Moby Dick di Bill Sienkiewicz – Recensione NPE

Pubblicato il 8 Luglio 2013 alle 11:00

Un capolavoro che raddoppia il suo valore grazie allo stile inconfondibile di Sienkiewicz, che accompagna il lettore in oceani tumultuosi, ricchi di putrescenza e crudeltà, alla ricerca estenuante del capodoglio bianco.

MOBYDICK300 Moby Dick

Autore: Bill Sienkiewicz (illustrazioni), Herman Melville (storia originale)

Casa Editrice: Nicola Pesce Editore – NPE

Genere: Fantatsico

Provenienza: U.S.A.

Prezzo: 15.00 €, 20.5×30.5, pp. 48, col.

Data di pubblicazione: Aprile 2012

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Un classico, una storia per tutte le età che rimane nell’immaginario comune. La storia di un’ossessione che porta prima alla pazzia e poi alla morte. La vendetta di un marinaio che dedica tutta la sua vita al mare e a coloro che lo popolano.

Ad esaltarne la storia questa volta è il grande Bill Sienkiewicz che all’apice della sua evoluzione artistica illustra questa storia facendoci respirare salsedine e sangue, rendendo la narrazione più simbolica e leggendaria. Sienkiewicz è un compositore: immagini e colori, come melodie, vibrano e prendono forma tra le mani dell’artista, che produce una musica più potente e penetrante delle singole. Le pagine, piene di questa armonia, assumono una connotazione pittorica e rappresentativa sublime. Si sentono i rumori, si percepiscono gli odori, i sentimenti oltrepassano i confini cartacei e ci sembra che il testo quasi non serva, le immagini sole bastano per indicarci le emozioni.

Per un autore come Sienkiewicz le vignette stanno un po’ strette, ha bisogno di ampi spazi e crea nel lettore la stessa sensazione e necessità: voglia di evasione. Graficamente impeccabile riesce a rappresentare la parola di Melville magnificamente utilizzano tecniche diverse che si accostano, a volte sovrapponendosi, creando un’intricata trama che risulta però fruibile e fluida. Come già detto, Sienkiewicz è un grande sperimentatore di immagini, di tecnica e di raffigurazione; più chiaro e didattico quando ci si riferisce alla biologia o alle digressioni comportamentali da seguire in mare, più libero e meno schematico nelle espressioni emozionali. I primi piani del capitano Achab sono strepitosi, rappresentato proprio come lui ama definirsi: “Mi sento mortalmente stanco, curvo e ingobbito, come un Adamo vacillante sotto il peso dei secoli trascorsi dal tempo del paradiso!”.

Due illustrazioni a tutta pagina per rappresentare la forza smisurata e mostruosa della balena bianca, simbolo intelligente e forza demolente della natura. Il dinamismo diventa padrone della scena: semplicemente esplosivo. In una detonazione di luce e di collera Achab arpiona Moby Dick, gridando e sputando vendetta, l’odio imperversa in una scena tutta luminosa, segue invece una scena buia, intorbidita ma calma nella quale la grande balena trascina sul fondo dell’oceano il capitano e tutta la sua ciurma, mettendo fine alla tragedia in maniera epica. La scena memorabile che mette un punto a questa storia è dominata dal tramonto che lascia intravedere un simbolo di speranza sullo sfondo.

Moby Dick è l’ennesima prova della genialità artistica dell’autore.


Voto: 8

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