Historica vol. 7 – Berlino Una Città Divisa – Recensione
Pubblicato il 21 Giugno 2013 alle 11:00
Continua la serie Historica e stavolta tocca a Berlin, una delle opere più apprezzate di un maestro del fumetto di area bd, Marvano! In un unico volume potrete leggere una lunga e complessa storia imperniata sulle drammatiche vicissitudini di Berlino alla fine della Seconda Guerra Mondiale!
Historica vol. 7 – Berlino Una Città Divisa
Autore: Marvano (testi e disegni)
Casa Editrice: Mondadori
Genere: Guerra
Provenienza: Francia
Prezzo: € 12,99, 21 x 28, pp.178, col.
Data di pubblicazione: maggio 2013
Se si prende in considerazione Berlino si può intuire quanto questa città sia stata importante per ciò che concerne la storia europea contemporanea a partire dal Secondo Conflitto Mondiale. Le complesse problematiche nate alla fine della guerra e specialmente la divisione in due sezioni, una controllata dagli occidentali e l’altra dai sovietici, hanno suscitato l’attenzione di scrittori, cineasti, artisti e, last but not least, autori di fumetti. Tra questi ultimi possiamo citare Marvano, maestro della letteratura disegnata di area franco-belga e che molti di voi ricorderanno per l’adattamento del romanzo Guerra Eterna dello scrittore statunitense di fantascienza Joe Haldeman.
Tra i suoi lavori un posto di riguardo è occupato da Berlin, trilogia ambientata in epoche diverse e dedicata alla drammatica situazione berlinese venutasi a creare in seguito alla sconfitta del Terzo Reich. La serie Historica che già ha proposto gioielli grafici e narrativi presenta quindi un altro interessante esito creativo che non potrà non piacere agli estimatori del fumetto bd e di guerra. Tuttavia, pur appartenendo al genere bellico propriamente detto, Berlin non è semplicemente una storia di battaglie e di uccisioni. Anzi, queste ultime, pur presenti, non sono preponderanti e nel terzo capitolo sono assenti. Prevale quindi una sensibilità riflessiva e introspettiva, enfatizzata dall’intensa scrittura di Marvano che fa pensare alla grande tradizione del romanzo psicologico europeo e della narrativa memorialistica.
La memoria è in effetti importante e le vicende sono narrate da personaggi al di là degli anni che rievocano il tragico periodo della giovinezza, a volte con un’impostazione quasi proustiana. Nel primo capitolo veniamo subito trascinati nell’atmosfera oscura e angosciante della Berlino devastata dai bombardamenti e occupata dalle potenze anglo-americane. Tutto ruota però intorno a una lettera e gli avvenimenti vengono ricostruiti dal pilota di un bombardiere inglese denominato S-Snow White. Tra contesti che rimandano alle storie di spionaggio, i protagonisti rimangono coinvolti in vicende più grandi di loro e Marvano non si esime dall’utilizzare simboli ed elementi, come per esempio una bambola, che assumono valenze metaforiche. Malgrado ci siano sequenze d’azione, l’autore realizza un fumetto dai toni anti-militaristi e pacifisti, concentrandosi sul doloroso destino delle vittime indifese presenti in qualunque conflitto.
E chi è più indifeso di un bambino? La tematica dell’infanzia violata emerge nel secondo episodio. Anche in questo caso la guerra è finita ma la vita a Berlino è a dir poco difficile. I cittadini vivono di stenti e la città, così come l’intera Germania, è in balia delle potenze che l’hanno sconfitta. Marvalo presenta in maniera esplicita i minori morti sotto i bombardamenti ma mette in risalto qualcosa persino di più discutibile: il plagio delle giovani menti. Ciò è rappresentato dalla terribile figura di un ragazzino, figlio di un alto esponente nazista, che per colpa del padre ha subito una specie di lavaggio del cervello, trasformandosi in un mostro. Facendo accenni alla scottante questione degli ex nazisti che si rifugiarono negli Stati Uniti e in altri paesi, con la tacita complicità dei governi alleati, allo scopo di mettere a disposizione varie conoscenze tecniche e scientifiche, Marvano delinea una story-line intrigante, degna di un romanzo di LeCarré, analizzando nello stesso tempo l’oscurità dell’animo umano.
L’ultimo capitolo invece si svolge nel 1961, l’anno cruciale della costruzione del famigerato muro che dividerà Berlino e l’inconscio collettivo dei suoi abitanti in due aree distinte. In tale contesto i protagonisti sono invecchiati e la trama è interrotta da tagli arbitrari, flashback e digressioni che contribuiscono a fornire ulteriori dettagli sia sulla storia di Berlino sia sulle vicissitudini dei character. Forse qui Marvano eccede con i virtuosismi nel plot e con una lentezza di tipo conradiano non sempre riuscita ma nel complesso anche quest’ultimo capitolo si legge con piacere. Facendo ruotare tutto intorno alle lettere, onnipresenti nella saga, e alla frase di un romanzo fantascientifico di Roger Zelazney che in un certo qual modo può essere considerata chiave di lettura di Berlin, Marvano conclude il suo percorso narrativo all’insegna dello spleen.
Dal punto di vista grafico, il volume è mutevole. Nel primo capitolo, infatti, Marvano usa uno stile grezzo, oscuro, sporco, con vaghe reminescenze di quello di Frank Miller, che personalmente trovo azzeccato. Negli altri due episodi, invece, opta per un tratto più fluido e stilizzato e una costruzione della tavola inventiva. In definitiva, questo settimo volume di Historica è valido e va tenuto d’occhio.