Recensione The Sandman (cartonato) n.1 – Planeta DeAgostini

Pubblicato il 14 Settembre 2010 alle 10:23

Autori: Neil Gaiman (testi), Sam Kieth, Mike Dringenberg, Chris Bachalo, Michael Zulli (disegni)
Casa Editrice: Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo: € 30,00, 16,8 x 25,7, 496 pp.


Come tutti sanno, la serie Sandman è stata pubblicata da Planeta De Agostini in un albo da edicola recentemente giunto a conclusione. Tuttavia, gli editori spagnoli hanno deciso di proporre una versione da libreria e da poco è uscito il primo volume, intitolato ‘Sogno’, che comprende i primi sedici episodi del serial ideato dal celeberrimo Neil Gaiman, lo scrittore inglese che, al pari di Alan Moore e Grant Morrison, è considerato l’autore di comics più importante a livello mondiale.

Quando, ormai nei lontani anni ottanta, la DC Comics pubblicò il numero uno del comic-book, imperniato sulle vicissitudini di Morfeo, il Dio del Sogno, detto anche Oneiros o Dream, forse non era consapevole che, nel corso del tempo, si sarebbe trasformato in un fenomeno editoriale e di costume senza precedenti nel mondo anglosassone. Ne nacque un vero e proprio culto, con ragazzi che, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, si abbigliavano come i personaggi della serie. Serie, peraltro, che fu conosciuta e apprezzata al di fuori dell’ambito fumettistico (il movimento dark considera Sandman una lettura imprescindibile, come si evince da ‘La Bibbia Gotica’ di Nancy Kilpatrick, pubblicata in Italia da Arcana) e scrittori del calibro di Stephen King e addirittura Norman Mailer espressero il loro apprezzamento.

In principio, la DC Comics presentò Sandman come un serial horror, sulla scia di Swamp Thing e di Hellblazer, e in effetti gli elementi horror erano presenti. Per giunta, Gaiman, almeno all’inizio, inserì Morfeo nel DC Universe propriamente detto, anche se a modo suo. Infatti, come ci si potrà rendere conto leggendo il libro, nei primi episodi figurano personaggi come Caino e Abele, le Tre Streghe, John Constantine, Demon e persino Mister Miracle e Martian Manhunter della JLA.

Fu una trovata geniale poiché Gaiman riuscì, in questo modo, ad attirare gli estimatori tradizionali della DC, riuscendo, però, a condurli, mese dopo mese, verso lidi narrativi anti-convenzionali e dai toni che, più che horror, progressivamente si avvicinavano al fantasy.

Fu molto azzeccata anche la tendenza di Gaiman di alternare episodi auto-conclusivi (e ambientati in epoche disparate) con altri suddivisi in più puntate, con una serie di situazioni immaginifiche e fantasiose che anticiperanno le caratteristiche della divisione editoriale Vertigo (della quale Sandman diventerà il prodotto di punta).

Nei primi del Novecento, quindi, alcuni occultisti, nel corso di un rito, cercano di imprigionare la Morte, sorella di Morfeo. Ma commettono un errore e catturano, appunto, il pallido Signore dei Sogni, essere magro somigliante a Robert Smith dei Cure, con conseguenze inimmaginabili. Nella prima sequenza narrativa, dunque, Morfeo, dopo decenni di prigionia, è impegnato a recuperare oggetti magici che aveva perduto, che gli conferiscono particolari poteri, e a ricostruire il suo regno.

In seguito, Gaiman, in due episodi passati alla storia dei comics, introduce la straordinaria Death, con una conversazione profonda e poetica che fece impazzire i fans e rivela dettagli sul passato amoroso di Morfeo, con la vicenda della bella e triste Nada, regina di un arcaico regno africano.

Il volume si conclude con un’altra memorabile sequenza, ‘Doll’s House’, in cui serial killer, ragazzine confuse, bizzarri abitanti di un condominio e, last but not least, il terribile Desiderio, fratello androgino di Morfeo, fanno la loro apparizione. Come afferma Gaiman nella bella intervista inserita alla fine del libro, queste storie sono da considerare di apprendistato, scritte in un momento in cui il geniale autore stava, in un certo senso, orientandosi in un complesso universo narrativo che presto conquisterà un numero enorme di lettori.

Se i testi sono meravigliosi, lo stesso si può dire per i disegni di Sam Kieth con le sue rappresentazioni dell’Inferno di Lucifero; di Mike Dringenberg con quella che considero la versione migliore e più ‘gothic’ di Morfeo; di un Chris Bachalo alle prese con il Sandman classico degli anni settanta, inventato dal grande Jack Kirby; e di Michael Zulli in un episodio ambientato in epoca elisabettiana che introduce l’immortale Hob Gadling, altro character rilevante della serie, e che prelude a quello dedicato a William Shakespeare e che vincerà un premio letterario, il Fantasy Award. Per non parlare, poi, delle copertine pittoriche di Dave McKean, altamente innovative per l’epoca.

Se non avete seguito le vicende di Morfeo nel suo albo da edicola, forse vorrete provare la versione in volume. Stiamo parlando di un capolavoro che, ormai, ad anni di distanza, ha assunto l’indubbia statura di classico del fumetto internazionale.


Voto: 9

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