressoché da chiunque, solo chi è stato perlomeno sfiorato dal dramma del cancro potrà sentirsi coinvolto al cento per cento. Ciò non inficia la qualità del lavoro e, lo ribadisco, il volume presenta tanti spunti di riflessione e non manca di attitudine provocatoria.

alice nel mondo reale recensione 2

È evidente, per esempio, nella sequenza in cui Alice decide di sfidare le convenzioni facendosi fare un tatuaggio sulla parte menomata del corpo. Mi ha fatto venire in mente la sottocultura dei Modern Primitives, resa celebre anni fa da un libro della Re/Search Publications di San Francisco. E quando sfoggia il suo fisico in spiaggia (dopo alcune esitazioni, in verità) mi fa pensare a Philip K. Dick che scrisse una lettera al direttore di Playboy sostenendo che le donne mutilate potevano essere fotografate in pose sexy, avendo anch’esse un’allure sensuale (tale dettaglio fu ripreso da K.W. Jeter nel romanzo Dr. Adder).

La graphic novel è quindi anche una lucida analisi della dittatura dell’estetica nel mondo contemporaneo. I modelli femminili sono sottoposti a rigidi canoni di impronta maschilista, afferma la Franc; perciò che succede se una donna ha qualche difetto o è costretta a rinunciare a un seno? Come deve vestirsi? Può essere considerata ancora attraente? Può sperare di trovare amore o sesso occasionale? In che modo la società la giudicherà? Sono domande non di poco conto e l’autrice tenta di trovare risposte senza piangersi addosso e sdrammatizzando il più possibile.

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È ovvio che un’opera simile richiedeva particolare attenzione nei confronti dell’aspetto grafico e la disegnatrice Susanna Martìn è perfetta. Opta per un tratto non realistico con influssi cartoon e in generale del fumetto umoristico. Ma ci sono continui cambiamenti di stile, valorizzati da fluidità e leggerezza, che rendono accattivante e visivamente imprevedibile la lettura. Tante tavole hanno una costruzione inventiva e la Martìn concepisce pagine con una rigida griglia costituita da minuscole vignette e altre caratterizzate invece da immagini spaziose, spesso enormi, con grafici, titoli di giornale, stralci di diario e simboli.

In definitiva, a chi potrà piacere Alice Nel Mondo Reale? Agli estimatori del fumetto tout court, indipendentemente dai discorsi di nazionalità e di genere; a coloro che hanno avuto esperienze simili a quelle dell’autrice; e alle persone prive di pregiudizi che non vanno fuori di testa se un’opera creativa è inserita nella comunità gay.


Voto: 7

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