Stormwatch n. 2 – Recensione Lion Comics
Pubblicato il 23 Giugno 2013 alle 09:00
Torna la fantascienza visionaria e lisergica di Stormwatch, il serial dedicato alla task-force intergalattica del nuovo universo DC! E arrivano i britannici Paul Jenkins e Peter Milligan a scrivere una story-line ispirata a Leonardo Da Vinci!
Stormwatch n. 2
Autori: Paul Jenkins, Peter Milligan (testi), Ignacio Calero, Daniel HDR, Miguel Sepulveda, Eduardo Pansica, Will Conrad (disegni)
Casa Editrice: RW-Lion
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Prezzo: € 12,95, 16,8 x 25,6, pp. 144, col.
Data di pubblicazione: aprile 2013
Quando la DC ha dato il via al reboot ha riproposto alcuni personaggi provenienti dalla defunta linea editoriale Wildstorm come Grifter e Stormwatch, la task-force intergalattica che difende l’universo da minacce che forse nemmeno i grossi calibri come Superman potrebbero agevolmente affrontare da soli. Tale scelta a mio avviso è stata giusta poiché molti character Wildstorm erano interessanti e sarebbe stato un peccato trascurarli. E Stormwatch, in particolare, è intrigante.
Le atmosfere sono fantascientifiche con elementi cyberpunk e un tocco di visionarietà lisergica e i primi episodi della serie sono stati scritti dal britannico Paul Cornell che ha introdotto l’attuale line-up della squadra, differente da quella classica, con l’aggiunta dello storico Martian Manhunter che interagisce con Engineer, Apollo, Jenny Quantum, Midnighter e altri strampalati eroi. Per giunta, negli iniziali sei numeri di Stormwatch Cornell ha descritto situazioni non prive di colpi di scena, a cominciare dal subitaneo tradimento di alcuni membri della squadra.
Ma poi Cornell ha abbandonato la testata (i repentini cambi di autori sono, ammettiamolo, una delle pecche della DC attuale) e in questo secondo tp che include i nn. 7-12 del mensile originale, avremo a che fare con altri due scrittori di area britannica conosciuti e apprezzati dai fans grazie alla loro ispirazione stravagante e trasgressiva. I primi due capitoli sono appannaggio di Paul Jenkins che narra una storia basata sugli avvenimenti precedenti che prelude alla sequenza successiva. Jenkins mette a confronto il team con una terribile entità aliena che potrebbe distruggere il Multiverso e si ispira alla new wave fantascientifica inglese degli anni sessanta, filtrata da una sensibilità cyber, concentrandosi sui rapporti non facili esistenti tra l’aggressivo Midnighter e l’inquietante Jenny Quantum. Non mancano momenti ironici che contribuiscono ad alleggerire la lettura ma prevale un senso di tensione che non mancherà di influenzare gli equilibri interni degli Stormwatch.
Ed è proprio da ciò che parte il secondo (e regolare) sceneggiatore, il folle Peter Milligan di Enigma, Shade The Changing Man, X-Statix e altri gioielli. Peter accentua i contrasti che dilaniano il gruppo. La leader Engineer fa fatica a farsi rispettare dai compagni; Jenny Quantum nasconde qualche segreto e potrebbe diventare pericolosa; la coppia gay Apollo e Midnighter ha i suoi problemi (se Cornell aveva accennato al tema dell’omosessualità, Milligan è esplicito e diretto!); Jack Hawksmoore sembra agire spinto da interessi personali che forse non coincidono con quelli dei suoi alleati. E come se non bastasse Martian Manhunter, colui che finora pareva essere il più affidabile degli Stormwatch, si comporterà in modo impensabile e le sue decisioni cambieranno radicalmente i presupposti della serie.
Ma Milligan è Milligan e quando c’è lui possiamo in genere aspettarci tante stravaganze. Peter inaugura una story-line ispirata al concetto dell’Uomo di Vitruvio e a Leonardo Da Vinci che si preannuncia complessa e articolata. Introduce una setta di esseri potenti che da secoli manipolano la razza umana e anche i Signori Ombra, i superiori di Stormwatch, paiono implicati in una strana macchinazione. E ritornano i traditori Harry e Angie e la loro presenza non è certo positiva. Tra dimensioni parallele, lotte violente, apparizioni incomprensibili di busti della dea Nefertiti e varie allucinazioni, Milligan, che mi ha deluso con Red Lanterns, qui svolge un buon lavoro.
Jenkins e Milligan, pur consapevoli della peculiarità di Stormwatch, si collegano a molti degli sviluppi contemporanei del DCU e non mancano perciò riferimenti a Justice League International, Grifter, Red Lanterns e Red Hood & The Outlaws. La parte grafica è valida ma eterogenea. Alle matite si alternano il bravissimo Miguel Sepulveda, l’ottimo Ignacio Calero, l’oscuro Will Conrad e l’efficace Eduardo Pansica e tutti riescono a rappresentare in maniera convincente le ambientazioni cosmiche e psichedeliche immaginate dagli sceneggiatori. Da provare.