Marvel Omnibus Wolverine di Chris Claremont, Frank Miller e John Buscema – Recensione
Pubblicato il 29 Luglio 2013 alle 14:00
Arriva un volume Omnibus dedicato al più famoso mutante della Marvel: Wolverine! Scoprite o riscoprite storie leggendarie realizzate da mostri sacri del fumetto americano come Len Wein, Chris Claremont, Frank Miller e John Buscema!
Marvel Omnibus Wolverine
Autori: Len Wein, Chris Claremont (testi), Herb Trimpe, Frank Miller, Paul Smith, Al Milgrom, John Buscema (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Prezzo: € 59,00, 18 x 28, pp. 832, col.
Data di pubblicazione: luglio 2013
Wolverine è il mutante più amato e celebre della lunga e complessa saga degli X-Men e nel corso degli anni le iniziative editoriali imperniate su di lui si sono sprecate. Ad accentuare la già elevata popolarità del character hanno contribuito le pellicole cinematografiche riguardanti sia gli X-Men che lo stesso Wolverine e Panini Comics pubblica un Omnibus che propone storie realizzate da autentici maestri del fumetto statunitense. L’artigliato Logan è un personaggio complesso: giustiziere, ex spia, psicopatico, assassino, samurai; Wolverine è questo e tante altre cose ancora e il materiale qui incluso rappresenta diversi momenti della sua vita nonché differenti stadi della sua poliedrica personalità.
Bisogna chiarire che, come è in fondo normale per le antologie, non tutto è allo stesso livello. In ogni caso, anche le storie non particolarmente valide hanno una loro importanza. È il caso dei nn. 180-181 di Incredible Hulk che aprono la raccolta. Diciamola con franchezza: i due episodi scritti dal veterano Len Wein e disegnati da Herb Trimpe, forse in assoluto il più kitsch tra i penciler statunitensi, sarebbero caduti nel dimenticatoio se non avessero presentato la prima apparizione di Wolverine. Fu infatti in questi albi che Wein, creatore di Logan, lo introdusse nel Marvel Universe. Come avrete modo di vedere, il temibile mutante è poco più che abbozzato, non si sa nulla sul suo conto e aveva l’unica funzione di dare filo da torcere al mostro dalla pelle verde (con l’aggiunta del famelico Wendigo). I testi non sono memorabili e lo stesso vale per le matite di Trimpe. Ma si tratta di un momento storico che segna la nascita di un eroe destinato a diventare leggendario.
Subito dopo è la volta di un capolavoro: i quattro episodi della miniserie Wolverine scritta dal grande Chris Claremont e disegnata dal maestro Frank Miller. Questa è un’opera che sintetizza al meglio il Rinascimento Americano della Marvel dei primi anni ottanta. Claremont, che ormai scriveva regolarmente Uncanny X-Men, stava facendo un ottimo lavoro con Logan, rendendolo sfaccettato e tridimensionale, e nella mini, in una splendida atmosfera noir, approfondisce il legame di Wolvie con la cultura nipponica. La bella Mariko avrà un ruolo cruciale e i testi di Claremont, intensi e lirici come non mai, ancora oggi risultano di sorprendente attualità. Dal canto suo, Frank Miller, già celebrato per la sua run di Daredevil, accentua le suggestioni giapponesi che l’avevano coinvolto con Elektra e i ninja della Mano, caratterizzando in maniera egregia Mariko e l’aggressiva Yukio e realizzando una delle versioni più convincenti e tormentate di Logan.
Ci sono poi due episodi tratti da Uncanny X-Men nn. 172/173, sempre scritti da Claremont e illustrati dall’elegante e lezioso Paul Smith. Si tratta di una scelta intelligente poiché fungono da epilogo alla miniserie e hanno a che fare con il mancato matrimonio tra Mariko e Logan. Anche in questo caso Chris fa un buon lavoro, dimostrandosi abile nella costruzione degli intrecci e nell’impostazione dei dialoghi e le matite di Paul Smith impreziosiscono la sceneggiatura. Claremont è sempre presente in un’altra miniserie, Kitty Pryde & Wolverine, che come è facile intuire dal titolo coinvolge oltre a Logan la simpatica ragazzina membro degli X-Men.
In un certo qual modo la storia potrebbe essere considerata una specie di seguito della precedente miniserie e pure stavolta lo sfondo dell’azione è il Giappone. Chris scrive una sceneggiatura drammatica e testi evocativi e profondi; e se già Wolverine era coinvolto dall’etica dei samurai, accadrà lo stesso alla giovane Kitty che proprio in questa miniserie crescerà e maturerà assumendo la nuova identità di Shadowcat. Le matite di Al Milgrom, onestamente, non sono niente di che; ma la storia è da annoverare tra le cose migliori di Claremont.
Si passa poi alle storie che anticipano la nascita del mensile Wolverine e che furono pubblicate nei primi dieci numeri dell’antologica Marvel Comics Presents. Tanto per cambiare, ai testi c’è l’onnipresente Chris che opta per atmosfere spionistiche, collocando Logan nel contesto di Madripoor, località orientale sede di loschi traffici. In tale ambito Logan si presenta con una benda sull’occhio, adottando l’identità del Guercio e interagendo con la sensuale e letale Tigre, altro personaggio femminile orientale che pare uscito da un racconto pulp. E il volume si conclude con i primi sedici numeri del comic-book Wolverine in cui Claremont delineò meglio l’ambiente di Madripoor, non rinunciando però ad occuparsi di character che sarebbero diventati importanti come Bloodsport e Roughouse, recuperando la dimenticata Karma dei Nuovi Mutanti e divertendosi a dare i primi, timidi indizi sulle origini e il passato misterioso del nostro Logan.
Tutto il materiale tratto da Marvel Comics Presents e Wolverine è disegnato dal grande John Buscema, qui nella fase finale e conclusiva della sua gloriosa carriera. Big John ha qui un tratto più stilizzato ed evanescente che all’epoca non entusiasmò tutti ma che in realtà si rivela valido e adatto alle ambientazioni cupe, tenebrose e da noir di Madripoor. Insomma, malgrado l’eterogeneità specialmente grafica, questo Omnibus è da tenere d’occhio e non dovrebbe mancare nella libreria di ogni Wolvie fan che si rispetti.