Superman: Il giorno più lungo – Recensione Lion Comics
Pubblicato il 27 Agosto 2013 alle 16:00
Un’analisi che scava a fondo cercando qualcosa di nuovo in una delle storie più amate e più sfruttate di sempre: La morte di Superman. Incredibilmente Dan Jurgens riesce comunque a fare un ottimo lavoro di sceneggiatura e ci narra la vicenda facendoci provare emozioni come mai era capitato.
Superman: Il giorno più lungo
Autori: Dan Jurgens (Sceneggiatore e Disegnatore), Bill Sienkiewicz (Chine)
Casa Editrice: RW Lion
Genere: Supereroi
Provenienza: U.S.A.
Prezzo: 10.95 €, 16.8×25.6, pp. 96, col.
Data di pubblicazione: Maggio 2013
Nel giorno dell’anniversario della morte di Superman Ty Duffy, nuovo reporter del Daily Planet, viene incaricato dal suo superiore Perry di occuparsi della vicenda. All’ombra degli articoli già scritti da Clark Kent e Lois Lane, Ty, viene spronato proprio dai due giornalisti ad analizzare il problema in maniera diversa e gli consigliano di cercare ed intervistare coloro che erano presenti al momento della grande perdita, ovvero i membri della Justice League. Comincia quindi la ricerca dei superstiti della lega, come Blue Beetle e Booster Gold intervistando inoltre tutti coloro che hanno sofferto la furia Doomsday. Nel contempo, ormai reduci anche dalla resurrezione di Superman e da altri sconvolgimenti che hanno afflitto la città durante l’assenza dell’uomo d’acciaio, Superman indaga su alcuni strani incidenti accaduti in vari punti della città che sembrano ripercorrere lo stesso tragitto fatto da Doomsday per arrivare a Metropolis.
L’incontro tra il giornalista e il protagonista del suo articolo accenderà una discussione tra i due innescando così un dubbio sulle convinzioni di Superman e facendolo riflettere su alcuni aspetti di quel fatidico giorno, rimandandolo ad una seria analisi del suo operato e sulla presenza/assenza di un simbolo di speranza che un alieno come lui può creare sulla terra.
Una sceneggiatura che pesca a piene mani da storie passate e ormai molto sfruttate per tirarne fuori qualcosa di fresco e che mai è stato preso in considerazione. Un’analisi psicologica, non soltanto sulla morte e sulla perdita di una forza ma sull’elaborazione di un lutto, lo scoprire di punto in bianco che non si è più protetti e privi di speranze, assistere impotenti alla caduta di un simbolo che fatica ad essere rimpiazzato se non con qualcosa che non è all’altezza o che addirittura risulta peggiore. Uno studio sulla psicologia di un personaggio puro e positivo come Superman che risulta facilmente influenzabile quando si parla di giustizia e di onestà.
I disegni sono ben fatti e la disposizione delle vignette di Jurgens è calcolata e molto dinamica, ma quello che fa veramente la differenza è l’inconfondibile tocco di Sienkiewicz alle chine. Incredibilmente il caro e vecchio Bill riesce come solo pochi sanno fare a dare veramente una firma di originalità ed eleva immediatamente ad un livello maggiore l’opera, donandogli vita propria e una libertà visiva che ci delizia tra schizzi di colore vario, sfregi e graffi qua e la, sconfinando anche tra le vignette e le pagine. Un tratto caratteristico e tipico di un vero artista del fumetto e non solo.
Una storia godibilissima, consigliata a tutti.
Voto: 8