Alice Sotto Terra di Stefano Bessoni – Recensione
Pubblicato il 30 Agosto 2013 alle 16:00
Un artista naturalista, un regista visionario, un illustratore originale e sorprendente. Stefano Bessoni rivisita un classico intramontabile donandogli spessore e un’originalità mai vista su carta, in un viaggio macabro sotto terra insieme ad Alice, faremo la conoscenza di creature assurde e deformi ma allo stesso tempo singolari e memorabili.
Alice Sotto Terra
Autore: Stefano Bessoni
Casa Editrice: Logos Edizioni
Genere: Fantasy, Macabro
Provenienza: Italia
Prezzo: 15.00 €, 15.5×21.5, pp. 54, col.
Data di pubblicazione: Novembre 2012
Il lavoro di Bessoni si ispira al primo manoscritto originale intitolato “Alice’s Adventures Under Ground” regalato dal reverendo Charles Lutwidge Dodgson in arte Luis Carroll, ad Alice Liddell, ispirazione che si nota già dal titolo che, letteralmente, chiama Alice sotto terra.
Chi conosce il macabro mondo di Bessoni, sia come regista che come illustratore, saprà già cosa aspettarsi: le sue opere sono intrise di qualcosa di macabro e orripilante, pur partendo sempre da un origine favolistica i suoi personaggi assumono subito una connotazione funerea e atroce, influenzato però da nozioni scientifiche e letterarie.
Il valore scientifico delle sue parole è sostenuto dal fatto che possiede delle basi naturalistiche solide come l’anatomia animale e l’entomologia. Il suo implacabile occhio da fotografo e regista poi rende tutto così perfetto e gradevole.
Lo spirito originale dell’opera non viene variato, risulta semplicemente una versione molto personale, fatale e macabra che si allontana dalle versioni viste in questi ultimi anni sia animate che la più recente Burtoniana. Ne risulta quindi un viaggio sotto terra sozzo e sudicio con tutta una serie di personaggi da incubo che, racchiusi tra le radici dell’albero, richiamano subdolamente le creature di questo mondo, incaute prede, eclissando loro la calda luce del sole.
In questo tripudio dell’orrore sembra che la terra stessa partorisca questi esseri, proprio come se la nostra mente fosse il grembo materno di questa orgia orripilante, inventando favole e creature oscure che abitano l’abisso.
L’Alice illustrata infatti non ci appare vitale e piena di energie, al contrario ci viene presentata come inquietante e con la passione di collezionare crani e ossa; la lepre marzolina viene completamente scarnificata e la sua unica espressione da i brividi; così come tutti gli altri personaggi risultano rappresentati con espressioni più efferate, rappresentati sempre con colori smorzati e dalle facce contrite e doloranti.
Vale veramente la pena soffermarsi su questa versione/visione dell’opera classica di Carroll, il tratto dell’autore è caratterizzato da una notevole torbidità ma alla fine, ne sono sicuro, vi piacerà.