Deathstroke n. 1 – Recensione Lion Comics

Pubblicato il 30 Giugno 2013 alle 10:00

Anche nell’Universo DC post-reboot c’è il letale Deathstroke, il terribile mercenario più pericoloso del pianeta. Ci racconta le sue nuove avventure Kyle Higgins. Che succede a Slade Wilson quando deve affrontare gli spettri del suo passato?

Deathstroke n. 1

Autori: Kyle Higgins (testi), Joe Bennett, Eduardo Pansica (disegni)

Casa Editrice: RW-Lion

Genere: Supereroi

Provenienza: USA

Prezzo: € 15,95, 16,8 x 25,6, pp. 192, col.

Data di pubblicazione: febbraio 2013

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Negli anni ottanta il mercato americano era dominato dagli X-Men marvelliani grazie all’estro e all’inventiva di Chris Claremont che con le sue avvincenti e labirintiche trame estasiò un folto numero di lettori, fissando determinati canoni narrativi per ciò che riguardava le serie dedicate ai supergruppi. Fu quindi scontata la nascita di comic-book che si sforzavano di seguire quell’esempio e sia la Marvel sia altre case editrici si impegnarono in tal senso. La DC pubblicò New Teen Titans, nuova versione di un team di adolescenti guidati da Robin. Gli autori furono Marv Wolfman e George Perez (futuri responsabili del capolavoro Crisis On Infinite Earths) che tennero ben presente l’esempio di Claremont realizzando un fumetto che riuscì, al pari di Legion of Super-Heroes, ad affrontare degnamente la concorrenza dei mutanti.

Le storie dei Titani erano meno complesse di quelle degli X-Men ma anche in questo caso c’erano trame e sottotrame che si dipanarono per anni e Wolfman creò numerosi personaggi che ebbero un ruolo di primo piano nelle vicende e furono apprezzati dai fans. Uno dei più rilevanti fu Deathstroke The Terminator, alias Slade Wilson, spietato mercenario che diede in più di un’occasione filo da torcere al gruppo. Nato come semplice cattivo, in seguito si fece più complesso e sfaccettato e i suoi legami di sangue con Jericho e Ravager lo resero cruciale in numerose story-line.

Perciò quando nei primi anni novanta la DC decise di dedicargli un comic-book pochi si stupirono, anche perché in quel periodo le case editrici cercavano di sfruttare personaggi violenti e negativi. E il serial durò a lungo salvo poi concludersi con gli eventi di Zero Hour. Nell’attuale contesto del reboot ovviamente esiste Slade Wilson e i boss dell’etichetta statunitense hanno ritenuto opportuno pubblicare una nuova testata di Deathstroke affidandone i testi a Kyle Higgins. Come sapete, considero il reboot nel complesso riuscito ma non è tutto oro ciò che luccica e francamente non mi sento di classificare Deathstroke tra le pietre miliari dei New 52.

In questo tp che include i primi otto episodi della serie Higgins ci presenta quindi il Deathstroke post-reboot. È il solito mercenario di sempre, disposto a uccidere chiunque per il prezzo giusto, letale, minaccioso e privo di scrupoli. In principio sembra che debba occuparsi di alcuni giovani aspiranti killer a pagamento che vedono in lui una specie di insegnante. Ma per una serie di circostanze Slade li uccide e i genitori di una delle vittime fanno di tutto per vendicarsi, assoldando assassini che avranno come unico obiettivo quello di eliminarlo. Le cose però si complicheranno poiché è coinvolta una persona proveniente dal passato di Slade e che ha ottimi motivi per odiarlo: suo figlio.

Sinceramente, data la natura del character, non mi aspettavo un fumetto profondo ma un semplice prodotto di intrattenimento in stile all action. Ma purtroppo Kyle Higgins ha delineato una trama esile, banale e superficiale, piena di luoghi comuni e senza mai sforzarsi di approfondire la psicologia di Slade o di analizzare i rapporti problematici tra lui e il figlio. La dinamica dei contrasti parentali sarebbe potuta essere interessante ma l’autore non approfitta dell’occasione e la sfrutta come mero pretesto per propinare stragi, mutilazioni, decapitazioni, esplosioni e sangue; in poche parole, una violenza fine a se stessa che lascia il tempo che trova e che può risultare gradita solo a un certo tipo di lettore americano sostanzialmente tamarro.

La parte grafica di Deathstroke è valida e il penciler Joe Bennett fa un buon lavoro, dimostrandosi efficace specialmente nelle sequenze d’azione che sono la parte preponderante delle storie e costruendo la tavola in maniera creativa. Un episodio è illustrato dal bravo Eduardo Pansica che caratterizza abilmente i vari personaggi e si concede un suggestivo tratto ombroso. Ma i disegni non bastano per dare la sufficienza a questa proposta di fatto mediocre. E non riesco a capire per quale ragione RW-Lion l’abbia tradotta. Da evitare.


Voto: 5

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