Dieci Giorni da Beatle – Recensione Tunué
Pubblicato il 30 Luglio 2013 alle 15:00
Un romanzo di crescita e maturazione. Una semibiografia raccontata ed illustrata egregiamente che, generando sentimenti contrastanti, porta sia al fumetto che alla musica una sferzata di aria fresca. Sperando che questa graphic novel possa infondere nei giovani sia la passione per la musica che per il fumetto, ricordiamo che i sogni sono tali finché non ci crediamo realmente.
Dieci giorni da Beatle
Autore: Sergio Algozzino
Casa Editrice: Tunué
Genere: Semibiografico
Provenienza: Italia
Prezzo: 13.70 €, 17×24, pp. 94, col.
Data di pubblicazione: Giugno 2013
Fine degli anni ’80. Due ragazzini entrano in un negozio di dischi, parlano di musica e uno di loro vuole acquistare un disco dei Beatles. Jimmie che si trova nel negozio, alla parola Beatles, si allontana mestamente, il gestore si appresta quindi a spiegare ai due ragazzini la triste storia di Jimmie, che ha suonato per 10 giorni con i Beatles e che il suo sogno si è frantumato in tanti piccoli pezzi subito dopo. I due un po’ dispiaciuti lo cercano per scusarsi e per farsi raccontare la storia. Il racconto di Jimmie è leggero ma allo stesso tempo preciso e accurato…
Scopriamo così che Jimmie Nicol fu il batterista inglese che sostituì Ringo Starr, malato di tonsillite, all’inizio del tour mondiale dei Beatles nel 1964. La sua vita, in poco tempo, si trasformò in quello che da sempre desiderava essere: un musicista famoso. Il suo sogno divenne realtà. Suonare 10 giorni con i Beatles, parlare, bere e divertirsi con loro…beh non è cosa da tutti! Ma il sogno non è eterno e presto si tramuta in un incubo ossessivo che non lo abbandona facilmente e che lo sveglia dolorante contaminando la sua realtà.
La storia che ci viene narrata è basata su fatti realmente accaduti, vengono analizzati non soltanto gli aspetti freddamente biografici, ma il tutto viene costruito come se il lettore fosse seduto sulla panchina insieme ai due ragazzi e che il racconto diventi quasi un aneddoto familiare o una discussione tra amici. I sentimenti che ci travolgono sono i più disparati: felicità, realizzazione, godimento contrapposti a delusione, sconforto, dolore. Un racconto reale di un uomo che sfrutta il suo impegno e la sua determinazione per rincorre un sogno, e improvvisamente arrivato all’apice del successo altrettanto inaspettatamente viene scagliato a terra, ma a questo dolore si accosta una lezione ed una maturazione importante che lo porterà a prendere coscienza di sé e ad apprezzare il passato in quanto tale.
Gli acquerelli di Algozzino sono strepitosi: morbidi e delicati. Una magnifica capacità espressiva che ci comunica perfettamente gli stati d’animo e ci coinvolge appieno. Sorprendete la volontà di paragonare il suo acquerello alla maturazione del personaggio. Il racconto parte con colori tenui e un po’ abbozzati, con il passare del tempo assistiamo ad una presa di posizione e ad una consapevolezza del protagonista che ci viene illustrato con un tratto ed un acquerello corposo e perfetto, privo di difetti e di sbavature come a ribadire il concetto della crescita completa del protagonista.
Grazie anche alle piccole scelte simboliche dell’autore viviamo gli stessi stati d’animo di Jimmie: personaggi senza volto, prospettive inarrivabili, campi lunghi, giocando anche con i bordi delle vignette facendole tremare o polverizzandole nell’istante in cui svaniscono i sogni.
Un racconto dai risvolti melodiosi che volge lo sguardo agli uomini sognatori intimandoli: perché a volte le grandi fortune diventano quasi delle maledizioni.