Eloisa di Montfort – Recensione Editoriale Cosmo
Pubblicato il 4 Luglio 2013 alle 12:30
Arriva un volume autoconclusivo disegnato dal grande Alfonso Font: Eloisa di Montfort! Seguite le avventure di una splendida arciera e di un gruppo di briganti alle prese con la Santa Inquisizione, bambini spettrali e creature lupesche in questa proposta targata Editoriale Cosmo!
Eloisa di Montfort
Autori: Richard Marazano (testi), Alfonso Font (disegni)
Casa Editrice: Editoriale Cosmo
Genere: Avventuroso
Provenienza: Francia
Prezzo: € 4,90, 16 x 21, pp. 176, b/n
Data di pubblicazione: maggio 2013
L’Editoriale Cosmo sta continuando a pubblicare interessanti fumetti di area francofona in formato bonellide e oltre agli albi regolari ha varato la collana Cosmo Serie Nera che propone in un’unica soluzione miniserie realizzate da autori francesi e belgi. Dopo Il Vampiro di Benares è la volta di Eloisa di Montfort, scritta da Richard Marazano che molti conoscono per Blue Space, Guerrero e Dusk, e disegnata dal bravissimo Alfonso Font che i fan di Tex certamente ricordano.
L’albo contiene tre episodi e classificare l’opera è difficile. La casa editrice l’ha presentata come un fantasy dall’ambientazione medievale ma in realtà gli elementi fantasy sono a mio avviso più accennati che effettivamente presenti e mi sembra più appropriato definire la saga come una classica vicenda avventurosa. La protagonista è la bella Eloisa, abilissima nell’uso di arco e frecce, che per una serie di circostanze rimane coinvolta insieme a un gruppo di briganti in pericolose vicissitudini. Un uomo misterioso ha incaricato infatti Eloisa e i suoi alleati di rubare un antico volume custodito dalla Santa Inquisizione. Nel libro è evidentemente rivelato un segreto, forse collegato ai demoni.
Lo sceneggiatore Marazano delinea una story-line che si legge con piacere. Tuttavia non si riscontra particolare inventiva e ogni situazione mi sa di già visto. I personaggi rientrano in stereotipi ben precisi. Ci sono i soliti malvagi sadici e senza scrupoli, spesso rappresentanti della Chiesa vista come istituzione crudele e corrotta; i giovani ingenui, dal cuore puro, idealisti e coraggiosi; gli avventurieri senza scrupoli e così via. Anche Eloisa, pur avendo un passato drammatico e origini enigmatiche e che suscitano curiosità, non va al di là dei consueti cliché legati all’eroina fiera, intraprendente e affascinante.
Nel secondo episodio Marazano gioca con il concetto della licantropia utilizzando quindi ingredienti horror, senza però sfruttarli del tutto, e nell’ultima storia con il pretesto di una vicenda ambientata su un’isola deserta dopo un naufragio, con echi di Stevenson, affronta la tematica scottante dello sfruttamento dei minori con indubbia efficacia. Intendiamoci, l’autore nel complesso non ha svolto un pessimo lavoro; però Eloisa di Montfort resta un fumetto di intrattenimento senza inventiva. Un prodotto di livello medio, insomma, che però potrà piacere ai lettori che cercano solo un po’ di distrazione e basta.
La parte grafica è pregevole. Del resto, il penciler è Alfonso Font, maestro indiscusso della letteratura disegnata, che realizza tavole abbellite da intriganti giochi d’ombra appropriati per le situazioni sovente tenebrose descritte da Marazano e da un lay-out inventivo, specialmente nelle sequenze d’azione. Font caratterizza in maniera riuscita ogni personaggio, a cominciare dalla protagonista che è sì sensuale e seducente ma non leziosa; anzi, il penciler evoca una rude aggressività adatta a questa singolare eroina. Il giovane Clement, innamorato di lei, esprime sensibilità e delicatezza; e i malvagi, tramite gli sguardi e i sorrisi lascivi, fanno subito pensare alle peggiori pulsioni umane.
Non è inoltre da trascurare la cura maniacale che Font dimostra quando disegna boschi, castelli, interni dei monasteri e delle abitazioni medioevali, architetture arcaiche, squallide taverne frequentate da poco di buono, così come si rivela a suo agio nelle tavole a valenza onirica imperniate su lupi famelici, streghe intimidenti e creature spettrali. Marazano ha ideato un fumetto onesto, non una pietra miliare, e l’unico suo errore è stato quello di non aver sufficientemente approfondito i numerosi elementi narrativi presenti nelle trame. Ma Eloisa di Montfort potrà senz’altro trovare i suoi estimatori.