Resurrection Man n. 1 – Recensione Lion Comics
Pubblicato il 30 Giugno 2013 alle 09:00
Torna un bizzarro eroe degli anni novanta: Resurrection Man! Chi è Mitch Shelley? Perché ogni volta che muore torna in vita con un superpotere sempre diverso? E perché molti gli danno la caccia? Ce lo spiegheranno gli inglesi Abnett & Lanning in questa nuova serie DC!
Resurrection Man n. 1
Autori: Dan Abnett, Andy Lanning (testi), Fernando Dagnino (disegni)
Casa Editrice: RW-Lion
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Prezzo: € 13,95, 16,8 x 25,6, pp. 160, col.
Data di pubblicazione: giugno 2013
La DC ha approfittato del reboot per riproporre personaggi minori del suo affascinante universo narrativo per una ragione o per l’altra finiti nel dimenticatoio. Uno di questi è Resurrection Man, creato nei primi anni novanta dagli inglesi Abnett e Lanning e protagonista di una testata illustrata da Butch Guice. L’idea di fondo di Resurrection Man era piuttosto strana: per una serie di ragioni che non vennero subito spiegate, il character ogni volta che veniva ucciso tornava in vita con un superpotere sempre diverso. Tuttavia le continue morti e resurrezioni rendevano la sua memoria labile e uno degli elementi principali delle sue avventure era rappresentato proprio dal mistero riguardante la sua identità e le motivazioni che lo spingevano ad agire in una determinata maniera.
La serie era un curioso mix di azione, supereroismo, thriller, fantascienza ed esoterismo ma non suscitò grande interesse e a un certo punto chiuse e Resurrection Man non fece tante apparizioni. Ma con il reboot la DC l’ha ripescato, affidandolo proprio a coloro che lo inventarono, Abnett e Lanning, appunto. I due autori britannici hanno lavorato spesso con Marvel e DC e in genere si sono trovati a loro agio con testate contrassegnate da atmosfere cosmiche e sci-fi., realizzando a volte cose interessanti e in altre limitandosi a realizzare prodotti nella media, pur con innegabile mestiere.
Nel contesto post-reboot, comunque, Abnett e Lanning introducono il tormentato Mitch Shelley. Ha perso la memoria, non sa nulla del suo passato ed è solo consapevole di alcune cose: quando muore risorge con un superpotere; e molti gli danno la caccia. Come Suriel, per esempio, una splendida donna che è un angelo letale al servizio del Paradiso (o almeno è ciò che afferma). E le cosiddette Bodydoubles, due assassine sexy e aggressive che lavorano per una misteriosa agenzia. E forse anche l’inferno vorrebbe catturare Resurrection Man.
Nel tentativo di fuggire ai suoi inseguitori e di scoprire la verità sulla sua identità, Mitch rimane coinvolto in una complessa serie di intrighi e macchinazioni che lo metteranno in contatto con un supercriminale denominato il Transumano e lo vedranno finire internato all’Arkham Asylum o nascosto a Metropolis. Abnett e Lanning giocano con il DCU facendo apparire brevemente Madame Xanadu e Deathstroke e ideando una story-line dal ritmo veloce, influenzata dagli action movies e dalle spy stories. Non c’è particolare originalità in Resurrection Man e gli sceneggiatori inseriscono elementi fantasy con angeli e demoni in lotta tra loro; suggestioni legate all’ingegneria genetica che rimandano alla fantascienza; e stilemi supereroici. Resurrection Man è quindi un mix di varie ispirazioni, non rivoluzionario, ma piacevole, a tratti alleggerito dall’ironia.
Il comic-book è un prodotto di intrattenimento e da questo punto di vista funziona e mantiene ciò che promette e cioè una lettura scacciapensieri. E per quanto riguarda la parte grafica, si può affermare con sicurezza che l’ottimo Fernando Dagnino non fa rimpiangere Butch Guice. Il penciler caratterizza degnamente ogni membro del cast e si rivela abile soprattutto nella raffigurazione dell’indiscutibile sensualità dei personaggi femminili. La costruzione della tavola è inventiva e si rivela suggestiva nelle sequenze d’azione che evocano un forte senso del movimento. Inoltre Dagnino spesso ricorre a intriganti giochi d’ombra che contribuiscono a rendere ancora più tenebroso un fumetto come questo che fa del thriller uno degli ingredienti più importanti.
Lo stile di Dagnino è poi valorizzato dagli splendidi colori di Santi Arcas e Jeromy Cox e bisogna tenere d’occhio pure le stupende copertine di Ivan Reis, Joe Prado e Rod Reis. Lo ripeto, Resurrection Man non è innovativo o rivoluzionario. È solo un tipico fumetto supereroico ma concepito con gusto. E può valere un tentativo.