Alan Ford TNT Edition vol. 1 – Recensione Mondadori
Pubblicato il 28 Giugno 2013 alle 16:00
Mondadori propone l’edizione completa e definitiva dei primi settantacinque episodi di un classico indiscusso del fumetto italiano: Alan Ford, capolavoro del mitico duo Magnus & Bunker! Non perdete le avventure del più scalcinato gruppo di agenti segreti della storia del fumetto!
Alan Ford TNT Edition vol. 1
Autori: Max Bunker (testi), Magnus (disegni)
Casa Editrice: Mondadori
Genere: Umoristico
Provenienza: Italia
Prezzo: € 14,99, 14 x 21, pp. 986, b/n
Data di pubblicazione: maggio 2013
Ci sono fumetti che possono solo essere definiti classici e Alan Ford, nato dalla fervida immaginazione di Max Bunker, alias Luciano Secchi, e disegnato dal mitico Magnus, merita senza ombra di dubbio la definizione. Chi è cresciuto negli anni settanta può ricordare cosa rappresentò per i suoi affezionati estimatori. Non si trattò semplicemente di una serie divertente come poche ma simboleggiò un nuovo modo di intendere il fumetto, anticonformista e valorizzato da testi che tutto potevano essere considerati tranne che retorici.
Alan Ford mutò i gusti e la sensibilità del pubblico e non c’è da meravigliarsi poiché Magnus & Bunker avevano già creato serie eversive come Kriminal e Satanik che costituirono uno shock per i benpensanti.
Tuttavia, quando uscì il primo numero di Alan Ford nel lontano 1969, molti si resero conto che l’operazione effettuata da Magnus & Bunker era più radicale di quelle degli anti-eroi che avevano dato fama ai due autori. La prova è costituita dal fatto che i primi albi della collana non furono un grande successo di vendite; anzi, fu Secchi, giustamente convinto del valore e della carica innovativa della proposta, a impuntarsi continuando la pubblicazione. Con il senno di poi, fu una fortuna, perché con il passare del tempo i lettori si accorsero di quale gioiello si trattasse e a un certo punto finalmente arrivò il riscontro commerciale. Se quindi oggi possiamo leggere le vicende dello scalcinato Gruppo TNT lo si deve proprio alla ferrea ostinazione dello sceneggiatore.
Consapevole dell’importanza dell’opera, Mondadori che aveva già pubblicato belle collane dedicate a Kriminal e Satanik ha ora deciso di occuparsi di Alan Ford, con dodici volumi che a cadenza mensile ne ristamperanno i primi settantacinque episodi. Si tratta di un’operazione encomiabile, sia per la qualità di stampa, sia per il corposo numero di pagine. Questo volume iniziale include i primi otto numeri di Alan e i lettori avranno modo di scoprire (o di riscoprire) le origini del biondo agente segreto e dei suoi colleghi del Gruppo TNT.
E si intuisce che Secchi impostò la serie come un vero e proprio work in progress, con elementi di continuity che in seguito si sarebbero fatti più serrati. Nel mondo narrativo di Alan non c’era nulla di statico, le situazioni erano soggette a mutamenti e ciò valeva innanzitutto per i personaggi. Secchi introduce Alan Ford, un bel ragazzo ingenuo, rappresentato da Magnus con le fattezze di Peter O’Toole. Per una serie di circostanze incontra la Cariatide, coordinatore di un gruppo di spie denominato TNT. In questi episodi non comparvero tutti i personaggi che successivamente fecero la fortuna della serie. Non c’è ancora, per esempio, il Numero Uno, il terribile vecchiaccio che diverrà uno dei fulcri delle story-line, e manca il tenero cane Cirano. Secchi si concentra prevalentemente su Alan, sebbene ruoli di un certo rilievo vengano già esercitati dal cleptomane Conte Oliver e dal pestifero Bob Rock.
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Concetti importanti come quello del negozio di fiori che funge da sede segreta del gruppo sono già presenti; ma l’anziano Geremia è appena abbozzato e non si fa ancora menzione di tutti i malanni che lo perseguiteranno; e l’inventivo Grunt (in futuro Grunf) appare di tanto in tanto. È evidente che Secchi stava semplicemente prendendo le misure dell’universo grottesco e sopra le righe che intendeva delineare e le psicologie non sono ben definite ma si arricchiscono di particolari elementi che le renderanno, episodio dopo episodio, più complesse e sfaccettate. Ma Alan è già quello che tutti conosciamo, con le sue timidezze, il modo di fare impacciato e la sua passività nei confronti delle donne. E le ragazze sono infide e scaltre, tipiche dark lady più ironiche di Marny Bannister che anticipano un personaggio rilevante come Brenda.
Il ritmo delle storie è veloce, mutuato dalla tradizione delle comiche slapstick, filtrato da acre ironia e una buona dose di cattiveria. Pur non dimenticando mai di scrivere storie che volevano essere divertenti, contrassegnate da un incisivo mix di comicità e stilemi da spy story, Secchi non si esime dall’affrontare le tematiche del crimine e della devianza, già abbondantemente presenti in Kriminal e Satanik ma qui sottoposte a un trattamento irriverente. Per esempio, nell’ottavo episodio, intitolato L’Albero di Natale, Secchi, con il pretesto di una trama dai toni ridanciani, non si esime dal denunciare l’ipocrisia, il buonismo e il consumismo insiti nelle festività natalizie.
Malgrado le vicende siano ambientate in una versione distorta e cialtronesca degli Stati Uniti, in realtà Secchi alludeva all’Italia, all’atmosfera sociale del tempo scossa da contestazioni e contrasti generazionali; e molte delle problematiche evidenziate rimangono attuali e gli episodi non risultano datati; anzi, sono di un’impressionante modernità.
E ovviamente non possiamo trascurare l’apporto di Magnus, maestro indiscusso dei comics a livello mondiale, che con Alan Ford realizzò il suo lavoro più maturo (perlomeno nell’ambito del fumetto popolare, quindi escludendo gli esiti creativi sofisticati e autoriali stile Lo Sconosciuto, tanto per capirci). Già nella fase finale di Satanik il tratto di Magnus si era evoluto raggiungendo livelli di raffinatezza innegabili.
Con Alan Ford l’artista affina la sua arte, realizzando splendide tavole abbellite da giochi d’ombra suggestivi, uno story-telling fluido e dinamico di grande valenza cinetica, una cura certosina per i dettagli che lascia senza parole. Basti osservare gli interni del negozio di fiori, i vicoli desolati, le catapecchie e gli alberghi fatiscenti frequentati da Alan e Bob, i primi piani di impronta cinematografica (e non mancano influenze della fotografia, a cominciare da quella di Man Ray) e la caratterizzazione dei personaggi. Ognuno di essi ha un’impostazione quasi caricaturale, senza scadere in eccessi cartoon, che ben si adatta all’atmosfera della serie. Insomma, potrei dilungarmi ulteriormente ma credo di aver reso l’idea: questa collana è da non perdere e non può mancare nella collezione di un amante dei fumetti degno di questo nome.