Dragonero n. 1 – Il sangue del drago – Recensione
Pubblicato il 21 Giugno 2013 alle 16:30
L’esordio delle avventure mensili di Dragonero riesce nel proprio intento: offrire un prodotto di livello sia a chi già conosce Ian Aranill sia ai nuovi arrivati.
Dragonero n. 1 – Il sangue del drago
Autori: Luca Enoch e Stefano Vietti (testi), Giuseppe Matteoni (disegni).
Casa Editrice: Sergio Bonelli Editore.
Provenienza: Italia.
Genere: Fantasy.
Prezzo: 3,30 Euro.
Data di pubblicazione: Giugno 2013.
L’attesa, è quasi inutile ripeterlo, era tanta. Dopo la prima uscita di Ian Aranill nel primo Romanzo a Fumetti Bonelli e le diverse anticipazioni su una serie regolare e mensile – la prima serie fantasy della Bonelli! – a lui dedicata, curiosi e amanti del genere avevano cominciato ad aspettare pazientemente il giorno d’uscita del lavoro firmato da Enoch e Vietti per i testi e da Matteoni per disegni e copertina.
Ebbene, la lettura de “Il sangue del drago” non delude le attese. Gli autori mettono su carta un’avventura ben equilibrata nonostante i continui salti temporali tra presente e passato, nonostante la necessità di inquadrarla in un contesto più ampio e già in parte conosciuto per via del romanzo del 2007, ma al tempo stesso un’avventura che tutti, anche chi si avvicina per la prima volta a questo mondo, siano in grado di seguire.
Operazione non facile, certo, che Enoch e Vietti hanno reputato opportuno dividere in quattro parti. Il primo volume di Dragonero, dunque, non solo costituisce l’esordio della serie, ma anche la parte iniziale di una storia che si protrarrà fino a settembre.
Ebbene, nonostante ciò, anche preso singolarmente “Il sangue del drago” è un albo che sa appassionare e intrigare sia chi per la prima volta fa la conoscenza con Ian e i suoi compagni, sia chi li torna a trovare dopo tempo.
L’azione non manca, così come non mancano i tipici scontri che tanto spesso animano le pagine dei fantasy. L’ambientazione è ben delineata e lascia intravedere la profondità di un mondo e di eventi che rendono più solida l’intera struttura narrativa. I disegni di Giuseppe Matteoni contribuiscono egregiamente alla causa. Elfi, umani, orchi; inseguimenti sui tetti, banchetti, notti all’addiaccio, battaglie, traversate nei boschi: le tavole sono sempre pulite, capaci di trasmettere ora adrenalina, ora sacralità, ora sospensione, ora pericolo.
L’equilibrio tra quanto accade e quanto è raccontato è mirabile. I dialoghi e le spiegazioni non si protraggono mai più del giusto pur fornendo tutti gli elementi necessari a chi legge. I caratteri dei personaggi, a un quarto della storia che li vede protagonisti, è già ben abbozzato.
In definitiva, se per un giudizio completo bisognerà attendere il termine di questa miniserie introduttiva, non si può non convenire che Ian, Sera, Gmor e Myrva si presentino nel modo giusto. E noi non possiamo che dargli il benvenuto (o il bentornato)!