Dark Universe n. 1 – Recensione Lion Comics

Pubblicato il 19 Luglio 2013 alle 16:00

Arriva l’universo magico della DC in un nuovo mensile antologico che propone le avventure di Swamp Thing, Animal Man, lo Straniero Fantasma e la splendida Amethyst! Una proposta imperdibile per gli estimatori del lato dark del DCU post-reboot!

Dark Universe n. 1

Autori: Scott Snyder, Jeff Lemire, Dan Didio, Christy Marx, Tony Bedard (testi), Kano, Steve Pugh,  Brent Anderson, Aaron Lopresti, Jesus Saiz (disegni)

Casa Editrice: RW-Lion

Genere: Supereroi

Provenienza: USA

Prezzo: € 4,95,16,8 x 25,6, pp. 96, col.

Data di pubblicazione: maggio 2013

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Devo fare una premessa. Non amo le testate antologiche e tendo a non seguirle. Non mi va di leggere una serie americana al ritmo di un episodio al mese, anche se comprendo che i lettori statunitensi lo fanno senza problemi. Ma gli albi antologici sono rischiosi. Se il contenuto è scelto in maniera oculata possono funzionare. Ma se la qualità è discontinua e c’è eccessiva eterogeneità, le cose prendono una brutta piega. Inoltre, può capitare che, allo scopo di leggere una serie che ti interessa, tu sia costretto a sorbirtene altre non di tuo gradimento. È capitato a me con Birds of Prey che adoro ma che non leggerò più perché non mi va di beccarmi Batwing nel nuovo mensile di Batman. Di conseguenza, una casa editrice, prima di decidere se pubblicare qualcosa su un antologico o in tp, dovrebbe fare attente valutazioni.

E secondo me RW-Lion non le ha fatte. Ha pubblicato Swamp Thing ed Animal Man in volume per poi farli proseguire su Dark Universe, imperniato sul lato occulto ed esoterico del DCU post-reboot. L’iniziativa non mi entusiasma ma ciò ha a che fare con la concezione editoriale del prodotto e non tanto con la qualità dei fumetti inclusi. L’albo propone i numeri zero di quattro serie DC. A un anno di distanza dal reboot, infatti, l’etichetta ha pubblicato, appunto, diversi numeri zero che raccontano le origini dei personaggi e fungono da punto d’ingresso per i neofiti.

Dark Universe si apre con quello di Swamp Thing. Le vicende della Cosa della Palude sono raccontate da Scott Snyder che ha impostato una lunga e complessa story-line collegandosi al serial di Animal Man. Come tutti i fan sanno, il mostro è l’Avatar del Verde, difensore del mondo vegetale alle direttive del Parlamento degli Alberi. Snyder però ha rivelato che esistono altri due Avatar. Il primo è Maxine, figlia di Animal Man, protettrice del Rosso, cioè la fauna. Il secondo è invece il terribile Anton Arcane, classica nemesi di Swamp Thing e zio della ex compagna del mostro, la bella Abigail. Arcane rappresenta la Putrefazione, energia negativa che si oppone al Rosso e al Verde. Le strade di Swampy e di Animal Man si sono già incrociate e Snyder si concentra sulle origini del protagonista, narrate però da Arcane. Lo sceneggiatore le modifica, negando particolari a suo tempo impostati da Len Wein e ignorando i cambiamenti di Alan Moore. La storia però funziona e i testi sono di buon livello così come i disegni psichedelici di Kano.

Si passa poi ad Animal Man. Jeff Lemire, scrittore regolare del serial, si occupa anche lui delle origini di Buddy Baker, inserendole nell’ambito del crossover con Swamp Thing e utilizzando le macchinazioni della Putrefazione, del Verde e del Rosso come parti integranti delle suddette origini. Probabilmente la scelta farà storcere il naso ai puristi poiché modifica notevolmente le vicende ideate da Grant Morrison. Tuttavia, in un’atmosfera da b-movie fantascientifico, Lemire delinea una trama godibile e piacevole, valorizzata dai disegni di Steve Pugh, noto ai fan della Vertigo.

E’ poi la volta di due serie post-reboot al loro esordio. La prima è quella dello Straniero Fantasma, misterioso e carismatico personaggio conosciuto da tutti gli estimatori della DC. A scrivere la nuova versione del character è il boss Dan Didio che inserisce Phantom Stranger in un contesto che coinvolge austere divinità in una story-line dai toni cupi e dalle suggestioni bibliche. Didio non prende in considerazione l’interpretazione di Alan Moore che vedeva lo Straniero Fantasma come un angelo caduto in disgrazia per non aver scelto di combattere con gli angeli o con i demoni durante la ribellione di Lucifero. Ma va oltre, facendo intendere che il Phantom Stranger del reboot possa essere addirittura collegato alla morte di Cristo. L’autore scrive una buona storia, con una suggestiva atmosfera tenebrosa valorizzata dalle matite di Brent Anderson e facendo apparire un altro importante eroe magico/esoterico della DC, lo Spettro (e si tratta di quello classico, il tormentato poliziotto Jim Corrigan, e non di una delle sue successive incarnazioni).

L’albo si chiude con Sword of Sorcery che ripropone Amethyst, principessa della dimensione fatata di Gemworld. La serie è scritta da Christy Marx che sfruttando le convenzioni narrative dei teen drama delinea una trama divertente e intrigante che si preannuncia articolata. Oltre alla protagonista, appaiono pure la perfida Lady Mordiel, zia di Amethyst, e verso la fine dell’episodio l’incorreggibile John Constantine ed è lecito attendersi il coinvolgimento della JLA Dark nei prossimi mesi. I toni della storia sono più solari e fantasy rispetto a quelli delle altre serie ma Sword of Sorcery, almeno nelle premesse, sembra promettente e i disegni eleganti e fluidi del bravo Aaron Lopresti sono validi. In chiusura c’è poi un breve episodio d’appendice, tratto sempre da Sword of Sorcery, su Beowulf, eroe di una delle più antiche opere poetiche anglosassoni. Anche in questo caso predominano i toni fantasy. I testi di Tony Bedard sono efficaci e i disegni di Jesus Saiz apprezzabili. In definitiva, Dark Universe non è da bocciare. Ma resta la mia perplessità riguardante i mensili antologici.


Voto: 7

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