Ispirazione d’Acciaio – Una storia lunga 75 anni – Speciale Superman

Pubblicato il 20 Giugno 2013 alle 14:30

Superman, Uomo d’acciaio, Ciclone, Supes e Nembo kid: tanti nomi per definire un’unica grande personalità.

E fu così, che un giorno del 1938 i due amici ebrei Jerry Siegel e Joe Shuster, legati da una forte passione per la fantascienza, entrando al National (quella che poi diventerà l’odierna DC comics) credettero semplicemente di riuscire a vendere i diritti delle storie a fumetti di un personaggio che si muoveva tra lo sconosciuto universo e il ben noto pianeta terra; in realtà erano del tutto ignari che di lì a poco sarebbero diventati due uomini conosciuti in tutto il mondo e che avrebbero impresso nelle menti delle generazioni presenti e future un’icona indissolubile e immortale: Superman.

Ispirati dal cinema e dai fumetti, Siegel e Shuster, crearono così storie infarcite di citazioni cinematografiche e letterarie a partire dalla scelta del nome “umano” di Superman, derivato da Clark Gable e Kent Taylor e la città dove il supereroe compie il suo dovere, che porta lo stesso nome della megalopoli del film di Fritz Lang, Metropolis.

Il nome Kal-El invece ha origine ebraica e vuol dire “Voce del cielo”. Personalità suggerita anche da Tarzan e John Carter di Marte di Edgar Rice Burrughs e da qualche personaggio classico come Ercole e Sansone. Altri invece sostengono che il nome sia ispirato ad alcuni personaggi di quegli anni, che spopolavano sia nei fumetti che alla radio, come Doc Savage, il cui vero nome era Clark Savage Jr e The Shadow ovvero Kent Allard; non si può escludere la possibilità che ciò abbia suggerito il nome di Clark Kent e che le icone, già affermate in quegli anni, fossero motivo d’ispirazione per la nascita del personaggio di Superman. Le ispirazioni che ci vengono suggerite qui sono solo la piccola punta di un iceberg che orienteranno a cascata tutta una serie di personaggi e l’arte in generale.

Oggi a 75 anni di distanza possiamo confermare che il personaggio del duo Siegel-Shuster ha contaminato ogni genere d’arte e non solo. Dal cinema alla TV, dal fumetto all’illustrazione, dalla musica alla letteratura, dalla scienza all’istruzione, l’uomo d’acciaio ha dato ispirazione a tutta la cultura pop.

Nasce nel 1933 inizialmente come criminale, frutto degli esperimenti di uno scienziato pazzo, protagonista della storia “Il regno di Super-man”, pubblicata sulla fanzine Scienze Fiction; solo l’anno successivo, in una notte del 1934, nella mente di Siegel, questo superuomo si trasforma in un eroe, nato su di un pianeta condannato alla distruzione e spedito sulla Terra, ancora in fasce, per salvare gli uomini in nome della verità e della giustizia. Superman soddisfa le nostre ambizioni e i nostri sogni, ci conforta e ci fa credere che se lui ci aiuta, siamo nel giusto.

Appare così su Action Comics n°1 del 1938 la prima storia di Superman, il primo supereroe della storia dei comics. Nel suo sgargiante costume blu, d’ispirazione circense, completato con un mantello rosso per aggiungere dinamicità bidimensionale, l’anno successivo nasce la prima testata che ha per titolo principale il nome del protagonista. Inizia così la prima serializzazione di un supereroe che ebbe fin da subito una popolarità immensa, testimoniata anche dal “certificato di adesione” (datato 1939) al Club dei “Supermen of America” che rimase in vita per oltre un quarto di secolo e contava più di un milione di membri. I giovani fan potevano quindi, pagando il prezzo simbolico di un albo, iscriversi a questo club ottenendo un certificato che testimoniava il desiderio d’impegnarsi nel perseguimento di verità, giustizia e coraggio.

Ma come abbiamo già detto più volte Superman ha ispirato non solo i fumetti ma già negli anni 40 alla radio trasmettevano le gesta eroiche dell’uomo d’acciaio. Nemmeno il cinema tarda a reclamare i suoi diritti, nel 1948 infatti viene proiettato il primo film della trilogia realizzato dalla Columbia. Dobbiamo attendere i primi anni ’50 per vedere il nostro eroe in tv: “Adventures of Superman” che accerta il suo successo con 6 stagioni in 6 anni, dopodiché la serie viene chiusa.

Negli anni ’70 e ’80 il cinema si riappropria della nomea di Superman grazie alla tetralogia di film che ha per protagonista il grande Christopher Reeve. Ma l’ultimo non è all’altezza dei primi 3 e si chiude così il sipario sulle gesta dell’uomo d’acciaio al cinema. Ora tocca, nuovamente alla tv rilanciarne il personaggio con la serie: “Lois & Clark” in cui Superman risulta più realistico e viscerale. Al termine della serie nel 1997 quando si pensava che tutto era stato detto e raccontato delle gesta del nostro beniamino, viene messa in onda nel 2001 la serie “Smallville” che rilancia nuovamente il nome di Superman, anche se sotto celate spoglie, nel mondo della Tv. Anche se non vengono narrate le storie originali del giovane Clark Kent, gli autori di Smallville fanno un egregio lavoro di ristrutturazione degli eventi infarcendo miriadi di citazioni (appare in questa serie anche l’attore Cristopher Reeve). Questa volta viene analizzata l’età adolescenziale del protagonista concentrandosi sui problemi psicologici e più intimi del giovane. Dieci sono in totale le stagioni trasmesse, partita inizialmente con grande vigore ed entusiasmo subisce un calo d’interesse già dalla 5° stagione. Gli obiettivi iniziali scemano nelle successive stagioni anche a causa degli attori che abbandonano il set per vari motivi, lasciando un vuoto fisico e sentimentale che infastidisce lo spettatore e lo induce a perdere interesse. Alla chiusura della serie televisiva segue invece un sequel esclusivamente cartaceo in “Smallville l’undicesima stagione”, distribuito ancora oggi.

Durante gli anni ’00 Superman torna al cinema nel 2006 in: Superman Returns, poco riuscito e povero anche dal punto di vista dell’intrattenimento.

Oggi, giugno 2013, attendiamo il reboot dell’uomo d’acciaio in “Man of steel”, grande ritorno del superuomo al cinema. Un nuovo inizio ma in chiave moderna, come è successo recentemente per la trilogia di Batman di Nolan (qui produttore), con un approfondimento e una critica dei temi odierni.

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…CONTINUA E SI CONCLUDE NELLA PROSSIMA PAGINA…

In tutto questo arco di tempo, dagli anni ’40 ad oggi non sono mancati tributi dal mondo dell’animazione. Moltissime le serie animate di varia provenienza, alcune con adattamenti fedeli alla storia originale, altre con nuove interpretazioni e rimaneggiamenti caratteriali.

“Ciclone” e successivamente “Nembo Kid” (così veniva chiamato Superman in Italia fino agli anni ’70) non ispira soltanto la Tv, la radio e il cinema ma arriva anche alla musica e non si limita soltanto ad essere menzionato nei testi delle canzoni, ma alle volte ne diventa l’argomento principale come in Superman (It’s not easy) dei Five for fighting. In questa canzone Superman viene dipinto non come un alieno potente ed indistruttibile, ma al contrario come un semplice umano, con tutte le pressioni dovute all’essere supereroe e all’adempimento ai propri doveri.

“Vorrei poter piangere, cadere sulle mie ginocchia, trovare un modo di mentire a proposito di una casa che non vedrò mai. Può sembrare assurdo, ma non essere ingenuo! Anche gli eroi hanno il diritto di sanguinare. Potrei anche essere pazzo…ma ammetterai che anche gli eroi hanno il diritto di sognare. Non è facile essere me!”

Il testo si adatta bene ad una riflessione più profonda del protagonista che viene esaminato non solo come supereroe ma come uomo con tutti i suoi limiti. Concetto sviluppato e utilizzato come critica della nostra società da Tarantino nel film Kill Bill vol. 2, quando Bill intavola un monologo meraviglioso nel quale illustra i limiti e le incertezze della nostra società usando come esempio Superman.

“Come sai, io sono un grande appassionato di fumetti, soprattutto di quelli sui supereroi. Trovo che tutta la filosofia che circonda i supereroi sia affascinante. Prendi il mio supereroe preferito: Superman. Non un grandissimo fumetto, la sua grafica è mediocre. Ma la filosofia, la filosofia non è soltanto eccelsa, è unica!…Dunque, l’elemento fondamentale della filosofia dei supereroi è che abbiamo un supereroe e un suo alter- go: Batman è di fatto Bruce Wayne, l’Uomo Ragno è di fatto Peter Parker. Quando quel personaggio si sveglia al mattino è Peter Parker, deve mettersi un costume per diventare l’Uomo Ragno. Ed è questa caratteristica che fa di Superman l’unico nel suo genere: Superman non diventa Superman, lui è nato Superman, quando Superman si sveglia al mattino è Superman, il suo alter-ego è Clark Kent. Quella tuta con la grande “S” rossa è la coperta che lo avvolgeva da bambino quando i Kent lo trovarono, sono quelli i suoi vestiti; quello che indossa come Kent, gli occhiali, l’abito da lavoro, quello è il suo costume, è il costume che Superman indossa per mimetizzarsi tra di noi. Clark Kent è il modo in cui Superman ci vede; e quali sono le caratteristiche di Clark Kent?! È debole, non crede in sé stesso ed è un vigliacco. Clark Kent rappresenta la critica di Superman alla razza umana.”

Moltissimi altri cantautori hanno dedicato i loro testi all’uomo d’acciaio da Miguel Bosè a Eminem, dai R.E.M. (cover dei The Clique) a Russel Crowe, da Jimi Hendrix a Bon Jovi (più volte citato nei suoi testi), dagli Iron&Wine ai Gamma Ray. Insomma Superman non è più solo carta, ma sbarca anche nel mondo della musica, risulta menzionato in più di 560 canzoni (per l’elenco completo visitate il sito www.supermanhomepage.com).

Anche la letteratura ha sfruttato l’immagine di Supes per studi sociologici; Umberto Eco nel suo “Il mito di Superman”, da un contributo importante sui rapporti tra il fumetto e la società. Ma di assoluto spicco va rammentato il saggio: “La fisica dei supereroi” di James Kakalios, nel quale, il fisico, utilizza Superman e altri supereroi per costruire una vera e propria guida alle leggi fisiche dell’universo, nel suo seminario: “Tutto ciò che so della scienza l’ho imparato dai fumetti”. Ci mostra come la fisica può svelare non solo il segreto della potenza di Supes, ma anche la reale causa di distruzione del suo pianeta d’origine, Krypton. Un autentico capolavoro di comunicazione scientifica.

Tante le storie e tante le interpretazioni del personaggio, una su tutte che voglio ricordare, perché al limite tra illustrazione e saggio, e che riflette sulla particolarità della mitologia dell’uomo d’acciaio, è quella di Jim Steranko: “L’esilio ai confini dell’eternità” uscita sul numero 400 di Superman. Una storia graficamente elevata e sontuosa.

In 75 anni di grandi successi tra varie peripezie, salvataggi, mondi alternativi, amori e dissapori, grandi amici e temibili nemici, il “ragazzo delle nuvole” affronta di tutto, persino la morte. La morte di Superman è uno degli eventi più spettacolari di tutta la continuity. Il combattimento che avviene al centro di Metropolis, con il mantello strappato a far da bandiera e intorno la disperazione della gente lascia tutti di stucco, lettori compresi. Ispirati da questa sensazione di vulnerabilità e di non protezione sociale i Crash Test Dummies scrivono la canzone “Superman’s song”, la melodia è uno straziante grido di scomparsa, una nenia funebre che elogia l’eroe al suo operato glorioso e privo di materialità, confrontandolo per tutto il brano con Tarzan, che viene descritto come rozzo e primitivo. Il video della canzone si svolge in chiesa alla quale partecipano i compagni supereroi.

Vi lascio ricordando un’ultima situazione, in cui Superman, che crede di essere in punto di morte a causa del virus X, incide sulla luna un messaggio di addio ai terrestri: “Ogni uomo che fa del bene agli altri è un Superman”. Sottolineando così l’importanza dell’operato di ognuno di noi.

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