Il lungo inverno – Le Storie Bonelli n. 11 – Recensione

Pubblicato il 2 Settembre 2013 alle 13:00

Prosegue l’avventura della collana bonelliana: questa volta si va nel gelo perenne della Svezia, a seguire le vicende di un uomo normale, il botanico Svensson.

Le Storie n. 11 – Il lungo inverno

Autori: Giovanni Di Gregorio (testi), Francesco Ripoli (disegni).

Casa Editrice: Sergio Bonelli Editore.

Provenienza: Italia.

Genere: Giallo psicologico

Prezzo: 3,50 Euro

Data di pubblicazione: Agosto 2013


“Il lungo inverno”, albo numero 11 de Le Storie Bonelli, è una lettura che induce alla riflessione. Non per qualche particolare della trama, che fila via scorrevole e prevedibile senza particolari sussulti o colpi di scena, ma piuttosto per il valore da dare all’originalità e all’effetto sorpresa.

La storia di Di Gregorio e Ripoli vanta dei disegni di grande rilievo, un’atmosfera capace di emozionare e aderire appieno alla materia narrata e una sceneggiatura scritta davvero bene. Elementi, questi, che fanno del volume d’agosto della collana bonelliana una lettura gradevole, però…

Già, c’è un però. Non è difficile capire, anche con largo anticipo, dove la vicenda di Lars Svensson, botanico finito in Lapponia per curare quella che sembra essere una banale dermatite, possa arrivare. Del resto, di storie analoghe a quella presentata nel volume con l’affascinante copertina di un sempre ottimo Aldo Di Gennaro ce ne sono, alcune anche raccontate da recenti film.

E dunque? Dunque da un lato si può apprezzare la perizia del Di Gregorio sceneggiatore, che riesce nonostante l’assenza di colpi di scena (o la loro prevedibilità) a tener a desta l’attenzione di chi legge. Gioca facile, perché la materia è pregiata, ma è anche bravo a permeare, senza dubbio aiutato dal tratto di Francesco Ripoli, di un’atmosfera ovattata, malinconica, sospesa, le tavole. E sa passeggiare tra diversi generi – il giallo, la storia d’amore, il dramma psicologico – con naturalezza, tanto che il risultato sembra di una semplicità disarmante.

Dall’altro però si può ribattere che leggere una storia il cui finale ben presto si riesce a intuire non è poi una gran cosa, che seguire una vicenda che sembra già vista fa perdere d’interesse, che l’assenza del motivo avventuroso contribuisce a imbrigliare spunti che potevano esser affrontati in maniera più originale.

Entrambe le posizioni, sia chiaro, sono lecite. Molto dipende, come si diceva prima, dal peso che si dà all’originalità e alla sorpresa. Ma sentirsi più vicini all’una o all’altra, non dovrebbe far venire meno alcune valutazioni che sembrano poter essere generali, ossia la maestria dei disegni di Ripoli, l’equilibrio della trama messa su tavole da Di Gregorio, convenzionale sì, ma banale mai, l’interesse che la vicenda riesce a suscitare, pur povera com’è di avventura e di azioni in senso stretto.

Tutti elementi che, a ogni modo, permettono di promuovere la storia ambientata in terra svedese tra nevicate incessanti e venti furiosi, tra personaggi forse convenzionali, ma ben approfonditi e a loro modo interessanti. Sì, anche “Il lungo inverno” è una lettura da affrontare.



Voto: 7

Petra Chérie. Ediz. integrale in

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