Transmetropolitan n. 6 – Recensione

Pubblicato il 15 Giugno 2013 alle 15:00

Continuano le avvincenti e trasgressive avventure di Spider Jerusalem, il giornalista più bastardo dell’universo, con il sesto volume di Transmetropolitan, l’eversiva saga cyberpunk scritta dal visionario Warren Ellis e disegnata da Darick Robertson!

Vertigo Classic n. 16 – Transmetropolitan n. 6

Autori: Warren Ellis (testi), Darick Robertson e AA.VV. (disegni)

Casa Editrice: RW-Lion

Genere: Fantascienza

Provenienza: USA

Prezzo: €13,95, 16,5 x 25,2, pp. 144, col.

Data di pubblicazione: aprile 2013


Warren Ellis non è un autore qualsiasi e basta leggere le sue opere provocatorie e iconoclaste per accorgersene. La sua ispirazione eversiva gli ha creato problemi con le major Marvel e DC e in alcune occasioni è stato colpito dalla censura. Ciò si deve al fatto che Ellis non pone limiti all’immaginazione e in questo assomiglia a Garth Ennis. Del resto lo scrittore di Transmetropolitan e altri pregevoli esiti creativi appartiene a quella schiera di cartoonist britannici che hanno rivoluzionato e svecchiato i comic-book americani senza reprimere l’ispirazione.

E non si può parlare di ispirazione repressa nel caso di Transmetropolitan, serial Vertigo che ha lasciato un segno nel comicdom a stelle e strisce. RW-Lion propone ora il sesto volume che include i nn. 31-36 della testata originale e le situazioni descritte non sono convenzionali. Transmetropolitan è, almeno formalmente, una saga fantascientifica cyberpunk e gli influssi di romanzieri come Gibson, Sterling, Stephenson e altri è evidente; ma non mancano suggestioni mutuate dalla stampa underground, dal rock, dalle sottoculture giovanili, dall’estetica di William Burroughs che lo rendono un prodotto difficilmente delimitabile in un’angusta definizione.

E non sono trascurabili gli intenti di critica sociale. Con il pretesto di storie ambientate in contesti futuribili, infatti, Ellis descrive una società iper-tecnologica che per molti aspetti assomiglia alla nostra. L’autore denuncia la corruzione della politica e dei media, il consumismo sfrenato, il materialismo, l’ansia di guadagno, la totale mancanza di etica, ideando un universo allucinato di sesso, droga e violenza che diventano prodotti di consumo propagandati dal sistema informativo dominante e proposti a un’opinione pubblica lobotomizzata.

Tale critica è simboleggiata dal protagonista di Transmetropolitan, Spider Jerusalem, cronista d’assalto, irriverente e sopra le righe. È una specie di Lester Bangs che lavora per un giornale popolare e firma una rubrica di successo. Coadiuvato dalle sue avvenenti e disinibite assistenti, Channon e Yelena, rimane spesso coinvolto in situazioni pericolose e tende a mettere in piazza i segreti più scottanti dei potenti.

Ma negli ultimi tempi Spider ha esagerato. Nel clima di un’aggressiva campagna elettorale, ha pestato i piedi alle persone sbagliate (tra le altre, l’attuale Presidente degli Stati Uniti) e queste ultime hanno deciso di vendicarsi. Per giunta, Spider non ha dimenticato la morte efferata di Vita Severn, membro dello staff presidenziale uccisa per ragioni di opportunità politica, che suscitava notevole ascendente sul giornalista. I nodi ora vengono al pettine e sia Spider sia i suoi nemici faranno scelte drastiche. Senza spoilerare, specifico che la vita di Spider subirà un cambiamento ma i lettori di Transmetropolitan sanno bene che il reporter non è da prendere alla leggera, essendo un bastardo di prima categoria, e non rinuncia mai ad avere l’ultima parola.

Dal punto di vista dei testi, Ellis realizza uno dei suoi lavori migliori, concedendosi la prosa visionaria e burroughsiana che lo contraddistingue con dialoghi incisivi e graffianti in perfetto stile punk. Si concentra poi sulle personalità di Channon e Yelena che in un certo qual modo sono diventate co-protagoniste del serial e nemmeno stavolta rinuncia ad evidenziare le magagne della società odierna, come per esempio la vergognosa piaga della pedofilia.

Già nel tp precedente Ellis aveva fatto accenni a una lobby che intende promuovere i rapporti tra adulti e minori come una legittima forma di sessualità e adesso Spider avrà a che fare con uno dei suoi esponenti con esiti devastanti. Se ancora qualcuno si ostina a considerare Transmetropolitan fantascientifico sappia che lobby del genere esistono davvero negli Stati Uniti e stanno cercando di fare proprio ciò che Ellis anni fa preconizzava. Basta questo particolare per comprendere la valenza profetica di uno dei migliori mensili mai pubblicati dalla Vertigo.

Il penciler regolare Darick Robertson fa un ottimo lavoro con tavole impeccabili grazie al suo stile fluido e pulito. Ed è da segnalare  l’episodio iniziale poiché varie sequenze (che corrispondono a cartoni animati, telefilm e spot pubblicitari imperniati su Spider, sfruttato dal sistema a fini di business) sono illustrate da diversi artisti: il grezzo ma efficace Kieron Dwyer, la quasi underground Lea Hernandez, il raffinato Bryan Hitch che concepisce pagine di grande bellezza formale, il tenebroso Eduardo Risso e l’immenso Frank Quitely. Questa sesta uscita di Transmetropolitan quindi va presa in considerazione anche per l’aspetto grafico.


Voto: 8

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