Zombo – Posso Mangiarti Per Favore? – Recensione Bao Publishing
Pubblicato il 25 Giugno 2013 alle 11:00
Morti viventi, pianeti ostili, follia, cannibalismo e talent show: tutto questo è Zombo, irriverente serial di area 2000 AD scritto dall’astro nascente Al Ewing e disegnato dal grande Henry Flint! Non perdete una nuova proposta Bao Publishing adatta ai lettori dai gusti forti!
Zombo – Posso Mangiarti Per Favore?
Autori: Al Ewing (testi), Henry Flint (disegni)
Casa Editrice: Bao Publishing
Genere: Fantascienza
Provenienza: Gran Bretagna
Prezzo: € 13,00,18 x 25, pp. 112, col.
Data di pubblicazione: gennaio 2013
Ormai Bao Publishing non smette più di stupire e non passa settimana che non giungano intriganti sorprese da questa intraprendente casa editrice. È sufficiente dare un’occhiata al suo catalogo per rendersi conto del livello qualitativo e della varietà delle sue proposte e tra i numerosi meriti dell’etichetta c’è quello di aver iniziato a tradurre opere provenienti dalla gloriosa rivista britannica 2000 AD. Coloro che conoscono il fumetto anglosassone sanno quanto gli autori di tale magazine abbiano giocato un ruolo importante per ciò che concerne l’evoluzione dei comic-book USA, specialmente DC/Vertigo. Di conseguenza, leggere serial del genere è un’occasione che nessuno può lasciarsi sfuggire.
2000 AD non è solo una rivista di fumetti ma rappresenta uno stile grafico e narrativo e un’attitudine eversiva e provocatoria. Con il pretesto dell’horror, della fantascienza e del fantasy, i cartoonist coinvolti hanno analizzato in maniera dissacrante e acida le storture della società inglese e più in generale occidentale, senza peli sulla lingua, con atteggiamento sarcastico e sopra le righe, a volte quasi punk. È il caso, per esempio, di Clown Con La Pistola che Bao ha già proposto, thriller/noir a sfondo sci-fi ambientato nel mondo futuribile di Judge Dredd e imperniato su uno dei numerosi character di quell’universo. Oppure di Zombo.
Chi è Zombo? Come è facile intuire dal nome, è un morto vivente e a prima vista il fumetto potrebbe sembrare l’ennesimo prodotto sui non morti che grazie al Robert Kirkman di The Walking Dead sono prepotentemente tornati di moda. Ma il serial presenta influenze di vario tipo e non è assimilabile alle convenzioni horror propriamente dette. Io lo definirei fantascientifico poiché il contesto futuribile è rilevante, pur non privo di situazioni ed elementi splatter presentati in chiave grottesca e irriverente. Scritta dall’astro nascente della scena britannica Al Ewing che comunque ha pure realizzato alcuni episodi di Judge Dredd, la saga è ambientata in una Gran Bretagna del futuro dominata dal mercato, dai talent show che rimbecilliscono la collettività e dal capitalismo sfrenato.
Tuttavia la vicenda inizia sul pianeta Chronos, un mondo che sembra uscito da un romanzo new wave di Moorcock o da un trip di LSD. È qui che finiscono per una serie di circostanze i passeggeri del volo 303. Tra loro ci sono alcuni agenti governativi che ritengono l’autorità qualcosa di indiscutibile e vari personaggi coinvolti in situazioni a dir poco agghiaccianti. Ma c’è pure Zombo, morto vivente creato artificialmente, desideroso di cibarsi di carne umana e ansioso di diventare una stella del pop. Pur essendo spesso aggressivo, è a suo modo educato e basta questo per comprenderne la peculiarità.
Ewing si sbizzarrisce con invenzioni assurde e volutamente demenziali, tra organi smembrati, psicopatici cannibali, sostanze psicotrope e idee che a tratti ricordano l’ispirazione di Garth Ennis. La seconda story-line è invece ambientata sulla terra ed è imperniata sulle macchinazioni di un gruppo di produttori di un talent show e sulle angoscianti vicissitudini di una gang di ragazzi, i Suicide Boys, ossessionati dalle uccisioni filmate e postate in rete. È qui che Ewing critica la mercificazione imperante dei corpi e dei pensieri, l’ansia di successo a tutti i costi, la morbosità dei media e in particolare della rete, senza però prendersi sul serio e non dimenticando di scrivere una storia che al di là della crudezza esplicita abbonda di humour nero.
Il penciler Henry Flint è bravissimo e realizza tavole di grande impatto visivo, caratterizzando abilmente i personaggi e dando il meglio di sé nella rappresentazione degli ambienti ostili del pianeta alieno (che ricordano in parte quelli di un mondo sperduto alla Lost) e delle complesse architetture futuribili della Gran Bretagna folle e distopica di Zombo, con una costruzione del lay-out indubbiamente efficace. Insomma, se siete fan della scuola British non trascurate Zombo. Di sicuro non è una proposta come tutte le altre.