Land of the Brave n. 3 – Tunnel Rats – Recensione
Pubblicato il 7 Luglio 2013 alle 09:45
Arriva il terzo numero di Land of the Brave, la saga supereroica made in Italy proposta da Bookmaker Comics! Cosa succede al tormentato Gauntlet braccato dal governo americano? Ce lo spiegheranno Massimo Rosi e Paolo Maini!
Land of the Brave n. 3 – Tunnel Rats
Autori: Massimo Rosi, Paolo Maini (testi), Peppe Gallà (disegni)
Casa Editrice: Bookmaker Comics
Genere: Supereroi
Provenienza: Italia
Prezzo: € 2,99, 17 x 26, pp. 22, col.
Data di pubblicazione: aprile 2013
La Bookmaker Comics è un’intraprendente e dinamica casa editrice che si sta facendo notare con la qualità e la peculiarità delle sue proposte. Pubblica fumetti realizzati da autori italiani ispirati, sia dal punto di vista narrativo che grafico, ai comic-book USA. I generi affrontati sono in prevalenza supereroi, sci-fi e horror e gli albi seguono appunto il modello americano. Il formato è quello dei mensili Marvel e DC e dal punto di vista dei contenuti non hanno nulla da invidiare a tante blasonate serie a stelle e strisce.
Tuttavia gli autori coinvolti, pur tenendo presente le lezione dei cartoonist d’oltreoceano, non possono essere considerati meri imitatori e le serie che stanno realizzando sono intriganti e non provinciali nell’impostazione e possono essere lette ed apprezzate da un pubblico trasversale. Insomma, la Bookmaker sta facendo un buon lavoro, dimostrando altresì attenzione nei confronti di quei siti che evidenziano le loro pubblicazioni e non mi pare poco. Tra esse c’è Land of The Brave, giunto alla terza uscita, che è tutto tranne che trascurabile.
Il serial è imperniato su Gauntlet, giustiziere in calzamaglia che agisce negli Stati Uniti degli anni sessanta. Ma, almeno finora, i suoi comportamenti non sono stati particolarmente eroici. Ideato dai bravi Massimo Rosi e Paolo Maini, Gauntlet sembra più frutto del filone revisionista dei comics anni ottanta (che certamente i due hanno tenuto presente) e in definitiva è una minaccia. Nei primi numeri ha compiuto azioni discutibili e il governo statunitense gli dà la caccia. Però, a quanto è dato intuire, il superuomo è vittima di un complotto e in questo episodio le cose si fanno ingarbugliate.
Dopo la lettura dei primi due numeri credevo di aver compreso quale sarebbe stata l’atmosfera prevalente della serie e mi aspettavo un comic-book incentrato su azione e violenza con un ritmo narrativo frenetico. E invece la coppia Rosi/Maini mi ha spiazzato con un episodio dall’impostazione più introspettiva e tranquilla. Sempre confuso, Gauntlet entra in contatto con un misterioso individuo che conosce molte cose del suo passato e gli sceneggiatori, tramite riusciti flashback, ci rivelano qualcosa sulle origini dell’eroe, inserendolo nel drammatico contesto del conflitto vietnamita.
E l’albo si conclude con un colpo di scena inaspettato che contribuisce a rendere la trama ulteriormente intricata e niente affatto prevedibile. In poche parole, Maini e Rosi hanno per l’ennesima volta firmato una storia graffiante e incisiva con testi efficaci.
Dal canto suo, il penciler Peppe Gallà si rivela abile con il suo stile mutuato da quello del comicdom statunitense ma non privo di piacevoli influssi manga e dimostra perizia sia nelle tavole iniziali, caratterizzate dall’azione allo stato puro, sia in quelle più riflessive, con un’inventiva composizione della tavola.
I disegni sono inoltre valorizzati dagli intensi colori di Walter Baiamonte. Da segnalare poi la curiosa cover, palese omaggio, non privo di ironia, al classico Marvel style. C’è il marchio del Comics Code che in questo caso è definito Atomic Comics Code (e chi leggerà la serie capirà che la paura provocata dagli ordigni nucleari è una delle tematiche fondamentali). E il disegno si richiama a una celebre copertina Marvel.
Arrivato al terzo numero, dunque, Land of the Brave si conferma una delle serie più avvincenti degli ultimi tempi e piacerà sicuramente agli estimatori degli eroi Marvel, DC e Image che dir si voglia. Ma potrà conquistare anche i lettori che seguono i fumetti nostrani e che magari potrebbero concedere una chance a questi superuomini made in Italy. Del resto, chi ha stabilito che in Italia non si possano creare albi di supereroi? Nessuno. E Land of the Brave è la dimostrazione.