Petra Chérie Edizione Integrale di Attilio Micheluzzi – Recensione Comma 22
Pubblicato il 29 Agosto 2013 alle 16:00
Comma 22 propone, per la prima volta in Italia, in un unico corposo e lussuoso volume cartonato completo di approfondimenti, critica ed appendici, l’opera migliore di Attilio Micheluzzi: Petra Chérie. Quasi 350 pagine in compagnia dell’eroina disegnata più affascinante di sempre, una protagonista libera dagli stereotipi e dai soliti cliché.
Petra Chérie
Autore: Attilio Micheluzzi
Casa Editrice: Avventura, Guerra
Genere: Comma 22
Provenienza: Italia
Prezzo: 29.00 €, 21×29, pp. 360, b/n.
Data di pubblicazione: Marzo 2013
Petra Chérie, l’irresistibile eroina di queste storie, deve la sua forgia ad una grande interprete del cinema muto degli anni ’20, la bella Mary Louise Brooks. I tratti e le espressioni così come la grande energia e la sua vitalità è quella che si respira leggendo le avventure di Petra, la stessa che ha ispirato un’altra grande eroina del fumetto italiano: Valentina di Guido Crepax.
Le avventure si svolgono durante il periodo della grande guerra, Petra bella e sensuale si sposta da un capo all’altro del mondo pilotando un aereo con una disinvoltura disarmante la stessa con cui seduce tutti gli uomini nonostante abbiano elevate cariche.
Le sue origini sono molto lontane dalla sofferenza che si respira in prima linea durante i conflitti è una ragazza colta che proviene da una famiglia polacca molto ricca; affronta tutto con molta classe ed eleganza, parla molte lingue e grazie al suo carattere travolgente e impetuoso non teme nessun pericolo, buttandosi a capofitto in tutte le sue stravaganti avventure.
Alla guida di un aereo dall’Istria in Montenegro e dall’Italia alla Francia, a bordo di un automobile dal Bosforo a Costantinopoli e dall’Austria all’Olanda, in sella ad un cammello in Siria, Petra ci coinvolgerà nei suoi mille viaggi spericolati tra gli orrori della guerra che sembra non avere mai fine e mai pietà.
Con il tratto distinto di Micheluzzi, assistiamo ad una rappresentazione molto dettagliata, anche se alle volte risulta un po’ statica, degli spazi e dei personaggi, l’utilizzo dei neri risulta comunque sicuro, molto netto e riempitivo. I fondali sono molto ricchi di particolari e ben fatti, le onomatopee vengono usate con molta sapienza e si integrano perfettamente all’interno delle vignette che sono ben articolate e ben posizionate offrendo una narrazione scorrevole. Unico difetto, se così possiamo definirlo, è dato dal fatto che in alcuni casi i balloon risultano un po’ troppo eccessivi e prolissi.
La narrazione risulta molto attenta con una ricerca del particolare, sia riguardante gli eventi storici che la cura nello scegliere indumenti e accessori da indossare, la parte meccanica di aerei ed altri mezzi locomotori è impressionante e quasi maniacale, rispecchiando effettivamente la passione di Micheluzzi per l’architettura e l’aviazione.
Il lettore percepisce il tempo come un fattore non determinante, vengono invece ben descritti i luoghi e gli ambienti, probabilmente vuole essere sottolineata l’inutilità della guerra che porta solo solitudine e desolazione in ogni luogo e questo sembra addirittura fermare il tempo per darci la possibilità di considerare l’abbandono e la distruzione che un conflitto porta con sé.
Geniale e originale come l’autore decida di presentarci il suo personaggio, facendo parlare Petra in prima persona e ponendola di fronte direttamente al lettore, come in un’intervista che viene sostenuta dall’autore, rappresentato seduto su di una poltrona mentre un sigaro si consuma tra le dita della mano. Presentazione che Petra, però, ci offre a malincuore ricordandosi che a chiederlo è comunque il suo creatore e non può fare a meno di obbedire. Una scena spiazzante che ritroviamo anche in altre storie in cui Petra parla direttamente con il lettore coinvolgendolo non solo come osservatore ma introducendolo come parte stessa del racconto.