Batman Inc. n. 2 di Grant Morrison – Recensione
Pubblicato il 9 Agosto 2013 alle 11:00
Si conclude la prima serie di Batman Inc.! Il Cavaliere Oscuro e i suoi alleati dovranno affrontare una volta per tutte le macchinazioni del misterioso Leviatano! Ma chi si cela dietro questa enigmatica identità? La risposta ce la fornirà Grant Morrison e nulla sarà più come prima!
Batman Inc. n. 2
Autori: Grant Morrison (testi), Chris Burnham, Scott Clarke, Cameron Stewart (disegni)
Casa Editrice: RW-Lion
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Prezzo: € 12,95, 16,8 x 25,6, pp. 144, col.
Data di pubblicazione: luglio 2013
Si può dire qualsiasi cosa sulla gestione batmaniana di Grant Morrison ma non che il geniale autore di Glasgow non abbia inserito parecchie novità nelle vicende di Bruce Wayne. Una di esse è la Batman Inc., gruppo di eroi legati alla Bat-Family che il Cavaliere Oscuro gestisce alla stregua di una multinazionale dedita alla lotta al crimine. In verità il concetto non è nuovo poiché Morrison ha ripreso un’idea degli anni cinquanta, quella dei Batman di tutte le nazioni, rendendola più attuale. Secondo Grant, Batman, sia nella fiction sia nella realtà, è un marchio, un ‘brand’ riconoscibile a livello mondiale e di conseguenza è giusto che Bats si adegui alla situazione di globalizzazione ormai sotto gli occhi di tutti.
Dopo aver scritto Batman & Robin, quindi, ed essersi impegnato con la miniserie Batman The Return, Morrison ha varato il serial Batman Inc., imperniato sulle vicissitudini dell’organizzazione anti-crimine coordinata da Bruce, approfondendo elementi introdotti in precedenza, a cominciare dalle sinistre macchinazioni del misterioso Leviatano. In questo tp che include i nn. 6-8 del mensile e lo special Leviathan Strikes! i nodi vengono al pettine e nulla sarà più come prima. Bisogna altresì specificare che si tratta di materiale pre-reboot e alcune situazioni sono differenti da quelle delle attuali bat-storie. Dick Grayson, per esempio, veste ancora i panni di Batman; Barbara Gordon non ha recuperato l’uso delle gambe e agisce come Oracolo; e il costume di Batgirl è indossato da Stephanie Brown.
Come sanno coloro che hanno letto il volume precedente, il Leviatano (che fa riferimento sia a un villain che a un’associazione criminale) ha iniziato a dare filo da torcere all’Uomo Pipistrello, utilizzando sgherri sottoposti a tecniche di manipolazione mentale. Bats dal canto suo ha messo in piedi la Batman Inc. e la story-line si è rivelata complicata, non priva di simboli astrusi da decodificare. Ma in questa sequenza le cose incominciano a chiarirsi. Innanzitutto appaiono due nuovi componenti del team, gli indiani Uomo dei Pipistrelli e Corvo; sarà svelata l’esistenza di un’allucinante scuola per assassine e il nostro eroe rimarrà intrappolato in un mondo virtuale ben visualizzato dal bravissimo e ‘digitale’ Scott Clarke. In poche parole, Leviatano cercherà in tutti i modi di stressare Bats portandolo al punto di rottura e tentando di colpire la più grande dote di Bruce: la sua mente. Per giunta, l’originale Batwoman, Kathy Kane, potrebbe avere un ruolo nella vicenda e non mancheranno agghiaccianti sviluppi riguardanti Jezabel Jet. E, last but not least, alla fine del volume l’identità di Leviatano sarà svelata.
Morrison gioca abilmente con atmosfere supereroiche, thriller e da spy-story ma ci sono tantissime influenze: quelle dei telefilm camp degli anni sessanta, delle pellicole di James Bond, dell’horror, e tutto è descritto con testi e dialoghi scoppiettanti, inventivi, altamente immaginifici. Il Batman di Morrison è una creazione in linea con lo spirito dei tempi internettiani che stiamo vivendo e non mancano riflessioni sarcastiche sul mondo delle chat e della rete in cui tutto è automaticamente considerato vero solo perché appare in un sito. Batman Inc. può essere sottoposto a due livelli di lettura. A uno stadio superficiale, è un fumetto supereroico sofisticato ma sempre di evasione e in questo senso funziona. Ma esiste un secondo livello di lettura, più profondo, dal momento che Morrison, con il pretesto di una storia del Cavaliere Oscuro, cerca di veicolare messaggi. Il mondo descritto da Grant è in mano a potenze segrete che condizionano l’informazione, l’economia e le percezioni umane, ricorrendo a qualunque mezzo. Tra le righe, Grant denuncia le perversioni sessuali dei potenti, con riferimenti al traffico di minori venduti ai ricchi; ci sono accenni, alcuni espliciti altri più o meno nascosti, ai progetti di controllo mentale Monarch ed MK-Ultra e alle tecniche PNL (specie nell’episodio ambientato nella scuola perversa).
Esistono accenni al satanismo, all’occultismo, alle logge massoniche e alle sette coinvolte nel Nuovo Ordine Mondiale. Si rilevano i simboli degli Illuminati e rivelazioni ben precise sulle popstar coinvolte in queste realtà (le insegnanti della scuola assomigliano a Madonna, Rihanna e Lady Gaga). Tanto che c’è da chiedersi: Grant si è solo ispirato alle teorie di David Icke, Alex Jones, Leo Lyon Zagami e altri cospirazionisti? Ci crede veramente? Intende metterci in guardia, come in fondo fece già con The Invisibles? O, peggio ancora, è coinvolto in questi complotti e usa i fumetti, appunto, per diffondere simboli e messaggi di manipolazione? E sappiate che circolano queste voci sul suo conto e la stessa DC Comics è stata accusata da Icke di essere al soldo dei gruppi segreti, come del resto tante altre società di intrattenimento.
Batman Inc. è un’opera eccellente, da leggere assolutamente, che diverte e, se ben analizzata, fa riflettere. Ed è valida anche per la parte grafica. Chris Burnham, con il suo stile che a tratti fa pensare a Quitely, è perfetto con la sua impostazione pop di grande valenza espressiva; Scott Clarke è eccezionale nel numero ambientato nel delirante universo informatico che intrappola Batman e un gruppo di atterriti executives; e Cameron Stewart con i suoi disegni eleganti e fluidi abbelliti da deliziosi collegamenti ai comic-book della Silver Age è una gioia per gli occhi. Insomma, Batman Inc. è da non perdere e sarà interessante leggere la seconda stagione del serial inserita nel DCU post-reboot. E mi sento in dovere di aggiungere un’ultima cosa. Come sapete, ho spesso criticato le scelte editoriali di RW-Lion e continuerò a farlo; ma trovo apprezzabile che si stia avvalendo della collaborazione della brava Elena Pizzi, i cui articoli di commento trovo davvero ben fatti (è evidente nel caso di questo tp, per esempio). A mio avviso, bisognerebbe concederle più spazio.