Centomila giornate di preghiera – Recensione Coconino

Pubblicato il 6 Agosto 2013 alle 12:00

Un romanzo a fumetti intimo e delicato. Coconino Press colpisce nuovamente al cuore dei lettori pubblicando una storia sul dramma della Cambogia, che non si sofferma gelidamente soltanto sul terribile genocidio ma racconta anche l’estenuante ricerca dell’identità di un bambino che ha come unico difetto le sue origini.

centomila-cover Centomila giornate di preghiera

Autore: Loo Hui Phang (Sceneggiatrice), Michael Sterckeman (Disegnatore)

Casa Editrice: Coconino Press

Genere: Drammatico

Provenienza: Francia

Prezzo: 19.50 €, 17×24, pp. 232, b/n.

Data di pubblicazione: Luglio 2013

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Louis è un bambino di 8 anni di origine cambogiana, vive in Francia nella periferia di una città in Normandia con la madre infermiera che invece ha origini francesi. I suoi tratti asiatici lo rendono vittima di bullismo da parte di tutti i suoi coetanei europei ma non è questo a renderlo infelice e malinconico, quello che lo tormenta di più è non conoscere il nome e il viso di suo padre. Quando Louis prova a chiedere alla madre informazioni le risposte risultano sempre imprecise e sfuggenti. Al piccolo non resta che chiudersi nella sua piccola cameretta arredata di silenzi e di solitudine, spezzata solamente dalla presenza di un fragile canarino, regalatogli dalla madre. L’uccellino diventa così l’unico amico, una guida che lo accompagnerà alla scoperta della sua identità e che donerà sollievo nei momenti più eremi. Un’identità legata alle sue origini cambogiane e alla storia di genocidi commessi ad opera dei Khmer Rossi, anni tormentati costantemente dalla guerra e dall’odore penetrante della morte.

La sceneggiatrice Loo Hui Phang è originaria del Laos e vive oggi in Francia. Questo racconto è ispirato alla storia della sua famiglia e ci rivela con uno splendido stile narrativo una tragedia che fa parte della storia contemporanea ma di cui poco conosciamo o ricordiamo. Phnag oltre a sceneggiare fumetti scrive pezzi per il teatro e per il cinema d’animazione, con grande successo di critica.

Michael Sterckeman assimila il racconta e lo illustra con disegni ricchi di passione ed emozionanti. Ben suddivisa la pagina da vignette morbide e senza linee di confine, ne risulta un racconto molto alleggerito anche se i toni del nero tornano spesso ad impadronirsi delle bianche pagine. Un’illustrazione fatta di silenzi, di staticità e di riflessione, un tratto minimalista ed elegante che rispecchia la spiritualità del racconto amplificando il dramma del bambino e del lettore stesso.

Il canarino, ora morto, incarna un nuovo Virgilio ed accompagna il bambino alla scoperta delle sue origini, guidandolo attraverso un passaggio oscuro nelle lande delle ceneri, dei fantasmi e dei morti, per svelare ogni dubbio su suo padre ora vittima, ora carnefice. La verità sulle sue origini e sul volto del padre, che spesso viene rappresentato come un uomo privo di lineamenti e di aspetto, stanno per essere svelati ma sarà amaro, doloroso e liberatorio al contempo.

Mai eccessivo e mai patetico, questa storia vi coinvolgerà e non vi lascerà indifferenti.


Voto: 7½

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